ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17953

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 697 del 04/10/2012
Firmatari
Primo firmatario: DI STANISLAO AUGUSTO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 04/10/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELLA DIFESA 04/10/2012
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 06/11/2012
Stato iter:
13/12/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 13/12/2012
DE MISTURA STAFFAN SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 13/12/2012

CONCLUSO IL 13/12/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17953
presentata da
AUGUSTO DI STANISLAO
giovedì 4 ottobre 2012, seduta n.697

DI STANISLAO. -
Al Ministro della difesa, al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:

un recente rapporto dell'Ong inglese Oxfam afferma che negli ultimi tre anni l'Iran ha importato armi di ogni tipo per un valore di 350 milioni di dollari;

il rapporto diffuso da Oxfam, che riguarda complessivamente 10 Paesi sotto embargo di armi che hanno continuato imperterriti ad armarsi, conferma di fatto quello emesso dal Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI) nel gennaio del 2012 il quale evidenziava proprio la grande mole di acquisti che Teheran stava facendo sul mercato delle armi;

secondo il Sipri, Teheran, nel tentativo di aggirare embargo sulle armi e sanzioni, avrebbe cambiato nome ad almeno 90 navi (petroliere e mercantili) su una flotta di 123 unità. Con queste navi, alle quali è stato disattivato anche il trasponder, l'Iran trasporterebbe armi, greggio e persino grandi partite di droga che servono a finanziare l'acquisto delle merci proibite;

il 15 febbraio 2012 il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha annunciato l'inaugurazione di 3000 nuove centrifughe per l'arricchimento dell'uranio al 20 per cento, che vanno ad aggiungersi alle 6000 già attive; quest'attività si svolge nell'impianto sotterraneo di Fordo, la cui esistenza è stata rivelata dalle autorità iraniane solamente nel settembre 2009, dopo essere stata tenuta segreta di fronte agli osservatori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA) ai quali nel mese di gennaio 2012 è stato impedito di accedere alla base militare di Parchin, a sud-est di Teheran, dove si crede l'Iran stia portando avanti la fase di sperimentazione di armi nucleari;

dal 5 al 15 dicembre 2011, il deserto del Negev ha ospitato l'operazione «Desert dusk», che ha visto impegnati i velivoli dell'Aeronautica militare italiana insieme a quelli della Israeli Air Force;

l'operazione «desert dusk» è un'esercitazione che rientra nel programma di collaborazione militare e coordinamento tra l'aeronautica italiana e quella israeliana, finalizzata a mettere a punto procedure e tecniche di azione congiunta per l'intervento in zone di crisi, e che si è svolta nella base militare di Ovda, nel deserto del Neghev, solitamente utilizzata come scalo di charter turistici verso le località del Mar Rosso;

sono venticinque i velivoli impegnati, tra cui gli F15 e gli F16 dell'Aeronautica israeliana, oltre a quelli di Grosseto, del 36° stormo di Gioia del Colle e del 50° di Piacenza, per un totale di 100 missioni di volo e 150 militari impegnati;

secondo la Difesa italiana è stata un'ottima opportunità addestrativa, perché condotta in un Paese che vanta eccellenze nel campo della Difesa;

risulta che a fine ottobre 2012 era stata la Turchia a negare l'autorizzazione a sorvolare il proprio spazio aereo alle esercitazioni militari israeliane, portando la I.A.F. a chiedere la disponibilità, subito accordata, della base militare di Decimomannu, in Sardegna per l'operazione Vega;

inoltre, secondo il quotidiano israeliano Ha'aretz, ci sarebbe da parte israeliana l'interesse all'acquisto di nuovi mezzi prodotti da Alenia Aermacchi, e Finmeccanica avrebbe già firmato accordi quadro per rifornire l'Italia di aerei senza pilota e nuovi radar;

va tenuto conto, pertanto, dei rapporti economici, commerciali, militari e diplomatici che legano l'Italia all'Iran e dell'attuale situazione che coinvolge l'intera comunità internazionale circa il programma nucleare iraniano -:

se il Governo non ritenga di rivedere i rapporti che legano l'Italia e l'Iran tenendo conto principalmente della questione nucleare, delle lacune nel rispetto dei diritti fondamentali riconosciuti dalle convenzioni di carattere internazionale già firmate e ratificate e del traffico di armi verso gruppi terroristici di vario tipo. (4-17953)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata giovedì 13 dicembre 2012
nell'allegato B della seduta n. 734
All'Interrogazione 4-17953 presentata da
AUGUSTO DI STANISLAO

Risposta. - Le preoccupazioni manifestate dall'interrogante riguardanti l'Iran sono affrontate dal Governo italiano, ed in particolare dal Ministero degli affari esteri, con grandissima attenzione nell'ambito di una strategia condivisa con l'Unione europea e la comunità internazionale.
Scopo delle pressioni nei confronti di Teheran, sia in materia di diritti umani che nell'ambito del dossier nucleare, è infatti quello di indurre il Governo iraniano a rispettare i suoi impegni internazionali. A tale fine, la comunità internazionale sta perseguendo una strategia cosiddetta di «doppio binario» («dual track»), nell'ambito della quale le sanzioni costituiscono lo strumento principale attraverso il quale indurre la Repubblica islamica a rispettare gli obblighi imposti dalle convenzioni in materia e dal trattato di non proliferazione dei quali essa è parte.
A seguito della decisione del luglio 2012 dell'Unione europea di non importare più petrolio e di sottoporre a ulteriori fortissime limitazioni i movimenti finanziari con il Paese e nel contesto di un crescente isolamento internazionale.
Tuttavia, il mantenimento di canali istituzionali di dialogo con Teheran - sia in ambito bilaterale che multilaterale, come nel caso del negoziato condotto dall'Unione europea e dai 5+1 sul nucleare - è un'esigenza necessaria al fine di prevenire il rischio di una pericolosa escalation della tensione, che potrebbe condurre a un conflitto militare la cui estensione e i cui esiti potrebbero rivelarsi catastrofici e protratti nel tempo.
L'Italia, pertanto, continuerà ad intrattenere regolari relazioni diplomatiche con l'Iran, al pari degli altri Paesi membri dell'Unione europea, pur non registrandosi più da anni incontri a livello governativo, in assenza di concreti progressi nel dialogo con l'Unione europea sui diritti umani e con i Paesi del Gruppo 5+1 sulla questione nucleare. Per altro verso, i canali diplomatici consentono un costante richiamo ad atteggiamenti più costruttivi da parte delle Autorità di Teheran che, condizionate da divisioni interne e indebolite dagli effetti economici delle sanzioni, temono che le richieste della comunità internazionale mirino in realtà a promuovere un cambio di regime.
Per quanto attiene alla compravendita di armi, occorre specificare che l'Unità per le autorizzazioni di materiali di armamento applica rigorosamente la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite n. 1929 del 2010, che, rispetto alle misure già varate con le risoluzioni 1737 del 2006 e 1747 del 2007 nei confronti del Paese, ha stabilito ulteriori restrizioni alla vendita di armamento pesante convenzionale come stabilito dalle categorie del registro delle Nazioni Unite sulle armi convenzionali. Oltre alle citate norme internazionali, vengono puntualmente rispettate le sanzioni stabilite nei confronti del Paese in ambito europeo (posizioni comuni del Consiglio n. 2007/104/PESC e 2007/206/PESC).
Per quanto riguarda specificamente l'Italia, si applica un embargo totale sulle movimentazioni dei materiali di armamento verso l'Iran.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Staffan de Mistura.