ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18401

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 714 del 06/11/2012
Firmatari
Primo firmatario: PALAGIANO ANTONIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 06/11/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 06/11/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18401
presentata da
ANTONIO PALAGIANO
martedì 6 novembre 2012, seduta n.714

PALAGIANO. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa.
- Per sapere - premesso che:

dal 2008 ad oggi i tagli alle risorse economiche del comparto sicurezza ammontano a circa 4 miliardi di euro. In particolare, durante il Governo Berlusconi, secondo quanto si apprende da diverse fonti di stampa, sono stati tagliati alle forze dell'ordine 2 miliardi e 400 milioni di euro e dal Governo Monti 1 miliardo e 466 milioni di euro;

a causa di questi tagli considerevoli, oggi può essere difficile perfino reperire la benzina per le auto di servizio o le risorse economiche per pulire le caserme, pagare l'affitto dei locali, avere a disposizione computer o divise, oppure ottenere le indennità di missione. Ma la cosa più importante, è che in questo modo è a rischio soprattutto l'attività investigativa portata avanti dalle forze dell'ordine;

subisce un pericoloso rallentamento, quindi, il contrasto alla criminalità, specie in alcune particolari città, già gravate da un elevato numero di reati, come Napoli. In pratica, si scoprono meno crimini a causa della carenza di indagini, ma aumentano esponenzialmente i delitti commessi: 100 per cento di omicidi volontari in più nel 2010-2011 e 40 per cento in più nei primi tre mesi del 2012; aumentano del 40 per cento le rapine in abitazione, del 70 per cento quelle in banca e dell'8 per cento le attività di contrabbando;

i dati del Viminale sul contrasto alla criminalità a Napoli, anticipati da un articolo de Il Venerdì di Repubblica del 19 ottobre 2012, chiariscono bene quanto i tagli alle risorse economiche ed umane delle forze dell'ordine abbiano, di fatto, compromesso la lotta al crimine nella città di Napoli: nel 2011 sono stati individuati il 7,5 per cento in meno di colpevoli di reati rispetto all'anno precedente;

nei primi sei mesi del 2012 sono diminuiti non solo gli arresti, ma, cosa molto più pericolosa perché segno di sfiducia nelle istituzioni, anche le denunce per lesioni dolose (-2,9 per cento), per violenza sessuale (-25 per cento), per rapine in uffici (-100 per cento), per estorsioni (-16 per cento), per usura (-43 per cento) e per furti d'auto (-27 per cento);

una riflessione a parte meritano i dati su droga e sfruttamento della prostituzione. Le denunce e gli arresti in questo ambito sono diminuiti rispettivamente del 23 per cento e del 56 per cento nel primo semestre del 2012. Tutto questo proprio mentre a Scampia, uno dei quartieri più disagiati di Napoli, sta riprendendo la lotta tra clan per il controllo del traffico di stupefacenti;

a tutto questo si aggiunge il blocco parziale del turn over, che, anche nel campo delle forze dell'ordine, sta facendo sentire i suoi effetti negativi e che sarà probabilmente aggravato dal regolamento del nuovo sistema pensionistico per il personale delle forze armate (età per la pensione fissata a 62 anni) recentemente approvato dal Consiglio dei ministri;

le conseguenze dei tagli economici ed umani al comparto delle forze dell'ordine, con particolare riferimento alla Campania, sono confermate anche dalle dichiarazioni dei sindacati di polizia, riportate dall'articolo di stampa succitato. Stando a quanto afferma l'Associazione funzionari, nella regione mancherebbero 1300 uomini tra polizia, carabinieri e Guardia di finanza, ragione per cui, dal 2010 ad oggi, si è assistito ad un brusco crollo dell'attività investigativa a Napoli;

è evidente che quanto esposto compromette la sicurezza e l'incolumità dei cittadini e della città, nonché, soprattutto, il lavoro delle forze dell'ordine che non possono mettere in atto tutte le azioni possibili a difesa del territorio dalla criminalità;

nel Consiglio dei ministri del 4 ottobre 2012 si è discusso, in via preliminare, il regolamento che prevede una ulteriore riduzione degli organici delle Forze armate, in attuazione del decreto-legge n. 95 del 2012 (la cosiddetta spending rewiev), e, in particolare, stabilisce che le dotazioni organiche complessive delle Forze armate passeranno da 190.000 unità a 170.000 unità, escludendo l'Arma dei carabinieri e il Corpo delle capitanerie di porto. Nel regolamento sono previste anche disposizioni transitorie per realizzare la graduale riduzione dell'organico complessivo entro il 1o gennaio 2016 -:

se, in base a quanto esposto, il Governo non intenda ripensare questa ulteriore riduzione lineare dell'organico delle forze armate italiane, considerando le criticità emerse in molte regioni e città e mettendo in conto che, spesso, come sta accadendo in Campania, una riduzione del personale comporta, di fatto, un peggioramento dell'attività investigativa e una battuta d'arresto della lotta alla criminalità;

se non si intenda modulare i tagli alle forze dell'ordine in base al reale fabbisogno del nostro Paese, considerando le diverse realtà regionali della nostra Penisola, anche in base ai dati relativi al contrasto della criminalità, poiché il doveroso «risparmio» economico, che permetterà di uscire dalla crisi, non può ledere in alcun modo le sicurezza dei cittadini.(4-18401)