ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18500

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 717 del 13/11/2012
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 5/07310
Firmatari
Primo firmatario: LULLI ANDREA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 13/11/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VICO LUDOVICO PARTITO DEMOCRATICO 13/11/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 13/11/2012
Stato iter:
13/12/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 13/12/2012
DE VINCENTI CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 13/12/2012

CONCLUSO IL 13/12/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18500
presentata da
ANDREA LULLI
martedì 13 novembre 2012, seduta n.717

LULLI e VICO. -
Al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:

risale ormai all'8 luglio 2011, l'invio da parte di Iveco spa, società del gruppo Fiat Industrial, alle rappresentanze sindacali unitarie di Irisbus Italia spa, stabilimento di Flumeri (Avellino), una lettera nella quale comunicava che intendeva cedere il ramo d'azienda costituito dallo stabilimento di Valle Ufita alla società Dr motor company dell'imprenditore molisano Massimo Di Risio che tuttavia ha rinunciato all'acquisto pochi mesi dopo;

il 3 ottobre 2011 la Fiat ha attivato le procedure per la messa in mobilità e la cassa integrazione per tutti i lavoratori dello stabilimento (700 dipendenti più altri 800 nell'indotto), quando soltanto nel 2010 aveva investito 8 milioni di euro nella ristrutturazione aziendale, che diventano 30 milioni, considerando l'insieme degli investimenti degli ultimi 5 anni;

dopo il taglio del personale, passato da 1.400 a 700 addetti, due terzi dei quali sono in cassa integrazione da mesi, Fiat è passata direttamente alla chiusura dello stabilimento, sancendo la sua uscita, solo in Italia, dalle produzioni per il trasporto pubblico;

Irisbus, partecipata al 100 per cento da Iveco spa, produce autobus in tutto il mondo, con stabilimenti in Brasile, India, Argentina, Cina, e cinque siti produttivi in Europa, a Annonay e Rorthais in Francia, Valle Ufita in Italia, Barcellona in Spagna e Vysoke Myto nella Repubblica Ceca;

la chiusura riguarda solo il sito italiano; le ragioni sarebbero da attribuire agli effetti della grave crisi che ha colpito il mercato degli autobus urbani in Italia, le cui immatricolazioni hanno registrato una drastica riduzione, passando da 1.444 unità del 2006 a 1.113 del 2010, a 291 nel 2011; nello stesso periodo la produzione complessiva dello stabilimento di Valle Ufita è scesa da 717 autobus nel 2006 a 472 nel 2010, mentre nei primi sei mesi del 2011 sarebbe arrivata a 145 autobus;

in risposta all'interrogazione n. 5-05168 Lulli, riguardante la continuità produttiva dello stabilimento Irisbus di Flumeri, il rappresentante del Governo aveva affermato che il Ministero dello sviluppo economico avrebbe seguito la situazione che si è creata sul territorio in seguito alla decisione del gruppo Fiat Industrial di cedere il ramo di azienda Irisbus di Flumeri, autorizzando, attraverso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, la corresponsione del trattamento d'integrazione salariale per un massimo di 818 unità lavorative, per il periodo dal 30 agosto 2010 al 29 agosto 2011;

il 21 settembre 2011, il Ministro dello sviluppo economico ha convocato Fiat Industrial, Anfia e i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl per esaminare le problematiche della società Irisbus di Valle Ufita, incontro che si è concluso con la proposta rivolta a Irisbus di continuare l'attività produttiva fino al 31 dicembre 2011, per consentire nel frattempo la ricerca di eventuali imprenditori interessati all'acquisizione del sito, oltre a Dr motor company, e la ricollocazione di un'ulteriore parte dei lavoratori interessati presso altre aziende del gruppo Fiat Iveco e il possibile utilizzo di ammortizzatori sociali, per la rimanente quota dei dipendenti;

a seguito del rifiuto unanime di tale soluzione da parte dei lavoratori e della conferma della necessità che la gestione della vicenda venga assunta Presidenza del Consiglio dei ministri, anche «al fine di rivendicare la definizione e il finanziamento del piano nazionale trasporti, unica soluzione per mantenere in Valle Ufita il sito produttivo del settore bus», la società Irisbus ha aperto, il 30 settembre 2011, la procedura di mobilità per tutti i lavoratori del sito. Le organizzazioni sindacali provinciali e la rappresentanze sindacali unitarie hanno, di conseguenza, chiesto all'azienda l'incontro procedurale, previsto dall'articolo 4 della legge n. 223 del 1991;

in occasione dello svolgimento del citato atto di sindacato ispettivo si è appreso, inoltre, che per il Governo:

a) la definizione di un piano nazionale dei trasporti, seppure assolutamente necessario in relazione all'oggettiva obsolescenza del parco autobus nazionale, difficilmente potrà contribuire alla risoluzione della vertenza Irisbus per l'oggettiva carenza di risorse già destinate al fondo trasporto pubblico locale istituito presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per la realizzazione di un piano organico di rinnovo del parco e per le regole volte alla realizzazione di bandi europei che non consentono riserve per l'industria nazionale;

b) la richiesta di assumere iniziative per stanziare una congrua quota di risorse nazionali e regionali al rinnovo del parco vetture delle aziende operanti nel settore del trasporto pubblico su rotaia e su gomma non è prevista dal piano per il Sud, approvato dal Consiglio dei ministri del 26 novembre 2010, che ha individuato una priorità nelle grandi opere ferroviarie e viarie per rafforzare i collegamenti tra il Nord e il Sud del Paese, destinando ad esse 1,6 miliardi di euro delle risorse del fondo per le aree sottoutilizzate - attualmente denominato fondo per lo sviluppo e la coesione;

c) ove fosse considerato prioritario, le risorse del fondo per le aree sottoutilizzate potrebbero essere destinate anche al finanziamento del rinnovo del parco vetture delle aziende operanti nel settore del trasporto pubblico su gomma, fatta salva la normativa nazionale ed europea in materia di aiuti di Stato;

d) le risorse nazionali del fondo per le aree sottoutilizzate, allo stato attuale, sono coinvolte nei processi di attuazione delle manovre finanziarie di luglio ed agosto 2011 sul contenimento della spesa pubblica;

la chiusura dello stabilimento di Flumeri esaspera le tensioni sociali e incrina, ulteriormente, i rapporti con le parti sociali, determinando un vero e proprio terremoto sociale nella Valle Ufita e, più in generale, nella provincia di Avellino, che già registra 80.000 disoccupati; in Italia, gli autobus del trasporto pubblico che continuano a circolare, pur non essendo a norma rispetto agli standard di legge in materia di emissioni inquinanti e di ammodernamento del parco circolante, sono almeno ventimila;

la totale mancanza di una chiara politica industriale nel nostro Paese che individui priorità, regole e risorse cui tutti i soggetti interessati dovrebbero sentirsi coinvolti e vincolati, rende possibili le più imprevedibili scelte dei diversi gruppi industriali, senza che questo possa essere tempestivamente gestito nell'interesse più generale dell'economia e dell'occupazione nazionale;

dopo la chiusura degli impianti di Termini Imerese e Imola, il gruppo Fiat ha dismesso anche l'unico stabilimento che produce autobus in Italia, in un preoccupante crescendo di disimpegno produttivo nel nostro Paese, strategia che, a giudizio degli interroganti, non sembra vedere l'assunzione da parte del Governo della necessaria e incisiva azione di interlocuzione per la salvaguardia delle produzioni nazionali, soprattutto nei settori a più alto fattore qualitativo e tecnologico. L'esempio dei Governi dei principali Paesi industrializzati, quali la Germania, la Francia o gli Stati Uniti, tuttora, non viene seguito nel nostro Paese;

la gravità di tali scelte industriali e della mancata elaborazione di una politica industriale assumono i caratteri della tragedia economica e sociale in aeree già duramente provate, come quelle del Mezzogiorno;

il 26 ottobre 2011, è stata accolta dal Governo la mozione Lulli ed altri n. 1-00738, concernente iniziative in relazione alla annunciata chiusura dello stabilimento Irisbus di Flumeri (Avellino), che nel dispositivo impegnava il Governo:

ad assumere iniziative immediate per garantire la continuità della produzione di autobus e i posti di lavoro nello stabilimento Irisbus di Flumeri, dando immediatamente il via libera ad altri eventuali investitori, anche stranieri, che volessero rilevare il ramo di azienda Irisbus di Flumeri;

a prevedere nei successivi provvedimenti di carattere economico e finanziario un impegno di risorse finalizzate al sostegno di un piano nazionale del trasporto pubblico, che valorizzi il sistema industriale nazionale di produzione, stimolando innovazione di prodotto e sostenibilità nella propulsione dei motori;

a convocare un tavolo nazionale, con i vertici del gruppo Fiat, per verificare le reali intenzioni riguardo agli impegni assunti il 13 febbraio 2011 nell'incontro tra il gruppo medesimo e il Governo, nel corso del quale i vertici dell'azienda si erano impegnati a investire 20 miliardi di euro in Italia e a proseguire negli obiettivi di sviluppo;

l'Italia ha esercitato per decenni un ruolo primario nella produzione industriale di autobus e appare paradossale che tale patrimonio possa essere disperso, proprio in una fase in cui sono sempre più evidenti, da un lato, i problemi del trasporto pubblico locale e, dall'altro, la consapevolezza della necessità di un riequilibrio modale nei sistemi di trasporto a favore dei mezzi collettivi;

è necessario mantenere sotto i riflettori nazionali la vertenza Irisbus, affinché tale vicenda continui ad essere oggetto di interesse da parte degli eventuali acquirenti e per evitare che la Fiat ostacoli l'acquisto dello stabilimento da parte dei medesimi -:

quali iniziative immediate intenda assumere il Ministro per evitare la chiusura definitiva dello stabilimento Irisbus di Flumeri e per garantire la continuità della produzione di autobus e i posti di lavoro, favorendo le manifestazioni d'interesse da parte di altri investitori, anche stranieri, che volessero rilevare il ramo di azienda Irisbus di Flumeri. (4-18500)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata giovedì 13 dicembre 2012
nell'allegato B della seduta n. 734
All'Interrogazione 4-18500 presentata da
ANDREA LULLI

Risposta. - In relazione all'interrogazione in oggetto, si rappresenta quanto segue.
Il Ministero dello sviluppo economico sta seguendo la vicenda dell'Irisbus dal 7 luglio 2011, data in cui Fiat ha annunciato la volontà di dismettere, cedendolo, il sito produttivo di Flumeri (Avellino). A tale scopo, sono stati convocati incontri con le parti aziendali e le organizzazioni sindacali e il Ministero ha offerto il proprio contributo di mediazione, partecipando a riunioni tenutesi presso il Ministero del lavoro e conclusesi con un accordo per il ricorso alla cassa integrazione guadagni straordinaria per cessazione totale dell'attività.
In tale ultimo accordo è stata prevista, tra l'altro, la convocazione di un tavolo di confronto presso il Ministero dello sviluppo economico per avviare la discussione sulla reindustrializzazione del sito.
Il tavolo si è regolarmente tenuto in data 16 gennaio 2012 e, in tale sede, la Fiat industrial si è impegnata a favorire la continuità produttiva nel sito, tenendo, all'uopo, anche conto di eventuali manifestazioni di interesse da parte di altre aziende del settore automotive. L'azienda ha istituito una specifica task force al fine di valutare dette manifestazioni d'interesse. Il Ministero dello sviluppo economico, da parte sua, si è impegnato ad attivarsi per far conoscere le opportunità d'investimento a eventuali nuovi imprenditori.
A seguito degli impegni presi sia presso il Ministero dello sviluppo economico, sia presso il Ministero del lavoro, la Fiat ha avviato il piano di ricollocazione dei dipendenti su altri siti del gruppo e, nel frattempo, ha mantenuto contatti con possibili imprenditori interessati.
Mercoledì 10 ottobre 2012 si è tenuta un'ulteriore riunione presso il Ministero alla presenza di Fiat industrial, delle istituzioni locali e delle organizzazioni sindacali.
Durante l'incontro, è stato ribadito che, al momento, ci sono contatti con alcuni imprenditori, tra cui uno, in particolare, con il quale le trattative sono in una fase leggermente più avanzata, anche se è prematura qualsiasi conclusiva valutazione circa la fattibilità e la sostenibilità del progetto industriale presentato.
Si proseguirà, comunque, nella ricerca d'investitori interessati a insediarsi sul sito, valutando con priorità eventuali imprenditori interessati alla produzione di autobus, senza escludere aziende attive in altri settori che assicurino, ugualmente, la tutela occupazionale.
Il Ministero dello sviluppo economico ribadisce che, qualora dovessero pervenire eventuali nuove manifestazioni d'interesse, le stesse, verranno immediatamente inoltrate alla citata task force, istituita da Fiat industrial.
Il tavolo di confronto verrà riconvocato entro fine anno o non appena ci fossero importanti novità da comunicare.
Il Ministero dello sviluppo economico si è reso anche parte attiva nella convocazione di un tavolo tecnico con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti dal quale, pur nella consapevolezza dell'esigenza di rinnovo del parco autobus, è emersa l'oggettiva difficoltà, stante l'attuale quadro di finanza pubblica, di avviare in tempi brevi un piano trasporti nazionale. Al tempo stesso, è emerso con chiarezza che le aziende italiane subiscono una forte concorrenza da parte di operatori che possono contare su una maggiore competitività, sotto il profilo dei costi.
Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti riferisce in particolare, per quanto di sua competenza, che relativamente al processo di rinnovo del parco veicolare su gomma, per effetto della legge 194 del 1998 e successive leggi, le regioni sono state autorizzate a contrarre mutui quindicennali, ma allo stato attuale, tuttavia, i finanziamenti destinati a dare la citata opportunità alle regioni e che, avevano raggiunto un montante annuo pari a 278 milioni di euro, sono stati sostanzialmente azzerati per effetto delle manovre di finanza pubblica.
Per quanto attiene più in generale il comparto del trasporto pubblico locale, si ricorda che, ai sensi dell'articolo 1 comma 1031 della legge 296 del 2006, è stato istituito il Fondo per la promozione del trasporto pubblico locale con una dotazione iniziale di 300 milioni di euro suddivisi sulle annualità 2007-2008-2009, ulteriormente rifinanziato, per altri 176,5 milioni di euro, per il triennio 2008-2010.
A distanza di un quinquennio dalla data di istituzione del fondo, le predette risorse utilizzate ormai completamente - unitamente a quelle messe a disposizione dagli enti locali e territoriali - si sono dimostrate insufficienti a garantire un soddisfacente livello di sostituzione dei mezzi.
Il Ministero dello sviluppo economico continuerà a seguire, come sempre, con particolare attenzione l'evolversi di questa vicenda resa ancora più difficile dalla crisi che sta attraversando il nostro Paese. Non sono poche le difficoltà che le tutte le aziende stanno affrontando, ma una particolare attenzione va proprio a quelle imprese come la Irisbus che operano in aree di maggiore criticità.

Il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico: Claudio De Vincenti.