ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18385

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 713 del 05/11/2012
Firmatari
Primo firmatario: NASTRI GAETANO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 05/11/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO PER GLI AFFARI EUROPEI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 05/11/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18385
presentata da
GAETANO NASTRI
lunedì 5 novembre 2012, seduta n.713

NASTRI. -
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per gli affari europei.
- Per sapere - premesso che:

la normativa sui sacchetti della spesa biodegradabili, in vigore già dal 1o gennaio 2011, prevede il divieto di commercializzare i sacchetti della spesa in plastica tradizionale (polietilene), non biodegradabile; tuttavia, di quelli attualmente consentiti, solo alcuni (quelli conformi alla norma UNI EN 13432:2002) possono, dopo l'utilizzo, andare al compostaggio (cioè essere smaltiti insieme all'organico nella raccolta differenziata), al contrario dei sacchetti finto-ecologici resi biodegradabili grazie all'uso di additivi;

è opportuno ricordare inoltre che la plastica è attualmente consentita solo per determinate categorie di buste riutilizzabili, con precise grammature e sagome;

l'articolo 2 comma 4 del decreto-legge 25 gennaio 2012, n. 2, recante «Misure straordinarie e urgenti in materia ambientale» convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 28, per consentire un periodo di tempo ai produttori di adeguare i propri impianti e le tecnologie di produzione alla nuova normativa, aveva previsto una proroga del sistema sanzionatorio dal 31 luglio 2012 al 31 dicembre 2013, differendo in tal modo l'effettiva entrata in vigore della disciplina;

l'articolo 34, comma 19, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, recante «Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese» anticipa tuttavia, di un anno (dal 31 dicembre 2013 al 31 dicembre 2012) l'entrata in vigore delle sanzioni per la commercializzazione di sacchetti di plastica non conformi a quanto previsto dal decreto-legge n. 25 del 2012;

dal 1o gennaio 2013, pertanto la commercializzazione dei sacchetti non conformi (con spessore inferiore ai 60 micron) sarà punita con una sanzione amministrativa pecuniaria da 2.500 euro a 25.000 euro, aumentata fino al quadruplo del massimo se la violazione del divieto riguarda quantità ingenti di sacchi per l'asporto oppure un valore della merce superiore al 20 per cento del fatturato del trasgressore;

all'interno delle suesposte considerazioni, s'inserisce un recente avvertimento da parte dell'Unione europea, nei confronti del nostro Paese, secondo cui il divieto alla circolazione dei sacchetti con spessore inferiore ai 60 micron non è giustificabile;

a giudizio dell'istituzione europea, non è possibile vietare la circolazione di un bene che è conforme agli standard europei degli imballaggi, suggerendo in alternativa l'utilizzo della leva fiscale per disincentivare l'utilizzo dei sacchetti di plastica;

l'intervento dell'Unione europea riaccende pertanto un confronto tra da una parte le ragioni delle aziende che fino al 2010 producevano sacchetti di plastica senza preamboli, o di plastica additivata (biodegradabile ma non compostabile) e, dall'altra, quelle delle imprese di livello multinazionale, tra cui l'importante azienda Novamont di Novara, che producono bioplastiche;

l'interrogante evidenzia come, nell'ambito della complessa legislazione in materia ambientale e con particolare riferimento proprio alle norme che disciplinano l'utilizzo della bioplastica, emergano evidenti difficoltà nel coniugare le politiche ecologiche con quelle industriali;

l'attuale normativa infatti, come precedentemente riportato, prevede che i sacchetti monouso devono essere non solo biodegradabili ma anche compostabili e quindi prodotti con bioplastiche (risultato della lavorazione di amido di mais o di patate, ad esempio); quelli riutilizzabili possono essere di plastica ma devono avere uno spessore minimo che deve risultare essere non inferiore ai 60 micron (per i sacchetti usati nei negozi di abbigliamento e calzature ad esempio), mentre per le borse ad uso alimentare è possibile arrivare ad un tipo di shopper con uno spessore di almeno 200 micron;

l'interrogante rileva altresì, come a suo giudizio, quanto suesposto che ha determinato una situazione generale di evidente confusione e complessità sia a causa del richiamo da parte dell'Unione europea, che per una serie di difficoltà interpretative per le imprese del settore, nell'osservanza di una disciplina normativa manifestamente complicata, è da imputarsi ad una esasperazione ambientalista, che ha provocato enormi danni economici alle imprese produttive del settore;

l'entrata in vigore delle sanzioni, a giudizio dell'interrogante, unitamente ad una farraginosità normativa del settore esorbitante, determinerà infatti inevitabili ripercussioni sulla competitività delle imprese sul mercato, con gravi conseguenze sul fronte occupazionale -:

quali orientamenti, nell'ambito delle rispettive competenze intendano esprimere;

se i rilievi formulati da parte dell'Unione europea, in relazione alle caratteristiche previste in ordine allo spessore degli shopper ovvero alle maniglie dei sacchetti di plastica stabilite dall'attuale normativa, siano eccessivamente stringenti e rigorosi;

in caso affermativo, quali iniziative, intendano intraprendere nell'ambito delle rispettive competenze, a livello europeo, al fine di concordare un percorso normativo condivisibile ed evitare possibili infrazioni;

se non ritengano infine opportuno convocare le associazioni delle imprese più rappresentative, al fine di addivenire a soluzioni che possano determinare condivisioni più ampie ed, in particolare, salvaguardare il sistema produttivo delle imprese, i cui consumi, a seguito dell'introduzione delle norme sul divieto della circolazione dei sacchetti di plastica, si sono ridotti di un terzo. (4-18385)