ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. -
Al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:
secondo quanto riferito da Shapoor Ebrahimi, cittadino iraniano che vive in Italia da molti anni e dove ha sposato Stefania Fraire, cittadina italiana, si apprende che nel giugno 2012 Mazyar Ebrahimi, fratello di Shapoor, è stato arrestato a Teheran dai servizi segreti iraniani per «motivi di sicurezza nazionale»;
Mazyar Ebrahimi sarebbe attualmente detenuto senza che gli sia stata formalmente contestata alcuna pubblica accusa e senza che i famigliari, che ancora vivono in Iran, abbiano potuto vederlo, né conoscere i reali motivi dell'arresto ed il luogo in cui è detenuto;
il 6 agosto 2012, la tv nazionale iraniana, ha mandato in onda un documentario di 40 minuti, intitolato «Terror Club», che ha mostrato un gruppo di 14 cittadini iraniani, otto uomini e sei donne, presumibilmente coinvolti nell'uccisione di 5 scienziati nucleari a partire dal 2010;
la trasmissione ha mostrato la ricostruzione degli omicidi da parte di un sicario a bordo di una motocicletta e le presunte «confessioni» di 13 dei sospettati, che avrebbero ricevuto un addestramento militare, in un campo d'addestramento nella periferia di Tel-Aviv, finanziato dagli Stati Uniti;
Mazyar Ebrahimi era tra i 13 sospettati del documentario e nel video ammetteva di aver lavorato per Israele nella pianificazione e nell'attuazione degli omicidi di 5 scienziati impegnati nel programma nucleare iraniano, fatto che a detta del fratello Shapoor è assolutamente falso e aumentano le preoccupazioni di familiari ed amici che considerano la confessione falsa ed estorta sotto costrizione anche se nel video Mazyar non mostra segni di violenza fisica;
sono ben noti i metodi usati dal regime iraniano all'interno delle carceri, ed in particolare in quello di Evin, dove i detenuti vengono torturati, fisicamente con fustigazione, privazione del sonno, immersioni in acqua, bruciature e psicologicamente con minacce di violenza direttamente rivolte al detenuto o nei confronti di membri della famiglia, la partecipazione a esecuzioni, le cosiddette «mock executions» (finte esecuzioni) senza contare che viene detto ai detenuti che tutte le persone a lui vicine si sono dimenticate di lui e che lo credono colpevole;
alcuni detenuti sono stati messi in piccoli box, (50centimetri x 80 centimetri x 140 centimetri) con gli occhi bendati e in silenzio assoluto, per tratti di 17 ore con due pause di 15 minuti per mangiare e andare in bagno;
queste torture possono durare mesi - fino a quando il prigioniero accetta di rilasciare un'intervista;
Mazyar Ebrahimi ha 38 anni, è il secondo di quattro figli ed il cui padre e un celebre direttore della fotografia, ora in pensione, molto conosciuto in Iran per il suo lavoro e per essere uno dei fondatori di 3 centri televisivi iraniani negli anni 60;
Mazyar è nato e cresciuto a Teheran, dove vivono i genitori e la sorella, mentre l'altro fratello minore risiede a Damasco;
Mazyar ha lavorato per molti anni per la televisione iraniana e nel 2006 ha fondato l'Ahoura Broadcast & Media Solutions Ltd. Co a Sulaymaniyah, in Iraq che si occupa di fornire servizi ed attrezzature per il cinema e la televisione in tutto il medio-oriente, comprese le tv di Stato iraniane fra cui l'importante tv in lingua araba Al Alarti, nata recentemente e stava anche chiudendo un altro contratto ancora più importante con Presstv;
Mazyar, per il suo lavoro ha viaggiato molto nonostante nel corso dell'ultimo anno abbia lavorato principalmente in Iran, avendo vinto importanti gare d'appalto con la tv di Stato iraniana -:
di quali informazioni disponga il Ministro in merito ai fatti riferiti in premessa e quali iniziative si intendano assumere a tutela dei diritti umani e della dignità di Mazyar Ebrahimi. (4-17827)