DI GIUSEPPE e BORGHESI. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:
i quotidiani di giovedì 11 ottobre 2012 hanno riportano l'episodio denunciato dalla trasmissione Rai3 «Chi l'ha visto» del 10 ottobre 2012, che ha trasmesso un video amatoriale in cui si vede la reazione di un bambino di dieci anni, che cerca disperatamente di liberarsi dagli agenti di polizia, che cercano di trascinarlo e caricarlo su un auto, priva di contrassegni, con l'intento di portarlo via da una scuola elementare di Cittadella (Padova);
nel video si nota chiaramente come i tentativi di liberarsi del bambino siano vani e come il minore chieda disperatamente aiuto ad una zia presente all'accaduto;
i quotidiani La Stampa e Il Messaggero, parlano dell'accaduto e riprendono il filmato trasmesso dalla trasmissione «Chi l'ha visto»;
l'episodio si è verificato a seguito di un'ordinanza della corte d'appello di Venezia, che stabiliva «l'allontanamento del minore dall'ambiente materno, e il suo affido in via esclusiva al padre», con collocamento in una comunità;
la mamma di Leonardo, il minore, ha dichiarato: «Sono andata nella casa famiglia con il pediatra e ho chiesto che il bambino venisse visitato, ma non mi è stato permesso»; ha anche dichiarato che al minore era stata diagnosticata la Pas (sindrome da alienazione parentale);
sarebbe opportuno comprendere le ragioni del diniego opposto dalla casa famiglia e quindi dagli assistenti sociali circa la visita pediatrica;
gli assistenti sociali avevano provato altre quattro volte, dal 25 agosto in poi, a eseguire il provvedimento che toglieva il ragazzo alla madre, per affidarlo al padre. La prima volta il bambino si era rifugiato nella sua cameretta, rimanendo aggrappato alla rete del letto per ore ed altre ancora aveva opposto una resistenza tale da far sospendere l'esecuzione. Appare chiarissimo alla scrivente, visto il delicato equilibrio del minore, che il comportamento tenuto dagli agenti di polizia, già deprecabile in casi di relativa normalità, sia assolutamente da condannare in una vicenda così complessa;
la professoressa Marina Zanon, preside della scuola, ha dichiarato: «Anch'io sono rimasta sconvolta e turbata da quanto ho visto ieri. Ho visto le immagini di Chi l'ha visto, fornite alla trasmissione dalla zia del piccolo, e mi hanno fatto piangere, perché penso alla situazione drammatica in cui si trova ora il piccolo»;
molti genitori degli alunni della scuola elementare di Cittadella (Padova), in questi giorni stanno protestando contro l'accaduto;
in una nota del Presidente del Senato Schifani si legge che le immagini proiettate: «hanno creato indignazione e sgomento in tutti noi italiani. I bambini hanno diritto ad essere ascoltati e rispettati, e ogni provvedimento che li riguardi deve essere posto in essere con la prudenza e l'accortezza imposti dalla loro particolare situazione minorile. Comportamenti come quello al quale abbiamo tutti assistito, meritano immediati chiarimenti ed eventuali provvedimenti». Dichiarazione perfettamente condivisibile;
sono necessarie urgenti iniziative per limitare prima, ed eventualmente risarcire poi, il trauma psicologico-emotivo cagionato al minore;
il questore di Padova, Vincenzo Montemagno, con inaudita mancanza di delicatezza, ha dichiarato: «È stata una spettacolarizzazione messa in atto dai familiari materni in una vicenda complessa», commentando l'intervento dei suoi uomini nella scuola di Cittadella. Un commento, a parere della scrivente, inopportuno e deprecabile;
il lavoro della Commissione parlamentare per l'infanzia ha già evidenziato come spesso i diritti dei minori vengono violati anche in un Paese ricco ed industrializzato come l'Italia, e l'episodio in oggetto ne è la dimostrazione. Appare evidente che la garanzia dei diritti dei minori dovrebbe essere un pilastro fondamentale anche per il nostro Paese;
anche la recente ratifica della Convenzione di Lanzarote, strumento necessario alla lotta contro gli abusi sui minori, evidenzia come e quanta attenzione si debba porre all'indirizzo dei bambini, non è quindi pensabile né accettabile che si transiga su episodi come quello in oggetto, qualsiasi violenza lascia tracce indelebili nella psiche dei minori -:
se il ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto e quali iniziative intenda prendere in merito all'accaduto;
se non si ritenga necessario individuare gli agenti che hanno eseguito il prelevamento del minore, anche attraverso l'intervento del capo della polizia Antonio Manganelli.(4-18100)