ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17418

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 680 del 05/09/2012
Firmatari
Primo firmatario: REGUZZONI MARCO GIOVANNI
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 30/08/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 07/12/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 07/12/2012
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 07/12/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 07/12/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 07/12/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 07/12/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 30/08/2012
Stato iter:
22/01/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/01/2013
CARDINALE ADELFIO ELIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 07/12/2012

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/01/2013

CONCLUSO IL 22/01/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17418
presentata da
MARCO GIOVANNI REGUZZONI
mercoledì 5 settembre 2012, seduta n.680

REGUZZONI, BERNARDINI, MECACCI, BELTRANDI, MAURIZIO TURCO, ZAMPARUTTI e FARINA COSCIONI. -
Al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
- Per sapere - premesso che:

la celiachia è un'intolleranza permanente al glutine, sostanza proteica presente in avena, frumento, farro, kamut, orzo, segale, spelta e triticale;

l'incidenza di questa intolleranza in Italia è stimata in un soggetto ogni 100/150 persone. I celiaci potenzialmente sarebbero quindi 400.000, ma ne sono stati diagnosticati intorno ai 75.000. Ogni anno vengono effettuate 5.000 nuove diagnosi e ogni anno nascono 2.800 nuovi celiaci, con un incremento annuo di circa il 10 per cento;

per curare la celiachia, attualmente, occorre escludere dalla dieta alcuni alimenti più comuni, quali pane, pasta, biscotti e pizza, ma anche eliminare le più piccole tracce di farina da ogni piatto. Questo implica un forte impegno di educazione alimentare. Infatti l'assunzione di glutine, anche in piccole dosi, può causare danni;

la dieta senza glutine, condotta con rigore, è l'unica terapia che garantisce al celiaco un perfetto stato di salute;

un'alimentazione priva di glutine necessita l'acquisto di prodotti che hanno costi notevolmente superiori rispetto ai prodotti «normali»;

il Ministro della salute ha dichiarato recentemente che il Governo intende recuperare risorse economiche attraverso una nuova tassazione delle bibite gassate;

tali nuove risorse economiche potrebbero essere destinate - tra le altre cose - al sostegno di iniziative a favore della salute o tese a favorire stili di alimentazioni più corrette o ad aiutare economicamente i malati che necessitano di cure o alimentazioni particolari, come nel caso della celiachia -:

se e quali azioni il Governo abbia attuato o intenda attuare ai fini di:

a) promuovere una migliore conoscenza della patologia in argomento che permetta di sviluppare terapie efficaci e prassi condivise sia in Italia sia a livello internazionale;

b) fornire adeguata assistenza alle famiglie a ai giovani e giovanissimi in età scolare e prescolare;

c) sviluppare la ricerca in questo settore;
quali ricerche scientifiche o trial clinici riguardanti la patologia in argomento siano in corso nel nostro Paese, le relative tempistiche, i risultati raggiunti, l'impegno del settore pubblico al riguardo;

se e quanta parte - qualitativamente e quantitativamente - delle nuove risorse che il Governo intende recuperare attraverso una nuova tassazione delle bibite gassate verranno destinate allo scopo di sostenere le azioni sanitarie, mediche e di ricerca scientifica a favore delle associazioni o delle ricerche o dei malati di celiachia. (4-17418)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata martedì 22 gennaio 2013
nell'allegato B della seduta n. 739
All'Interrogazione 4-17418 presentata da
MARCO GIOVANNI REGUZZONI

Risposta. - Il nostro Paese è all'avanguardia per la ricerca di base e clinica sulla malattia celiaca. Per esempio, presso l'istituto superiore di sanità (Iss), è in corso la valutazione, per il momento solo su modelli in vitro di celiachia, della capacità di prevenire la tossicità del glutine da parte di alcuni peptidi che sono naturalmente presenti nel glutine stesso. Si tratta di un approccio terapeutico «naturale» che si basa quindi sull'uso di questi peptidi, che sono già presenti nei cereali, anche se non in quantità sufficiente per contrastare efficacemente le molecole di glutine. Un'altra strategia terapeutica, che è stata testata in vivo su un numero molto limitato di pazienti, consiste nella predigestione del glutine con lattobacilli produttori di endopeptidasi. Questi enzimi sono in grado di tagliare la lunga sequenza del glutine e renderlo non tossico per i soggetti celiaci.
I risultati sono stati incoraggianti, anche se non si è trattato di un trial clinico vero e proprio e per il momento lo studio non ha avuto seguito, almeno in Italia. All'estero, più precisamente in Olanda e Stati Uniti, la capacità di questi microorganismi di degradare il glutine è stata l'oggetto di diversi trial clinici, alcuni dei quali conclusi, anche se i risultati non sono stati ancora pubblicati.
Per il momento, nessuna terapia alternativa alla dieta aglutinata è attuabile in tempi medio-brevi.
Presso le principali università italiane sono numerosi i gruppi di ricercatori che si dedicano a linee di ricerca sulla malattia celiaca, che pur non direttamente focalizzate verso nuove terapie per la malattia celiaca, stanno acquisendo informazioni utili sugli aspetti patogenetici della celiachia, informazioni che potrebbero in futuro indicare nuove possibilità terapeutiche alternative alla dieta senza glutine. Diversi gruppi di ricercatori dell'università di Napoli hanno descritto le modalità con cui le cellule epiteliali intestinali accumulano i peptidi tossici del glutine al loro interno, per poi attivare il sistema immune e come l'attivazione della componente innata del sistema immunitario mucosale è la prima risposta che si attiva contro il glutine.
È inoltre in corso uno studio multicentrico coordinato dall'università delle Marche, mirato a valutare l'effetto della prima introduzione del glutine durante il divezzamento nei confronti del rischio di sviluppare la celiachia.
Per quanto di propria competenza, il Ministero della salute ha rivolto da tempo l'attenzione sugli aspetti sanitari e sociali della celiachia.
La legge n. 123 del 2005 «Norme per la protezione dei soggetti malati di celiachia» ha l'obiettivo di consentire il normale inserimento nella vita sociale dei soggetti affetti da celiachia.
La legge citata prevede, in particolare, la conferma del diritto dei soggetti celiaci all'erogazione gratuita di prodotti dietetici senza glutine inseriti nel registro nazionale dei prodotti destinati ad una alimentazione particolare, di cui all'articolo 7 del decreto ministeriale 8 giugno 2001; inoltre prevede, agli articoli 4 e 5, due capitoli di spesa specifici che garantiscono rispettivamente la somministrazione, su richiesta, di pasti senza glutine nelle mense scolastiche, ospedaliere e nelle mense annesse alle strutture pubbliche e la formazione/aggiornamento professionale per gli operatori del settore turistico e ristorativo che, in modo diretto e indiretto, hanno a che fare con la produzione, la manipolazione e la distribuzione dei pasti.
Al fine di adempiere alle disposizioni previste dalla citata legge, questo Ministero ha istituito un gruppo di lavoro ad hoc che ogni anno valuta i dati trasmessi dalle regioni e province autonome. Sulla base di tali dati il gruppo decide e formalizza la ripartizione dei fondi disponibili solo alle regioni adempienti.
Dal 2006 ad oggi sono state stanziate per le regioni e le province autonome cifre cospicue al riguardo, in particolare euro 15.667.893,00 per le attività correlate alla somministrazione dei pasti ed euro 2.778.963,00 per le attività di formazione e aggiornamento professionale. Le somme effettivamente elargite sono state pari a euro 15.640.242,85 per i pasti ed euro 2.778.464,05 per la formazione, poiché dal 2010, come previsto dalla apposita nota del Ministero dell'economia e delle finanze del 5 febbraio 2010, le somme di pertinenza delle province autonome di Trento e Bolzano non sono più dovute, ma sono determinate e accantonate per il successivo versamento in conto entrate.
Per l'anno 2012, i capitoli di spesa destinati alla celiachia sono di euro 1.592.240,00 per la garanzia dei pasti senza glutine e di euro 44.085,00 per la formazione degli operatori del settore turistico-ristorativo.
Ai fini della formazione della classe medica, nel 2007 è stato siglato un accordo Stato-regioni e province autonome, relativo al documento di inquadramento per la diagnosi ed il monitoraggio della celiachia e relative patologie associate. Tale documento definisce un protocollo diagnostico al cui interno si prevede la biopsia duodenale con analisi istologica del frammento.
Nel 2012, a vent'anni circa dall'ultima revisione, sono state pubblicate sulla rivista scientifica Journal of Pediatric Gastroenterology and Nutrition le nuove linee guida per la diagnosi di malattia celiaca in età pediatrica della European Society for Pediatric Gastroenterology, Hepatology, and Nutrition (Espghan), la società europea di gastroenterologia pediatrica. Queste linee guida hanno formalizzato la possibilità di porre la diagnosi di celiachia in età pediatrica senza avvalersi dell'accertamento istologico dell'infiammazione della mucosa duodenale, in corso di duodenoscopia.
Infatti, per diagnosticare la celiachia sarà sufficiente la presenza di tutti i seguenti criteri:

sintomi e segni clinici suggestivi di malattia;

alto titolo (dieci volte il limite superiore della norma) degli autoanticorpi serici specifici per la celiachia (anti-transglutaminasi);

la predisposizione genetica;

la remissione dei sintomi e/o dei segni clinici e degli autoanticorpi dopo alcuni mesi di dieta senza glutine.
L'eliminazione dell'esame istologico della mucosa duodenale dal protocollo diagnostico per la diagnosi di celiachia, è reso possibile dalla disponibilità di test diagnostici per la determinazione degli autoanticorpi e degli aplotipi DQ su sangue periferico altamente sensibili e specifici e dalla migliore conoscenza della malattia celiaca da parte degli operatori sanitari.
La biopsia della mucosa duodenale è un esame invasivo, costoso, soprattutto per i pazienti in età pediatrica, per cui è richiesta la narcosi, e spesso è causa di ulteriore ritardo per la diagnosi a causa dei lunghi tempi di attesa per l'esecuzione della duodenoscopia presso i presidi e i centri accreditati. Pertanto la possibilità di giungere alla diagnosi di celiachia senza l'effettuazione di questo esame riduce il peso economico di molte diagnosi, oltre a ridurre i tempi di diagnosi e quindi di accesso alla terapia dietetica.
Le linee guida Espghan, comunque, mantengono la necessità della esecuzione della duodenoscopia e della valutazione istologica della mucosa duodenale in tutti i casi sospetti in cui i risultati degli esami su sangue periferico e/o la sintomatologia non sono dirimenti.
Considerate quindi tali premesse, potrebbe essere necessario rivalutare il citato documento di inquadramento per la diagnosi e il monitoraggio della malattia celiaca e relative patologie associate siglato nel 2007, aggiornandolo e armonizzandolo con le nuove linee guida Espghan e con le altre recenti acquisizioni della letteratura scientifica.
Al momento attuale, l'unica terapia per i soggetti celiaci è la dieta priva di glutine.
L'impegno del Ministero della salute, i dati epidemiologici, nonché le novità scientifiche a livello nazionale e mondiale sono sintetizzati nella relazione annuale al Parlamento sulla celiachia. Le realtà territoriali, infatti, fornendo i propri dati, permettono annualmente di disegnare il quadro della malattia celiaca nel nostro Paese. Dalle informazioni ricevute, inoltre, è possibile apprezzare le libere iniziative di ciascuna realtà regionale, che ogni anno si organizza per rendere meno gravosa la vita quotidiana dei celiaci.
Per fronteggiare i costi per l'implementazione delle attività di prevenzione, dirette o correlate, alla produzione dei pasti senza glutine e alla formazione degli operatori del settore alimentare, il Ministero ogni anno ripartisce alle regioni i fondi previsti dalla legge n. 123 del 2005, in base ai dati pervenuti e secondo i criteri previsti dall'accordo in Conferenza Stato-regioni del 16 marzo 2006.
Alla luce delle informazioni raccolte, ad oggi i celiaci diagnosticati risultano 135.800, ancora troppo pochi rispetto al numero di celiaci presumibilmente presenti in Italia se si considerano le stime di questa patologia. Tuttavia nel 2011 il numero di celiaci è raddoppiato rispetto ai celiaci diagnosticati prima della legge n. 123 del 2005. L'impegno del servizio sanitario Nazionale nell'opera di sensibilizzazione e di informazione rivolta agli operatori sanitari per riconoscere i sintomi e per porre diagnosi corrette e precoci continua, perché una diagnosi precoce significa meno rischi e complicanze per i pazienti e miglior utilizzazione delle risorse comuni.
Per una maggiore diffusione delle informazioni, ogni anno il Ministero della salute provvede a pubblicare la suddetta relazione annuale nel proprio portale, consultabile al seguente indirizzo:

http://www.salute.gov.it/nutrizione/archivioDocumentiNutrizione.jsp?lingua=italiano&menu=documenti.
Sono attualmente in corso progetti di ricerca finanziati dal Ministero della salute, che vedono coinvolti due Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs): l'Istituto dermopatico dell'immacolata (Idi) di Roma e l'Istituto Burlo Garofolo di Trieste.
Quest'ultimo, nell'ambito della ricerca corrente, sta curando un progetto di ricerca dal titolo «Ridefinizione delle linee guida europee per la diagnosi della malattia celiaca. Un approccio basato sulle prove di efficacia», la cui finalità è «realizzare una revisione sistematica della letteratura relativa alla diagnosi della celiachia che aggiorni i risultati delle revisioni sistematiche prodotte in passato e che costituisca uno strumento utilizzabile in sede nazionale per definire un nuovo protocollo diagnostico della malattia celiaca».
L'istituto citato ha presentato anche un progetto di ricerca finalizzata che sarà finanziato per un importo di euro 150.000, dal titolo «Anty-idiotypic Network to Anty-transglutaminase Antibodies in the Prevention of Celiac Disease Enteropathy».
Il progetto dell'Idi dal titolo «Tipizzazione HLA-DQ nella malattia celiaca: valore diagnostico nella risposta autoimmune», invece, «si prefigge di validare l'utilità diagnostica dello screening genotipico basato sull'espressione di HLA DQ2 e/o DQ8 quale marker di predisposizione per la malattia celiaca, in correlazione alla presenza di autoanticorpi specifici di malattia e/o di manifestazioni cliniche».

Il Sottosegretario di Stato per la salute: Adelfio Elio Cardinale.