ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18409

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 714 del 06/11/2012
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 06/11/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 06/11/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 06/11/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 06/11/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 06/11/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 06/11/2012
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 14/11/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 06/12/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18409
presentata da
RITA BERNARDINI
martedì 6 novembre 2012, seduta n.714

BERNARDINI, BELTRANDI, MECAC-CI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:

secondo quanto riportato il 22 ottobre 2012, dal sito ONTUSCIA, i carabinieri della stazione di Vetralla, diretti dal Maresciallo Marzi, hanno arrestato un pregiudicato 24enne originario di Roma e residente a Vetralla, per detenzione, produzione e coltivazione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio; i Carabinieri hanno perquisito l'abitazione del 24enne rinvenendo nel giardino una pianta di marijuana alta più di 2 metri che il proprietario di casa coltivava da alcuni mesi; nell'abitazione sono state rinvenute alcune dosi di marijuana e di hashish e, secondo quanto riportato sempre dal sito web sopra citato, «dalla pianta sono state ricavate circa mille dosi di sostanza stupefacente»;

la Gazzetta di Mantova on line il 27 ottobre ha riportato la notizia di un'altra operazione dei carabinieri che aveva portato all'arresto di «un elettricista di 28 anni, M.M. nel cui rustico di Zovo sono state trovate nove piante adulte di marijuana essiccate, del peso di circa sei chili. Il blitz dei Carabinieri è scattato giovedì pomeriggio. Evidentemente era partita una segnalazione che informava i militari dell'Arma della presenza di una piccola piantagione vicino a un rustico in mezzo alle campagne di Zovo. I carabinieri hanno tenuto d'occhio la zona per un po' di tempo, e infatti hanno visto che un ragazzo quasi giornalmente andava nella corte agricola, di fatto disabitata. Alla fine hanno fatto irruzione: la piantagione era già stata tagliata e, infatti, le piante erano all'interno del rustico, appese per il gambo, ad essiccare. Erano nove fusti adulti di marijuana, un metro e mezzo di altezza l'una, con rami frondosi ricchi di foglie pronte per essere staccate dallo stelo, sminuzzate, quindi fumate. In tutto, il peso delle nove piante era di sei chili. I carabinieri hanno atteso l'arrivo del giovane (non è il proprietario del rustico, ma di fatto è in sua disponibilità) quindi l'hanno fermato e arrestato. L'elettricista con la passione del verde, è già stato segnalato in precedenza per reati simili: è stato arrestato e accompagnato al carcere di Mantova a disposizione dell'autorità giudiziaria. Deve rispondere del reato di coltivazione e detenzione di sostanze stupefacenti»;

nel nostro ordinamento giuridico, nonostante la rilevanza penale del consumo personale di sostanze stupefacenti sia stato abrogato con il referendum del 1993, la condotta di coltivazione non autorizzata di piante da stupefacenti continua a costituire sempre e comunque un illecito penale (previsto dall'articolo 26 del testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309), con esclusione di qualsivoglia spazio per un intervento punitivo solo in via amministrativa ex articolo 75 decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990, e ciò pur in presenza di coltivazioni di modestissima dimensione, rispetto alle quali inconcepibile sarebbe una destinazione al mercato del ricavato;

anche dopo l'incisivo intervento di riforma della disciplina sanzionatoria delle sostanze stupefacenti realizzato nel 2006 con il decreto-legge 30 dicembre 2005 n. 272, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2006 n. 49, il legislatore ha finito con l'aderire a quella opinione giurisprudenziale senz'altro prevalente, fatta propria anche dalla Corte costituzionale (Corte costituzionale sentenza 24 luglio 1995, n. 360), secondo cui la condotta di coltivazione, in quanto potenzialmente in grado di aumentare il quantitativo di droga circolante, sarebbe intrinsecamente più grave rispetto a quella di mera detenzione di sostanza acquistata presso il mercato criminale, così da meritare un trattamento punitivo diverso e più severo; ne deriva che tale condotta continuerebbe ad essere vietata e sanzionata penalmente anche qualora la finalità dell'agente sia di destinare il prodotto della coltivazione a mero consumo personale;

il divieto generale ed assoluto di coltivare le piante comprese nella tabella I di cui all'articolo 14 del decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990 (fra le quali è annoverata la cannabis indica) appare davvero eccessivo, perlomeno rispetto a quelle condotte di coltivazione rudimentale e domestica di poche piantine, destinate cioè a consentire il ricavo di modestissimi quantitativi di principio attivo, giacché in casi del genere il rischio di destinazione a terzi della sostanza stupefacente è pressoché nullo e parimenti nullo è il rischio per la salute individuale del coltivatore-assuntore;

l'interrogante ha recentemente depositato un progetto di legge per modificare innanzitutto gli articoli 26 e 28 del testo unico sulle sostanze stupefacenti, così da cogliere la reale diversità di situazione che caratterizza la coltivazione in senso tecnico da attività solo naturalisticamente rientranti in tale nozione, rispetto alle quali è preferibile non operi il divieto di coltivazione in assenza di autorizzazione;

l'altra importante modifica della citata proposta di legge consiste nel richiamare espressamente la condotta di coltivazione sia nell'articolo 73 comma 1-bis che nell'articolo 75 del testo unico citato, in modo da attribuire alla stessa, qualora emerga che il ricavato della coltivazione sia destinato ad un uso esclusivamente personale, una rilevanza meramente amministrativa;

è opinione dell'interrogante che solo estendendo gli effetti del referendum abrogativo del 1993 anche a tutte quelle attività di coltivazione cosiddetta «domestica» delle piante da stupefacenti, è possibile evitare le irragionevoli conseguenze che discendono dall'applicazione della disciplina di rigore attualmente vigente che, da un lato, impone di sanzionare penalmente il modesto coltivatore di qualche piantina di canapa indiana mentre, dall'altro, punisce solo in via amministrativa le condotte di detenzione per uso personale di sostanza stupefacente anche in quantitativi di significativa consistenza da sottolineare, che non pochi malati di patologie che possono essere curate con la cannabis terapeutica, pur di non ricorrere al mercato criminale e considerata la difficoltà di accesso ai farmaci a base di cannabinoidi, preferiscono coltivarsi le piante incorrendo così nel rischio di finire in carcere;

proprio per sottolineare l'irragionevolezza della normativa vigente, la prima firmataria del presente atto ha intrapreso un'iniziativa nonviolenta di disobbedienza civile sulla cannabis terapeutica che ha preso il via il 18 giugno 2012, quando, nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso la sala stampa della Camera, ha seminato in tre vasetti la cannabis indica e proseguito la coltivazione sul terrazzo di casa dove 7 piante sono cresciute fino a raggiungere l'altezza di circa un metro e mezzo; l'interrogante ha documentato la crescita con foto postate quotidianamente sul proprio profilo personale di un famoso social network;

della conferenza stampa di «semina» presso la sala stampa Montecitorio è possibile trovare documentazione audio/video presso il sito di Radio Radicale mentre, purtroppo, non è più rintracciabile sul sito istituzionale della Camera dei deputati, perché, come si legge nella pagina web dedicate alle conferenze stampa, queste sono disponibili solo per 15 giorni e non vengono archiviate;

della «coltivazione», invece, c'è documentazione internet sia sul citato social network sia su testate giornalistiche online come Repubblica.it sia per un servizio andato in onda sulla CNN -:

se corrisponda al vero la notizia che dalla pianta di marijuana sequestrata al 24enne di Vetralla siano state ricavate ben mille dosi di sostanza stupefacente e se il ragazzo sia attualmente ristretto ai domiciliari o in carcere;

se il giovane arrestato a Mantova risulti ancora detenuto nel carcere della città;

quante siano le risorse dello Stato per numero di uomini e di operazioni intraprese utilizzate per reprimere i «piccoli coltivatori» di cannabis;

se gli organi di polizia abbiano segnalato alla competente procura della Repubblica la condotta della prima firmataria del presente atto descritta in premessa, che, pur compiuta in un'azione nonviolenta di disubbidienza civile, è in flagranza di reato secondo la normativa vigente;

se il Governo sia a conoscenza di quante siano, nell'ultimo anno, le persone arrestate per coltivazione di piante stupefacenti, quante di queste coltivazioni siano riconducibili ad attività meramente domestica e quale sia stato l'andamento del fenomeno negli ultimi 5 anni;

se il Governo non ritenga necessario un urgente ripensamento della politica fino ad oggi adottata per combattere il problema legato al consumo delle sostanze stupefacenti, in particolare prevedendo che anche l'attività di coltivazione di sostanza stupefacente il cui ricavato sia destinato ad un uso esclusivamente personale venga depenalizzata ed assuma quindi una rilevanza meramente amministrativa in conformità a quanto previsto dal referendum del 1993. (4-18409)