ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17572

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 684 del 12/09/2012
Firmatari
Primo firmatario: JANNONE GIORGIO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 12/09/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 12/09/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17572
presentata da
GIORGIO JANNONE
mercoledì 12 settembre 2012, seduta n.684

JANNONE. -
Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:

nel corso di cinque anni l'industria italiana ha perso un occupato su dieci. L'ennesimo allarmante dato sullo stato di salute del nostro mercato del lavoro arriva dalla Cisl nel suo nono «Rapporto Industria» intitolato quest'anno «Fare sistema per rilanciare l'industria e la crescita». Dall'inizio della crisi, nel 2007, ricostruisce il sindacato, sono 675 mila i posti di lavoro in meno nell'industria. «La perdita secca» è di 473.640 posti, cui si sommano «201.096 lavoratori equivalenti a zero ore», interessati da cassa integrazione speciale o in deroga. «Dal lato del lavoro è stato perso il 10 per cento della base industriale», sintetizza la Cisl. Alle posizioni già bruciate quindi la Cisl, «per un esercizio di simulazione», aggiunge i lavoratori colpiti dalla cassa integrazione, stimati dallo stesso sindacato a zero ore, in situazione «di rischio». Il totale porta a 675 mila posti di «riduzione di lavoro effettiva o potenziale». Una cifra che messa a confronto con i 7.007.176 occupati nell'industria ad aprile 2007, sfiora il 10 per cento;

lo studio ripercorre gli anni che vanno dal primo trimestre del 2007 allo stesso periodo del 2012. Quanto alla cassa integrazione guadagni, la Cisl fa notare che tra il 2007 e il 2011 le ore di cassa complessive, per l'industria e l'edilizia sono aumentate del 315,9 per cento con un'esplosione della cassa in deroga, che passa dal 7,4 per cento al 14 per cento delle ore totali di cassa autorizzate. Nove regioni appaiono più in difficoltà, per numero di lavoratori coinvolti in relazione alle ore di cassa relative: Lombardia, Piemonte, Umbria, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata e Sardegna. Tra le considerazioni della ricerca presentata dal leader della Cisl Raffaele Bonanni e dal segretario confederale Luigi Sbarra emerge che «non solo la crisi partita fra il 2008 e il 2009 non è superata, ma questo primo scorcio di 2012 fa intravedere una fase ancora difficilissima, in cui il primato delle persone e dei gruppi sociali sulle ragioni dell'economia e dei conti economici è fortemente rimesso in discussione». Inoltre l'Italia appare, secondo il sindacato, «bloccata» nelle azioni di risposta;

la Cisl si dice quindi convinta della necessità di contrastare la recessione e avviare un percorso di crescita «attraverso una forte concertazione delle politiche possibili fra Governo centrale e regioni, con il pieno coinvolgimento delle parti sociali e con mio sforzo comune diretto al bene del Paese». La constatazione più ovvia che emerge dai dati de rapporto Cisl, è che in Italia il posto fisso è sempre più un miraggio; ormai meno di due assunzioni su dieci sono a tempo indeterminato. Tale dato è confermato anche dall'Indagine Excelsior di Unioncamere e Ministero del lavoro e delle politiche sociali sul terzo trimestre del 2012. Nel periodo luglio-settembre le assunzioni stabili previste sono appena il 19,8 per cento su un totale di quasi 159 mila. Nello specifico, si avranno 42 contratti atipici ogni 100 contratti di assunzione diretti (25,8 nel 2o trimestre) e 25 contratti di lavoro «non dipendente» ogni 100 contratti di lavoro dipendente (diretti o interinali), quasi il doppio rispetto ai 13 del trimestre precedente;

un terzo dei nuovi assunti per il terzo trimestre dell'anno saranno giovani: queste le previsioni di Unioncamere, in particolare contenute nel sistema informativo Excelsior in collaborazione con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali. «Per il terzo trimestre - si legge in uno studio - le imprese assegnano ai giovani fino a 29 anni, tra il personale da assumere, una quota del 32,7 per cento del totale, un punto percentuale in più rispetto al trimestre scorso. Questo incremento, in termini relativi, delle opportunità per i giovani si avrà però solo nel settore dei servizi, dove nel corso del trimestre il ricambio, sia pure parziale, della popolazione lavorativa, si accompagnerà anche a un maggiore "ringiovanimento" dei lavoratori in ingresso, la cui quota di giovani potrà infatti accrescersi di quasi 3 punti, dal 32 al 34,7 per cento»;

nell'industria, invece, la quota dei giovani presenterà una leggera contrazione (dal 29,8 al 26,8 per cento). A salire i gradini della graduatoria delle professioni sono soprattutto docenti, insegnanti e ricercatori, operai dell'industria alimentare e tecnici del marketing; altre professioni in ascesa, interessanti per numero di assunzioni, sono quelle degli operai metalmeccanici, del personale di segreteria, e dei commessi della grande distribuzione; mantengono la posizione cuochi, camerieri e simili e i commessi di negozi e di esercizi all'ingrosso; fra le professioni che perdono quota si segnalano soprattutto quelle dei servizi di sicurezza, degli addetti alla logistica, dei servizi di pulizia e dei tecnici amministrativi e finanziari -:

quali iniziative i Ministri intendano adottare al fine di incrementare il mercato del lavoro nel nostro Paese, con particolare riguardo per il settore dell'edilizia e per l'impiego, anche mediante incentivi ed agevolazioni fiscali, di giovani risorse.
(4-17572)