ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18056

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 700 del 10/10/2012
Firmatari
Primo firmatario: SCILIPOTI DOMENICO
Gruppo: POPOLO E TERRITORIO (NOI SUD-LIBERTA' ED AUTONOMIA, POPOLARI D'ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, DEMOCRAZIA CRISTIANA)
Data firma: 10/10/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 10/10/2012
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 15/10/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18056
presentata da
DOMENICO SCILIPOTI
mercoledì 10 ottobre 2012, seduta n.700

SCILIPOTI. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:

le notizie che giungono da Terni a proposito della vendita di un pezzo pregiato delle acciaierie, l'impianto BA dove si lavorano acciai inox di alta qualità, hanno creato uno stato di apprensione e di ansia tra le maestranze e l'intera Umbria producendo le acciaierie e il suo indotto circa il 25 per cento del PIL regionale;

le sorti di questa azienda storica e strategica, fino agli anni novanta di proprietà dello Stato, sono a tutt'oggi assolutamente incerte in quanto negli anni novanta l'azienda è stata letteralmente regalata ad una multinazionale straniera che l'ha «spremuta» privandola sia di lavorazioni pregiate come le produzioni di acciaio Magnetico e Titanio in cui era leader mondiale, sia di know how (impianti innovativi e brevetti trasferiti in Germania);

tra i lavoratori coinvolti cresce la preoccupazione che la mancanza di un governo politico in Italia possa rendere ancora più vulnerabile il sito ternano, che è rimasto l'unico sito siderurgico per i prodotti piani di acciaio inox dopo la nefasta chiusura dello stabilimento di Torino e che rischia di essere svenduto nella trattativa tra finlandesi, tedeschi e l'Antitrust europeo, trattativa in cui l'Italia non è presente né è stata chiamata a dire la sua;

le preoccupazioni dei lavoratori hanno, purtroppo, basi molto concrete stante anche le scelte politiche operate da questo Governo sia in materia di ammortizzatori sociali che con il pesante aumento dell'età pensionabile che, in molte realtà industriali, significa, per molti lavoratori, che aumenta il rischio di essere espulsi dal mercato del lavoro senza alcuna prospettiva alternativa -:

se e come si intenda tutelare l'eccellenza dell'industria italiana che sopravvive in un contesto di grosse difficoltà economiche e come, in ogni caso, si intenda salvaguardare i lavoratori;

se non si ritenga necessario ed urgente attivarsi affinché, nell'attuale trattativa sul futuro dell'azienda in oggetto, si arrivi ad una partecipazione di aziende italiane pubbliche e/o private, in modo da far tornare sotto il controllo dello Stato nazionale uno degli asset strategici più importanti della nostra produzione industriale;

se e come si intenda dar corso a quanto richiesto nell'ordine del giorno 9/4865-B/14, presentato dal sottoscritto e accolto dal Governo nella seduta n. 591 di giovedì 23 febbraio 2012, che testualmente impegna il Governo a «valutare la possibilità nei limiti e nel rispetto delle esigenze di finanza pubblica, che a integrazione degli atti di indirizzo ministeriale n. 471 dell'8 marzo 2001, n. 476 del 20 febbraio 2001 e n. 562 del 17 aprile 2001 con i quali è stato individuato, per il sito produttivo della Società "Acciai speciali Terni - Ilva Laminati Piani", lo stabilimento di Torino come unico beneficiario dell'applicazione della legge 24 dicembre 2007, n. 247, si estenda l'applicazione di tali benefici, dovuti all'esposizione all'amianto, anche a tutte le società, imprese e aziende in Italia i cui lavoratori sono esposti all'amianto come ad esempio i lavoratori della Società ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni S.p.a., già Società Acciai Speciali Terni alla Società e controllate o partecipate dello stabilimento sito nella località di Terni».(4-18056)