ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17651

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 686 del 17/09/2012
Firmatari
Primo firmatario: DI GIUSEPPE ANITA
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 17/09/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ROTA IVAN ITALIA DEI VALORI 17/09/2012
MESSINA IGNAZIO ITALIA DEI VALORI 17/09/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 17/09/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 17/10/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17651
presentata da
ANITA DI GIUSEPPE
lunedì 17 settembre 2012, seduta n.686

DI GIUSEPPE, ROTA e MESSINA. -
Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:

la World development movement (WDM) è una organizzazione non governativa inglese attiva da anni nelle campagne per la lotta alla povertà; nel suo rapporto «The great hunger lottery: How banking speculation causes food crises», la WDM denuncia come le grandi banche ed i principali fondi speculativi (hedge funds) hanno contribuito in modo determinante ad aggravare ulteriormente i Paesi più poveri del mondo, attraverso il sistema delle speculazioni effettuate sull'andamento dei prezzi delle materie prime alimentari, un sistema che, a qualche anno dal collaudo, continua a generare profitti vergognosamente elevati;

secondo il rapporto del WDM, grandi banche e fondi speculativi, tra il 2006 e il 2008 hanno gonfiato il mercato alimentare con una delle peggiori bolle speculative della storia generando un'impennata dei prezzi che ha ridotto alla fame centinaia di milioni di persone; quindi dietro la clamorosa impennata dei prezzi degli alimentari ci sarebbe l'insaziabile avidità di banche e fondi speculativi;

secondo la Fao, a giugno del 2009 almeno un miliardo di persone risultava soffrire di denutrizione cronica a seguito tanto della recessione globale, quanto di «un'insensata impennata dei prezzi». Nel rapporto si evidenzia come l'andamento dei prezzi di mercato non dipenda dai tipici fattori della domanda e dell'offerta, infatti dal 2006 alla metà del 2008 il prezzo del frumento è aumentato del 110 per cento, esattamente come quello del petrolio. Il cacao ha visto il suo valore di mercato aumentare del 90 per cento fronte del +70 per cento del caffè e del mostruoso +180 per cento del mais. Con ricadute anche sul territorio nazionale italiano;

secondo il Comitato per la sicurezza nazionale e gli affari governativi degli Stati Uniti, gli investimenti legati alle materie prime sono passati dai 13 miliardi di dollari del 2003, ai 260 miliardi di dollari del 2008. Contemporaneamente il prezzo medio delle 25 principali commodit era aumentato del 183 per cento. Le scommesse fioccavano grazie anche al crescente successo di fondi comuni d'investimento ad hoc, i celebri Exchange traded commodities (ETC), che attraevano una crescente clientela di risparmiatori (molti dei quali in Italia, principale piazza europea degli Etc dopo quella del Regno Unito) in fuga dai mercati tradizionali di azioni e obbligazioni;

nell'agosto del 2008, un rapporto della banca francese Credit Agricole, sottolineò la posizione di mercato dei derivati scambiati sulla piazza di Chicago che ammontava a un quarto dell'intera produzione mondiale di mais e soia e all'8 per cento di quella del frumento;

secondo quanto riportato in un articolo de «Il fatto quotidiano» del 12 settembre 2012, che riprende una nota dell'agenzia giornalistica «TMNews» del 1o settembre 2012, il World development movement, ha stilato una lista degli istituti di credito che hanno guadagnato di più speculando sul rincaro dei beni agricoli;

in testa a questa classifica appare la banca inglese Barclays Bank, la stessa dello scandalo sulla manipolazione del Libor che attraverso speculazioni sui prezzi di alimenti base come grano o soia, avrebbe prodotto guadagni per mezzo miliardo di sterline (630 milioni di euro) negli ultimi due anni. Numeri alla mano, nel 2012 le quotazioni della soia sono aumentate di oltre il 30 per cento e, durante l'estate, quelle di grano e del mais sono aumentate rispettivamente del 30 e del 38 per cento. La Banca mondiale ha recentemente segnalato che il costo medio mondiale degli alimenti base è ormai ai massimi storici e ha denunciato come 44 milioni di persone nel 2011 siano scivolate nella povertà a causa della corsa dei prezzi del cibo;

il rapporto del World development movement, oltre a Barclays bank, indica Goldman Sachs e Morgan Stanley tra le banche più attive nella speculazione alimentare, a seguire indicano la Royal Bank of Scotland, HSBC, Jp Morgan, la svizzera Ubs. Grandi speculatori su beni alimentari erano fino a poco tempo fa anche gli istituti tedeschi: Deutsche Bank e Commerzbank; ma una crescente pressione dell'opinione pubblica le ha indotte a ridimensionare sensibilmente la loro attività in questo campo;

le banche indicate erano già finite nell'occhio del ciclone nel 2008, quando in pochi mesi i prezzi dei beni agricoli volarono alle stelle innescando crisi alimentari, proteste e rivolte in diversi paesi del mondo. Anche se appare difficile stabilire con esattezza quale sia l'incidenza della speculazione nel movimento al rialzo dei prezzi, tuttavia è innegabile che un effetto ci sia e ad ammetterlo sono stati gli stessi analisti di Barclays che in una nota inviata all'epoca, ai propri clienti hanno spiegato come l'azione della finanza stia effettivamente spingendo i prezzi al rialzo;

secondo un'inchiesta pubblicata dal quotidiano «il Sole 24 Ore», di concerto con le banche potrebbero aver operato anche fondi d'investimento, particolarmente sospettati di aver ricattato gli operatori mettendoli sotto pressione con l'offerta, in cambio di tassi favorevoli, dell'utilizzo di servizi della banca;

l'autorità antitrust dell'Unione europea, sulla base del sospetto dell'esistenza di un cartello tra gli istituti bancari, relativo al mercato dei derivati sui tassi d'interesse indicizzati sia all'Euribor che al Libor, lo scorso ottobre ha avviato una indagine; il rischio concreto è che le speculazioni abbiano forti ricadute anche sui mercati agricoli europei e quindi su quelli italiani;

anche la Coldiretti, in una nota del 21 luglio 2012, evidenziava il parallelismo tra la crisi finanziaria a quella alimentare, denunciando il record storico raggiunto per le quotazioni di soia e mais, necessari a nutrire gli animali per produrre latte e carne sui quali si riflettono i rincari e anche l'aumento del prezzo del grano destinato a produrre il pane. Da questa analisi della Coldiretti, formulata sulla base delle quotazioni di chiusura settimanale al Chicago Board of trade, si evince come l'andamento dei prezzi delle materie prime agricole stia provocando effetti negativi sui mercati internazionali dove, con i rincari, si prospetta una ripresa dell'inflazione;

sempre secondo i dati della Coldiretti, i rincari si faranno sentire anche nel nord Italia, dove la siccità ha provocato «la perdita di decine di migliaia di ettari coltivati a mais, necessario, insieme alla soia nelle stalle all'alimentazione degli animali per la produzione di carne e latte e quindi di formaggi e salumi»; da qui il conseguente danno per la produzione, che ostacola anche la ripresa del Pil in Italia che è dipendente dall'estero per quasi un terzo delle materie prime agricole che consuma, come evidenziato dall'Istat (a cominciare dalla soia 80 per cento, dal grano 50 per cento e anche dal mais 20 per cento);

sebbene l'aumento dei prezzi potrebbe essere giustificato da eventi climatici che, con il caldo e la siccità, hanno colpito la «Corn Belt» nel Midwest degli Stati Uniti e, in maniera proporzionalmente inferiore, anche in Italia hanno provocato perdite per mezzo miliardo di euro facendo registrare cali che a livello nazionale vanno dal -20 per cento per il pomodoro, al -30 per cento per il mais, fino al -40 per cento per la soia e 20 per cento per il girasole, con forti riduzioni previste per la produzione di barbabietola da zucchero, è comprovato dalle denunce sopracitate come la speculazione finanziaria approfitti di queste circostanze infiammando ulteriormente i mercati e facendo salire i prezzi; questi dati, quindi, dimostrano come il sistema alimentare globale non può reggersi su fondamenta traballanti -:

se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto;

quali iniziative si intenda porre in essere affinché l'Italia possa difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile, data la situazione di sudditanza causata dalla necessità di importare circa la metà dei prodotti alimentari già presenti sul mercato italiano. (4-17651)