ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16839

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 660 del 04/07/2012
Firmatari
Primo firmatario: DI PIETRO ANTONIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 04/07/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 04/07/2012
Stato iter:
22/01/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/01/2013
MARTONE MICHEL ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 11/10/2012

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/01/2013

CONCLUSO IL 22/01/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16839
presentata da
ANTONIO DI PIETRO
mercoledì 4 luglio 2012, seduta n.660

DI PIETRO. -
Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
- Per sapere - premesso che:

l'interrogante in data 10 marzo 2010 ha presentato l'atto di sindacato ispettivo n. 4-06461, ancora senza risposta, in merito alla paventata chiusura di un'azienda - la Smi (Società Meridionale Inerti) srl di Mafalda (CB) - che ha prodotto per circa trent'anni fabbricati in cemento;

nel 2009 l'azienda ha chiuso in favore di un progetto di costruzione - sul medesimo sito industriale - di una centrale a biomasse mai realizzata;

è iniziato, per i lavoratori della Smi srl, lo stato di cassa integrazione ordinaria trasformata in cassa integrazione in deroga prossima alla scadenza;

a dicembre 2011, la Dafin srl - azienda che ha rilevato il suddetto sito - in un incontro presso la sede di Confindustria di Chieti, ha illustrato ai rappresentanti dei lavoratori dei sindacati il proprio piano di sviluppo industriale consegnando una comunicazione che formalizzava un impegno - nel caso di successo della propria iniziativa - al reimpiego di parte delle unità precedentemente impiegate presso la Smi srl;

con missive datate 28 marzo e 1o giugno 2012, le organizzazioni sindacali, l'azienda e la Confindustria hanno chiesto congiuntamente un «urgentissimo» incontro con il Presidente della regione Molise Iorio e l'assessore alle attività produttive Scasserra senza ricevere risposta -:

se non ritenga di intervenire convocando le parti in causa al fine di individuare una soluzione, di evitare lo stallo della situazione posta in essere e di permettere, al contempo, ai dipendenti della ex Smi srl di conservare il posto di lavoro.(4-16839)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata martedì 22 gennaio 2013
nell'allegato B della seduta n. 739
All'Interrogazione 4-16839 presentata da
ANTONIO DI PIETRO

Risposta. - L'interrogazione parlamentare in esame concerne la crisi della società Meridionale inerti, s.r.l., con riferimento alla sede operativa di Mafalda in provincia di Campobasso.
In proposito, in seguito alle informazioni assunte presso i competenti uffici territoriali dei Ministero del lavoro e delle politiche sociali nonché presso la regione Molise, si rappresenta quanto segue.
La suddetta società, con sede legale in Vasto (Chieti), occupava presso lo stabilimento di Mafalda, adibito alla produzione di prefabbricati per l'edilizia, n. 82 lavoratori.
In data 14 maggio 2009, la società, adducendo motivazioni connesse alla crisi del settore delle costruzioni e ai risultati negativi di gestione, avviava una prima procedura di mobilità che tuttavia risulta non aver avuto esito.
Successivamente, nei giugno del 2009, la Meridionale inerti s.r.l. stipulava un contratto di compravendita con la Dafin s.p.a., ora Dafin s.r.l., con il quale cedeva a quest'ultima l'impianto produttivo di Mafalda, da destinare alla realizzazione di una centrale termoelettrica alimentata a biomasse solide.
Il 9 ottobre 2009, la Meridionale inerti s.r.l., stante l'irrevocabile decisione di cessare ogni attività produttiva presso lo stabilimento di Mafalda, denunciava l'esubero di n. 82 unità lavorative e per esse avviava una nuova procedura di mobilità collettiva nell'ambito della quale si conveniva, d'accordo con le rappresentanze sindacali, di fare ricorso al trattamento straordinario di integrazione salariale (CIGS) per un periodo di 24 mesi.
In data 16 dicembre 2009, veniva, quindi, sottoscritto, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, verbale di accordo sindacale con il quale si conveniva quanto segue: la società si impegnava a presentare domanda di cassa integrazione guadagni straordinaria per cessazione dell'attività produttiva, con decorrenza dal 21 dicembre 2009, per la durata di 24 mesi, nei confronti di n. 82 unità; la procedura di mobilità, avviata in data 9 ottobre 2009, veniva dichiarata conclusa per un numero massimo di 20 lavoratori che erano, quindi, posti, in mobilità finalizzata alla ricollocazione presso aziende terze.
Per tali lavoratori si programmava un percorso di ricollocazione articolato su tre linee: collocamento in pensione, inserimento in percorsi formativi di riqualificazione professionale nell'ambito del programma regionale cosiddetto welfare to work, collocamento in mobilità finalizzato all'assunzione da parte di altre imprese, anche non del settore.
Le parti si impegnavano, inoltre, a gestire positivamente, nell'arco dei primi 12 mesi di cassa integrazione guadagni straordinaria, almeno il 30 per cento degli esuberi, quale requisito indispensabile per l'accesso al secondo anno di cassa integrazione guadagni straordinaria.
Conseguentemente, con decreto direttoriale del 3 maggio 2010, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali procedeva all'approvazione del programma di cassa integrazione guadagni straordinaria, finalizzato alla cessazione di attività e all'autorizzazione della corresponsione del relativo trattamento per il periodo dal 21 dicembre 2009 al 20 dicembre 2010 nei confronti di un massimo di 82 dipendenti. Tale periodo veniva successivamente prorogato per ulteriori 12 mesi, e precisamente dal 21 dicembre 2010 ai 20 dicembre 2011, per un massimo di 70 unità lavorative.
Nel corso dei due anni del trattamento di cassa integrazione guadagni straordinaria, sono cessati i rapporti di lavoro con 17 lavoratori di cui 12 collocati in mobilità, ai sensi della legge n. 223 del 1991, e 5 cessati per raggiungimento dell'età pensionabile.
Parallelamente, il procedimento amministrativo avviato dalla società acquirente Dafin srl, finalizzato all'acquisizione delle autorizzazioni di legge per l'avvio dell'attività di termovalorizzazione di biomasse, subiva un arresto per effetto del contenzioso amministrativo, attivato da alcune associazioni ambientaliste. Tale contenzioso coinvolge tutt'ora la regione Molise, l'amministrazione comunale di Mafalda e la società Dafin srl, in ordine alla realizzazione del progetto di riconversione degli impianti.
Ciò ha determinato il mancato avvio dell'attività produttiva da parte della Dafin srl e, conseguentemente, il mancato riassorbimento di parte delle maestranze precedentemente in forza presso la Meridionale inerti s.r.l., che la società Dafin, aveva dichiarato di voler rioccupare presso i propri impianti.
In data 28 dicembre 2011, terminato il periodo di cassa integrazione guadagni straordinaria, la società Meridionale inerti s.r.l. ha fatto nuova istanza di cassa integrazione cosiddetta in deroga, che veniva accolta dalla direzione regionale del lavoro di Campobasso, per il periodo dal 21 dicembre 2011 al 20 aprile 2012, per un massimo di 67 unità lavorative.
A tale concessione facevano seguito ulteriori periodi di proroga fino al 28 ottobre 2012 nei confronti di 66 unità lavorative.
Nel contempo, nel mese di settembre 2012, la società in questione attivava nuovamente la procedura di mobilità, ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge n. 223 del 1991, per la totalità dei lavoratori dello stabilimento di Mafalda.
Preso atto dell'esito negativo dell'esame congiunto compiuto con le organizzazioni sindacali, veniva attivata la successiva fase amministrativa presso la regione Molise che convocava nuovamente le parti sociali per il 25 ottobre 2012.
In tale ultimo incontro, le parti concordavano una nuova proroga dell'ammortizzatore sociale in deroga per il periodo dal 29 ottobre 2012 al 31 dicembre 2012 in favore di 66 lavoratori, constatando, altresì, che il procedimento amministrativo finalizzato all'insediamento del nuovo sito produttivo alla data del 25 ottobre non era ancora concluso.
Da ultimo, per quanto riguarda l'eventuale convocazione delle parti in causa al fine di individuare una soluzione per evitare la chiusura dell'azienda, si manifesta la piena disponibilità all'apertura di un tavolo di confronto qualora le parti lo richiedano.

Il Viceministro del lavoro e delle politiche sociali: Michel Martone.