GARAVINI, GIANNI FARINA, FEDI e PORTA. -
Al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:
per difendere lo sportello consolare di Bedford dalla decisione di un'imminente chiusura, il 9 settembre 2012 si è svolta per le strade di Bedford una partecipata manifestazione, alla quale hanno partecipato anche diversi consiglieri comunali del posto e rappresentanti di alcune forze politiche e sociali locali, oltre ai connazionali lì residenti e alle diverse associazioni nelle quali essi si riconoscono;
anche per la sua contiguità con Londra, Bedford è stato uno dei più importanti approdi in Inghilterra dell'immigrazione operaia italiana nel dopoguerra; la comunità che si è formata ha sempre avuto un alto livello di aggregazione sociale e, già dalla prima generazione, si è segnalata per un processo d'integrazione positivo e diffuso;
gli italiani costituiscono attualmente più del 25 per cento della popolazione complessiva; a Bedford, infatti, risiedono molte migliaia di famiglie italiane e circa 20.000 connazionali che per il retroterra emigratorio al quale fanno riferimento, hanno numerose e complesse esigenze di rapporto con l'amministrazione italiana;
le esigenze più diffuse manifestate dalla comunità di Bedford riguardano l'informazione su problemi di assistenza sociale e di cittadinanza, la consegna di documenti da far pervenire in merito all'ottenimento dei passaporti e alle pratiche di assistenza sociale, l'iscrizione all'anagrafe consolare, l'autentica di firme, l'assistenza ai connazionali in caso di necessità;
per corrispondere a questa diffusa domanda di servizi, che tra l'altro comportano introiti per l'amministrazione italiana normalmente superiori alle spese necessarie per la loro erogazione, Bedford è stata sede in passato di un viceconsolato, successivamente degradato in sportello consolare, ormai prossimo alla chiusura; in questa maniera, si sta progressivamente determinando una caduta verticale di rapporti tra la comunità e l'amministrazione;
la chiusura dello sportello consolare, pur divenendo operante in queste settimane, risale alle decisioni di chiusura adottate dal Governo di centrodestra, che l'amministrazione del Ministero degli affari esteri continua a perseguire nonostante le proteste dei cittadini interessati e i ripetuti confronti parlamentari con il Governo tesi a far maturare una più attenta riflessione sulla tematica dei servizi consolari alle nostre comunità; tra questi, è da segnalare il recente ordine del giorno, promosso dai deputati del Partito Democratico e sottoscritto da tutti i parlamentari eletti all'estero, con il quale si impegna il Governo ad una moratoria di quattro anni della chiusura dei consolati -:
se il Ministro non intenda assumere iniziative per la sospensione della decisione di chiudere lo sportello consolare di Bedford, che è già il livello minimo di servizio per la comunità ivi residente, in considerazione del danno obiettivo che si produce alla stessa comunità e dell'esigenza di reinquadrare le misure di chiusura in una più attenta riflessione sul modello di servizi ai connazionali che si intende delineare per il futuro;
in subordine, se il Ministro dal momento che in alcune risposte a precedenti interrogazioni di altri parlamentari (4/15818 e 4/15846) ha ipotizzato alcune misure alternative, non intenda precisare quale sia la natura di questi servizi, con quale periodicità vengano erogati, quale sia la loro durata e quale sia la capacità di corrispondere in modo soddisfacente ai diritti e ai bisogni dei nostri connazionali di Bedford. (4-17559)