ROSATO e SERENI. -
Al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:
il Corpo nazionale dei vigili del fuoco ha sempre corrisposto con impegno straordinario, in termini qualitativi e quantitativi, alle attese dei concittadini in tutti i compiti di prevenzione, vigilanza e soccorso tecnico urgente cui esso è preposto per legge e cui si trova quotidianamente a intervenire su richiesta di soggetti pubblici e privati;
il Corpo sta realizzando uno straordinario sforzo per riuscire, con decrescenti risorse finanziarie e con carenze di organico, a sopperire alle crescenti richieste di intervento della popolazione per le piccole e grandi emergenze che colpiscono il nostro Paese;
a fronte dei rilevanti compiti di sicurezza e di tutela della pubblica incolumità, ripetutamente e unanimemente riconosciuti come insostituibili, i vigili del fuoco non vedono tuttavia riconosciuto adeguatamente il lavoro svolto, infatti, come l'interrogante ha avuto modo di segnalare in precedenti interrogazioni ed interventi, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco soffre una sottodotazione stimabile, secondo i dati del Ministero dell'interno forniti nel corso della seduta della Commissione affari costituzionali della Camera dei deputati il 14 aprile 2011, in 3.300 unità. Tale stima, peraltro, non tiene conto dell'incremento di organico previsto dal piano «Soccorso Italia in 20 minuti» di 10.000 unità;
il Corpo, anche per i compiti di natura ordinaria, si avvale di vigili discontinui che rappresentano un concorso stabile all'organizzazione del soccorso pubblico, e sono considerati una parte del personale qualificata indispensabile per il funzionamento dei comandi provinciali;
le funzioni svolte nei comandi provinciali dai lavoratori discontinui sono chiaramente di tipo subordinato a ripiano parziale delle gravi carenze di organico del Corpo e del suo sottodimensionamento, con mansioni che variano dal servizio tecnico urgente (pronto intervento) ai servizi amministrativi;
per tali ragioni con la legge 27 dicembre 2006, n. 296, recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007), si è dato avvio alla stabilizzazione del personale volontario e discontinuo, con evidente consapevolezza del legislatore e del Governo che si tratta di una particolare forma di lavoro precario, all'interno della pubblica amministrazione, in un settore particolarmente delicato e complesso;
stabilizzazione che attende ancora oggi di essere ultimata e che sta lasciando nell'incertezza migliaia di cittadini idonei che prestano la loro opera al servizio del Corpo come volontari, nonostante questo status non permetta loro di godere dei più basilari diritti spettanti al lavoratore subordinato;
anche con il supporto dei vigili del fuoco discontinui, i comandi provinciali riescono con difficoltà a rispondere a tutte le richieste di intervento soprattutto nella stagione estiva che si caratterizza per il numero molto elevato di incendi;
la carenza d'organico costringe alcuni distaccamenti a costituire delle squadre d'intervento in difformità con quanto stabilito dall'articolo 66 del regolamento di servizio del Corpo nazionale dei vigili del fuoco che prevede le squadre siano composte di cinque unità, di cui un capo partenza e un autista, e che vi possa essere in sostituzione di un vigile permanente, un volontario;
la costituzione di squadre a formazione ridotta viene fatta a grave rischio della sicurezza dei vigili stessi e a danno del servizio che non può essere ottimale al pari di quello reso da una squadra al completo;
nella serata del 20 luglio, il comando provinciale di Terni era impegnato a fronteggiare l'emergenza incendi che si era determinata, per oltre 72 ore, tra Spoleto e Terni e nei pressi di Acquasparta, cosicché a presidiare il comprensorio ternano e la zona dell'Amerino ci sono stati solo tre vigili del fuoco (un capo squadra, un vigile del fuoco permanente, e un vigile del fuoco discontinuo) che hanno operato l'intera notte avvalendosi di un'unità APS;
il ridotto numero di personale del Corpo non è sufficiente a fronteggiare l'emergenza degli incendi boschivi, tant'è che nel caso della provincia ternana si è ricorso all'aiuto dei volontari della protezione civile di Orvieto per lo spegnimento dell'incendio, i quali hanno prestato la loro opera a titolo personale in quanto il dirigente della regione Umbria competente per la protezione civile avrebbe precisato al responsabile intercomunale di Orvieto che la normativa non consente ai volontari di protezione civile di intervenire direttamente sul fuoco;
in occasione dell'incendio divampato nella provincia ternana si fa presente, tra l'altro, che un vigile del fuoco è rimasto intossicato dalle fiamme ed è quindi stato soccorso dagli operatori del 118; anche in considerazione di queste evenienze non è accettabile che nei comandi provinciali e nei distaccamenti il Corpo possa fare affidamento su un personale ridotto ai minimi;
il caso, richiamato a titolo esemplificativo, vuole fare intendere la grave situazione nella quale le ridotte risorse finanziarie e umane stanno costringendo gli operatori del Corpo nazionale dei vigili del fuoco -:
se il Ministro sia a conoscenza della situazione che si è verificata nella provincia di Terni;
se il Ministro sia a conoscenza della situazione in cui versano i comandi provinciali e distaccamenti e quali iniziative intende intraprendere per impedire che in futuro a presidio di un territorio vasto, come quello ternano, ci sia una sola squadra, pertanto composta da almeno 5 unità. (4-17330)