ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18100

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 702 del 12/10/2012
Firmatari
Primo firmatario: DI GIUSEPPE ANITA
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 12/10/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI 12/10/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 12/10/2012
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 17/10/2012
Stato iter:
22/01/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/01/2013
DE STEFANO CARLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 18/10/2012

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/01/2013

CONCLUSO IL 22/01/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18100
presentata da
ANITA DI GIUSEPPE
venerdì 12 ottobre 2012, seduta n.702

DI GIUSEPPE e BORGHESI. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:

i quotidiani di giovedì 11 ottobre 2012 hanno riportano l'episodio denunciato dalla trasmissione Rai3 «Chi l'ha visto» del 10 ottobre 2012, che ha trasmesso un video amatoriale in cui si vede la reazione di un bambino di dieci anni, che cerca disperatamente di liberarsi dagli agenti di polizia, che cercano di trascinarlo e caricarlo su un auto, priva di contrassegni, con l'intento di portarlo via da una scuola elementare di Cittadella (Padova);

nel video si nota chiaramente come i tentativi di liberarsi del bambino siano vani e come il minore chieda disperatamente aiuto ad una zia presente all'accaduto;

i quotidiani La Stampa e Il Messaggero, parlano dell'accaduto e riprendono il filmato trasmesso dalla trasmissione «Chi l'ha visto»;

l'episodio si è verificato a seguito di un'ordinanza della corte d'appello di Venezia, che stabiliva «l'allontanamento del minore dall'ambiente materno, e il suo affido in via esclusiva al padre», con collocamento in una comunità;

la mamma di Leonardo, il minore, ha dichiarato: «Sono andata nella casa famiglia con il pediatra e ho chiesto che il bambino venisse visitato, ma non mi è stato permesso»; ha anche dichiarato che al minore era stata diagnosticata la Pas (sindrome da alienazione parentale);

sarebbe opportuno comprendere le ragioni del diniego opposto dalla casa famiglia e quindi dagli assistenti sociali circa la visita pediatrica;

gli assistenti sociali avevano provato altre quattro volte, dal 25 agosto in poi, a eseguire il provvedimento che toglieva il ragazzo alla madre, per affidarlo al padre. La prima volta il bambino si era rifugiato nella sua cameretta, rimanendo aggrappato alla rete del letto per ore ed altre ancora aveva opposto una resistenza tale da far sospendere l'esecuzione. Appare chiarissimo alla scrivente, visto il delicato equilibrio del minore, che il comportamento tenuto dagli agenti di polizia, già deprecabile in casi di relativa normalità, sia assolutamente da condannare in una vicenda così complessa;

la professoressa Marina Zanon, preside della scuola, ha dichiarato: «Anch'io sono rimasta sconvolta e turbata da quanto ho visto ieri. Ho visto le immagini di Chi l'ha visto, fornite alla trasmissione dalla zia del piccolo, e mi hanno fatto piangere, perché penso alla situazione drammatica in cui si trova ora il piccolo»;

molti genitori degli alunni della scuola elementare di Cittadella (Padova), in questi giorni stanno protestando contro l'accaduto;

in una nota del Presidente del Senato Schifani si legge che le immagini proiettate: «hanno creato indignazione e sgomento in tutti noi italiani. I bambini hanno diritto ad essere ascoltati e rispettati, e ogni provvedimento che li riguardi deve essere posto in essere con la prudenza e l'accortezza imposti dalla loro particolare situazione minorile. Comportamenti come quello al quale abbiamo tutti assistito, meritano immediati chiarimenti ed eventuali provvedimenti». Dichiarazione perfettamente condivisibile;

sono necessarie urgenti iniziative per limitare prima, ed eventualmente risarcire poi, il trauma psicologico-emotivo cagionato al minore;

il questore di Padova, Vincenzo Montemagno, con inaudita mancanza di delicatezza, ha dichiarato: «È stata una spettacolarizzazione messa in atto dai familiari materni in una vicenda complessa», commentando l'intervento dei suoi uomini nella scuola di Cittadella. Un commento, a parere della scrivente, inopportuno e deprecabile;

il lavoro della Commissione parlamentare per l'infanzia ha già evidenziato come spesso i diritti dei minori vengono violati anche in un Paese ricco ed industrializzato come l'Italia, e l'episodio in oggetto ne è la dimostrazione. Appare evidente che la garanzia dei diritti dei minori dovrebbe essere un pilastro fondamentale anche per il nostro Paese;

anche la recente ratifica della Convenzione di Lanzarote, strumento necessario alla lotta contro gli abusi sui minori, evidenzia come e quanta attenzione si debba porre all'indirizzo dei bambini, non è quindi pensabile né accettabile che si transiga su episodi come quello in oggetto, qualsiasi violenza lascia tracce indelebili nella psiche dei minori -:

se il ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto e quali iniziative intenda prendere in merito all'accaduto;

se non si ritenga necessario individuare gli agenti che hanno eseguito il prelevamento del minore, anche attraverso l'intervento del capo della polizia Antonio Manganelli.(4-18100)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata martedì 22 gennaio 2013
nell'allegato B della seduta n. 739
All'Interrogazione 4-18100 presentata da
ANITA DI GIUSEPPE

Risposta. - Con l'interrogazione indicata in oggetto, l'interrogante chiede chiarimenti in merito al recente episodio avvenuto nel comune di Cittadella, relativo all'esecuzione di un provvedimento di allontanamento di un minore dall'ambiente familiare materno.
La vicenda ha suscitato una forte reazione emotiva in tutta l'opinione pubblica e questa amministrazione ha immediatamente fornito elementi di conoscenza al Parlamento - nel corso dell'informativa urgente svolta lo scorso 12 ottobre - sottolineando come l'intervento della Polizia in quell'occasione sia stato determinato dalla necessità di dare assistenza agli operatori dei servizi sociali e consentire l'attuazione del predetto provvedimento dell'autorità giudiziaria (subito dopo il rigetto del ricorso con il quale la madre ne aveva chiesto la sospensiva).
Su disposizione del giudice, infatti, il padre aveva richiesto per l'esecuzione del provvedimento il supporto dei servizi sociali e della forza pubblica, oltre che di uno psichiatra consulente tecnico della Corte d'appello. Quest'ultimo era stato interessato dai servizi sociali ai fini dell'individuazione dell'istituto scolastico frequentato dal minore, quale luogo più idoneo per l'intervento.
Sul posto si sono recati, insieme al padre e al citato consulente tecnico d'ufficio, anche quattro operatori dei servizi sociali del comune di Padova, tra cui il responsabile ed uno psicologo, nonché tre dipendenti della questura, di cui due operatrici dell'ufficio minori ed un dipendente del Gabinetto interregionale polizia scientifica, tutti in abiti civili.
La presenza della polizia scientifica si è resa necessaria per documentare - anche con riprese video - le fasi dell'intervento, in quanto i familiari del bambino già in passato avevano reagito a precedenti esecuzioni, effettuate presso l'abitazione materna. In quelle occasioni il Consulente tecnico d'ufficio e gli assistenti sociali erano stati indotti a non procedere all'attuazione del provvedimento. Si fa comunque presente che all'intervento non hanno assistito i compagni di classe, per effetto della decisione, adottata dal dirigente scolastico, di allontanarli dall'aula, dove rimaneva pertanto il minore in compagnia di un insegnante.
Solo dopo che era stato verificato, attraverso un colloquio tenuto dal minore con lo psichiatra e lo psicologo, l'impossibilità di ottenere una condotta volontaria da parte del bambino, il padre è entrato nell'edificio scolastico per prelevano fisicamente e condurlo nell'autovettura in dotazione ai servizi sociali (che lo avrebbe accompagnato alla comunità di accoglienza).
Per effetto della condotta recalcitrante del minore - su richiesta del padre e su sollecitazione del Consulente tecnico d'ufficio - sono intervenuti gli operatori di polizia, al solo fine di salvaguardare l'incolumità del bambino.
Appena uscito dall'ingresso secondario dell'edificio scolastico, il minore invocava con urla l'intervento dei familiari della madre, allontanati a fatica dai tre operatori di polizia.
In tale fase concitata, il padre afferrava per le gambe il bambino, aiutato da un assistente di polizia che lo sollevava da terra per evitare che il minore si potesse far male.
Nonostante la resistenza sempre più accesa dei familiari, gli operatori di polizia riuscivano ad allontanarli dal veicolo, consentendone le partenza.
Ai parenti che continuavano a protestare vivacemente contro le forze dell'ordine, chiedendo l'esibizione del provvedimento di diniego della sospensiva, un ispettore capo della polizia di Stato ha replicato, con espressioni assolutamente non professionali, che il grado di parentela con il minore non giustificava la richiesta.
Durante tutto l'intervento, il padre, il Consulente tecnico d'ufficio ed il personale dei servizi sociali, nonostante la difficile situazione venutasi a creare, hanno mostrato la ferma volontà di portare a termine l'esecuzione del provvedimento giudiziario.
I fatti sono stati tempestivamente riferiti all'autorità giudiziaria con un'informativa corredata da tutti gli atti acquisiti, tra i quali anche il video prodotto dalla polizia scientifica.
Come è noto, in ordine all'attività svolta dalle forze dell'ordine è stata avviata, su disposizione del capo della polizia, un'apposita inchiesta conoscitiva, condotta dai massimi rappresentanti dell'ufficio centrale ispettivo del dipartimento della pubblica sicurezza, che dovrà valutare le condotte poste in essere alla luce della complessiva documentazione e dei conseguenti elementi di valutazione acquisiti.

Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Carlo De Stefano.