ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18151

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 705 del 17/10/2012
Firmatari
Primo firmatario: ZAZZERA PIERFELICE
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 17/10/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
EVANGELISTI FABIO ITALIA DEI VALORI 17/10/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI delegato in data 17/10/2012
Stato iter:
19/12/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 19/12/2012
ORNAGHI LORENZO MINISTRO - (BENI E ATTIVITA' CULTURALI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 19/12/2012

CONCLUSO IL 19/12/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18151
presentata da
PIERFELICE ZAZZERA
mercoledì 17 ottobre 2012, seduta n.705

ZAZZERA e EVANGELISTI. -
Al Ministro per i beni e le attività culturali.
- Per sapere - premesso che:

il 10 luglio 2011 fra l'Agenzia regionale per lo sviluppo e l'innovazione dell'agricoltura del Lazio ARSIAL e l'istituto privato «Istituto Superiore per le Tecniche di Conservazione dei Beni Culturali dell'ambiente «A. De Stefano» (Isad)» sarebbe stata stipulata una convenzione triennale che darebbe mandato all'Istituto per il restauro del «patrimonio etrusco» dell'ARSIAL: un centinaio di importanti reperti provenienti da Vulci e dall'intera Maremma;

i reperti in questione - presumibilmente del valore di milioni di euro - sarebbero tenuti al chiuso di una stanza della sede dell'ARSIAL senza mai essere stati oggetto di alcun restauro né resi visibili al pubblico;

la convenzione stipulata dall'ARSIAL sarebbe destinata addirittura a permettere all'istituto Isad di individuare beni archeologici «ancora interrati», bypassando - si presume - gli archeologi delle sovrintendenze competenti;

una legge in vigore negli anni '50 ai tempi degli scavi necessari per le opere di riforma eseguite dall'Ente Maremma, stabiliva che a compenso degli oneri dovuti per le attività di scavo, parte dei reperti (circa l'80 per cento) divenissero di proprietà della ditta o ente che si era adoperato per gli scavi;

dal ritrovamento, avvenuto nei territori della maremma tosco-laziale, a tutt'oggi, le varie istituzioni che si sono avvicendate nel tempo (ente Maremma, Ersal e per ultima ARSIAL) non hanno mai pensato di rendere fruibili al pubblico i reperti di cui all'oggetto;

pare addirittura che, al momento, a causa di un trasferimento, la sede dell'Isad sembrerebbe introvabile -:

qualora la sopradescritta situazione, riportata dal quotidiano Il Corriere della Sera, corrisponda al vero se risulti alla competente soprintendenza:

che l'ARSIAL abbia stipulato una convenzione con un soggetto privato per il ritrovamento ed il restauro di reperti archeologici di valore;

per quali ragioni tali reperti non siano comunque mai stati oggetto nel corso degli anni di esposizioni pubbliche;

quali siano i titoli vantati dall'Isad in campo archeologico e del restauro.
(4-18151)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata mercoledì 19 dicembre 2012
nell'allegato B della seduta n. 736
All'Interrogazione 4-18151 presentata da
PIERFELICE ZAZZERA

Risposta. - Si fa riferimento all'atto di sindacato ispettivo in esame oggetto, con il quale l'interrogante chiede notizie su quanto riportato in un articolo del Corriere della Sera pubblicato in data 4 ottobre 2012 e, precisamente:

se l'Agenzia regionale per lo sviluppo e l'innovazione dell'agricoltura del Lazio (Arsial) abbia stipulato una convenzione con un soggetto privato per il ritrovamento e il restauro di reperti archeologici di valore provenienti da Vulci e dall'intera Maremma;

per quali ragioni tali reperti non siano mai stati oggetto di esposizioni pubbliche;

quali siano i titoli vantati in campo archeologico e del restauro dall'istituto superiore per le tecniche dei beni culturali e dell'ambiente «Antonino De Stefano» (Isad), soggetto con cui l'Arsal sarebbe in procinto di stipulare la convenzione sopra citata.
Al riguardo, si comunica quanto segue.
I materiali archeologici, attualmente nella disponibilità dell'Arsial furono, a suo tempo, concessi dal Ministero allora competente come premio di rinvenimento degli scavi eseguiti nei primi anni '60 dalla Società Hercle sui terreni di proprietà dell'Ente maremma nell'area dell'Osteria, una delle necropoli pertinenti all'antica città etrusca di Vulci in comune di Montalto di Castro (VT): tale procedura era, infatti, consentita dalla normativa allora vigente.
In considerazione di quanto emerso dall'articolo del Corriere della Sera del 4 ottobre 2012, la soprintendenza per i beni archeologici dell'Etruria meridionale ha subito avviato un'istruttoria finalizzata alla salvaguardia dell'intero complesso dei materiali archeologici, essendo sottoposti a tutela, ai sensi dell'articolo 10, comma 1, del Codice dei beni culturali e del paesaggio e, quindi, soggetti a tutte le attività di salvaguardia previste dalla normativa vigente.
Il 17 ottobre 2012 la citata soprintendenza ha effettuato un sopralluogo, sia per verificare le condizioni di sicurezza del deposito nel quale sono conservati i materiali archeologici, sia per valutare lo stato di conservazione dei reperti in questione.
Nel corso di quel sopralluogo il direttore generale vicario dell'Arsial ha consegnato al predetto ufficio copia dello schema di convenzione tra Arsial e Isad Onlus/Ong precisando, per le vie brevi, che la stessa convenzione non era ancora entrata in vigore.
La soprintendenza ha, comunque, precisato all'Arsial, sia nel corso del sopralluogo sopra richiamato, che con nota n. 9065 del 9 ottobre 2012, precedentemente inviata allo stesso ente, che qualsiasi intervento su beni culturali è subordinato all'autorizzazione del soprintendente competente, in forza dell'articolo 21, commi 4 e 5 del Codice dei beni culturali, e che qualunque attività di ricognizione, finalizzata ad una mappatura dei beni archeologici ancora interrati, può avere luogo solo dopo una specifica autorizzazione rilasciata, secondo la normativa vigente, dal Ministero per i beni e le attività culturali.
Infine, successivamente al menzionato sopralluogo del 17 ottobre, personale tecnico-scientifico della soprintendenza ha avviato, in base ai verbali di ripartizione agli atti della stessa, il sistematico controllo della collezione per verificarne lo stato di fatto, anche al fine di stabilire gli interventi di conservazione e restauro che dovessero essere necessari.
Circa la mancata esposizione al pubblico della collezione, si deve richiamare quanto sopra riferito relativamente al fatto che si tratta di materiali all'epoca concessi alla società Hercle e all'Ente Maremma come premio di rinvenimento regolato dalla normativa allora vigente, che non prevedeva l'obbligo di esposizione.
Quanto ai titoli dell'istituto superiore per le tecniche di conservazione dei beni culturali e dell'ambiente «Antonio De Stefano», risulta dallo schema di convenzione fra Arsial ed Isad che l'istituto è l'ente di ricerca riconosciuto legalmente dal Presidente della regione Sicilia, che è iscritto al n. 40 del Registro delle persone giuridiche della regione Sicilia, che dal 2002 è incluso nell'anagrafe nazionale delle ricerche del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca come ente di ricerca.

Il Ministro per i beni e le attività culturali: Lorenzo Ornaghi.