ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16811

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 659 del 03/07/2012
Firmatari
Primo firmatario: MINNITI MARCO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 03/07/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LAGANA' FORTUGNO MARIA GRAZIA PARTITO DEMOCRATICO 03/07/2012
LARATTA FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 03/07/2012
LO MORO DORIS PARTITO DEMOCRATICO 03/07/2012
MARINI CESARE PARTITO DEMOCRATICO 03/07/2012
OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO 03/07/2012
VILLECCO CALIPARI ROSA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 03/07/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 03/07/2012
MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE 16/07/2012
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 20/11/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16811
presentata da
MARCO MINNITI
martedì 3 luglio 2012, seduta n.659

MINNITI, LAGANÀ FORTUGNO, LARATTA, LO MORO, MARINI, OLIVERIO e VILLECCO CALIPARI. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:



il 15 giugno 2012, il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha decretato «la compatibilità ambientale e l'autorizzazione al successivo esercizio relativamente al progetto proposto dalla Società S.E.I. (Saline Energie Joniche) S.p.A., concernente la realizzazione di una centrale termoelettrica alimentata a carbone, di potenza elettrica complessiva di 1320 MWe, da ubicarsi nella località Saline Joniche nel comune di Montebello Jonico (Reggio Calabria) e relative opere connesse a condizione che vengano ottemperate le prescrizioni e disposizioni contenute negli allegati al decreto:


allegato A: quadro prescrittivo e adempimenti di natura amministrativa;


allegato B: piano di monitoraggio e controllo;


allegato C: relativo al parere della Commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale VIA-VAS n. 559 del 21 ottobre 2010»;


la costruzione della suddetta centrale termoelettrica a carbone di proprietà della società italo-svizzera S.E.I. Spa di potenza pari a 1.320 MVe lordi costituita da due linee gemelle da 660 megawatt ciascuna e relative opere connesse (opere portuali, sistema di trasporto per il carbone, sottoprodotti di processo ed altri materiali solidi, presa acqua mare, scarico acque di raffreddamento, elettrodotto) presso l'area industrializzata ex-Liquichimica di Saline Joniche nel comune di Montebello Jonico (Reggio Calabria) comporterebbe un investimento di un miliardo e duecento milioni di euro (cifra a cui si aggiungerebbero 500 milioni di euro di investimento per le infrastrutture necessarie al suo funzionamento), con l'assunzione di sole 140 unità lavorative all'interno della centrale;


la procedura amministrativa per lo start up della mega-opera progettata dalla multinazionale svizzera dell'energia S.E.I. s.p.a., sul piano del suo perfezionamento, non è ancora conclusa: manca infatti il parere del Ministero dello sviluppo economico e si dovrà esprimere la Conferenza di servizi, ma gran parte dell'iter autorizzativo e valutativo da parte delle pubbliche amministrazioni è stato compiuto;


la mega-struttura, in linea di continuità con i precedenti (e falliti) modelli di industrializzazione regionale del passato, andrebbe ad inserirsi in uno dei contesti più suggestivi e preziosi del territorio calabrese, finendo con il compromettere definitivamente la vocazione turistica dell'area reggina-grecanica e penalizzando l'intera filiera del bergamotto e gran parte delle attività afferenti agli altri settori produttivi;


la decisione del Presidente del Consiglio dei ministri del 15 giugno 2012 si basa essenzialmente sul parere positivo con prescrizioni del 21 ottobre 2010, espresso dalla Commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale VIA-VAS n. 559, in seno al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;


il parere positivo della Commissione tecnica di verifica dell'impianto ambientale VIA-VAS n. 559 del 21 ottobre 2012, è corredato, in premessa, da una serie impressionante di rilievi e dalla richiesta di numerosi approfondimenti di analisi da parte della Commissione, che evidenziano quantomeno a giudizio degli interroganti una ingiustificata fretta e superficialità nelle valutazioni effettuate e nella concessione dell'autorizzazione dell'opera prevista;


infatti, secondo la premessa del parere n. 559 del 21 ottobre 2010, nel progetto della S.E.I. s.p.a. non c'è ancora «un sufficiente approfondimento delle cause del degrado ambientale locale e delle previsioni sugli effetti dell'esercizio dell'impianto», inoltre «non è presa in considerazione la presenza dei centri abitati di Saline Joniche, Sant'Elia, Caracciolino, Masella, Riace e di Annà di Melito Porto Salvo e le conseguenze che il Progetto avrebbe su di essi»;


la stessa premessa recita come «il progetto non sembra coerente con i documenti di pianificazione e programmazione della Regione Calabria e degli Enti Locali dell'area grecanica» e, per quanto riguarda il porto, i prelievi e gli scarichi idrici, si registrano «carenze nell'analisi dello stato ante operam e delle conseguenze e ricadute prodotte dalla costruzione, dalla ricostruzione e dall'ampliamento del porto, dal movimento delle navi carbonifere e delle altre navi che dovranno servire per il carico delle ceneri e del gesso, dall'elevato flusso di prelievo e scarico di acqua marina e della temperatura dell'acqua dello scarico»;


manca altresì - si legge ancora nella premessa del parere n. 559 del 21 ottobre 2010, «un progetto integrato di gestione delle scorie e dei rifiuti, l'individuazione delle modalità per lo smaltimento dei rifiuti, la caratterizzazione delle ceneri e degli altri rifiuti solidi e l'indicazione degli impianti di destinazione»; non vi è stata «una sufficiente valutazione dei danni alla salute e delle conseguenze economiche e sanitarie a carico delle popolazioni che ospitano gli impianti», e risulta assente «la valutazione dell'impatto sulla qualità dell'aria e le ricadute degli inquinanti sul territorio circostante e sulle aree abitate»; risultano altresì assenti «la quantificazione dell'impatto radiologico derivante dai radionuclidi contenuti nel carbone e nelle ceneri di combustione», nonché «la valutazione degli impatti su tutti i centri abitati interessati dalla deposizione degli inquinanti dispersi dalla Centrale»;


si tratta di approfondimenti di analisi e integrazioni progettuali che la S.E.I. s.p.a. è stata invitata a produrre e che la multinazionale svizzera ha - ovviamente - promesso di realizzare; tuttavia, allo stato dei fatti, il Governo ha concesso l'autorizzazione alla realizzazione della centrale a carbone e questo rappresenta un passaggio determinante nella fase di definizione ultima della procedura amministrativa;


l'esecutivo, dal canto suo, ha tenuto a specificare che gli allegati A e B che integrano il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 15 giugno 2012 contengono una serie di «disposizioni e prescrizioni» che la S.E.I. s.p.a. è obbligata a ottemperare per poter proseguire con il progetto: in questo senso, in coda al decreto sono sintetizzate, in ben 59 punti, le lacune cui la S.E.I. s.p.a. dovrà rimediare, ma al momento nessuno è in grado di produrre delle garanzie al riguardo e di predire l'esatta evoluzione della vicenda della centrale a carbone di Saline Ioniche;


va inoltre evidenziato che la regione Calabria, in più occasioni, ha espresso parere negativo rispetto alla costruzione della centrale termoelettrica a carbone (cfr. conferenza preliminare presso il Ministero dello sviluppo economico del 17 settembre 2008, nota protocollo 4538/Gab) e già con deliberazione n. 686 del 6 ottobre 2008, la giunta regionale aveva stabilito «di non accordare l'intesa prevista dalle leggi n. 55/02 e n. 239/04 al procedimento amministrativo avviato dal Ministero dello sviluppo economico sull'opera "Centrale a carbone circa 1320 MWe, da ubicarsi nel Comune di Montebello Jonico (RC)", proposto dalla società Energie Joniche (SEI SpA)»;


la mozione n. 17 del consiglio regionale della regione Calabria del 16 novembre 2010 approvata da tutti i gruppi consiliari ha impegnato «il Presidente della Giunta Regionale e la Giunta regionale ad attivarsi presso il Ministero dello Sviluppo Economico, per impedire la realizzazione di centrali termoelettriche a carbone sul territorio della Regione Calabria nel rispetto di quanto previsto dal vigente PEAR». Il tutto in considerazione del fatto che - recita la mozione - «il Piano Regionale (PEAR) approvato con deliberazione Consiglio n. 315 del 14 febbraio 2005 fa assoluto divieto dell'utilizzo del carbone ai fini energetici» e che «lo sviluppo economico del territorio regionale può ottenersi con attività alternative all'utilizzo delle fonti fossili, attività imperniate sullo sviluppo delle fonti rinnovabili e sulla promozione di manifatturiere delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica»;


a questo si aggiunga poi che il Ministero per i beni e le attività culturali (MIBAC) ha perentoriamente bocciato il progetto di impiantare la centrale a carbone tra Saline Joniche e Montebello Jonico per la presenza di diciotto aree vincolate e cinque siti di interesse comunitario che dovrebbero essere attraversati e quindi irrimediabilmente deturpati dall'elettrodotto destinato a immettere l'energia in rete a Rizziconi (Reggio Calabria); il MIBAC ha espresso parere contrario alla richiesta di pronuncia di compatibilità ambientale presentata dal proponente S.E.I. s.p.a. e relativa al progetto della centrale e dell'elettrodotto (cfr. nota dell'8 giugno 2010 - prot. DVA-2010-0015065 dell'11 giugno 2010, CTVA-2010-0001942 del 17 giugno 2010), in conformità con i pareri contrari espressi dalla Soprintendenza per beni archeologici della Calabria, dalla Soprintendenza per beni architettonici e paesaggistici per le province di Reggio Calabria e Vibo Valentia e dalla direzione generale per le antichità;


infine, la centrale di Saline Joniche, oltre a stravolgere il territorio sul piano paesaggistico e ambientale, presenta numerose lacune o omissioni a partire dal fatto che non utilizzerà (e non è previsto lo faccia in futuro) il sistema di cattura e immagazzinamento di CO2. Un punto, questo, che la S.E.I. s.p.a., esplicita chiaramente nei propri documenti ufficiali, affermando che l'implementazione dei sistemi di cattura della CO2 dipenderà dal quadro più generale di sostegno nella fase dimostrativa di una tecnologia sperimentata dal punto di vista tecnologico, ma non ancora commercialmente matura e per questo motivo allo stato attuale non è stato approntato, relativamente all'impianto, uno stadio di dettaglio sull'implementazione del sistema di cattura e stoccaggio della CO2. La sperimentazione e l'utilizzo del sistema di cattura e immagazzinamento di CO2 comporterebbe una lievitazione dei costi che renderebbe antieconomico l'investimento. In pratica, per la centrale quindi verrà predisposta una tecnologia che è tuttora in fase sperimentale e non ancora commercialmente matura. La conseguenza sarà che 7,5 milioni di metri cubi di CO2 l'anno si riverseranno nell'atmosfera, con immediate conseguenze sull'ambiente circostante e sulla salute dei cittadini -:


se il Governo sia a conoscenza di tutte le questioni relative alla costruzione della centrale termoelettrica di 1.320 MVe lordi tra Saline Joniche e Montebello Jonico e delle controversie di ordine giuridico-amministrativo e ambientale che hanno accompagnato sin dall'inizio il progetto della S.E.I. s.p.a.;


quali iniziative urgenti, di competenza il Governo intenda assumere per bloccare la costruzione della centrale, dal momento che la regione Calabria presenta un saldo elettrico positivo, ed in considerazione dello scarso impatto, a fronte dei vistosi problemi che si verranno a creare, che la mega-opera avrà sul reddito e l'occupazione regionali, delle negative ripercussioni di carattere ambientale e paesaggistico legate alla realizzazione delle infrastrutture ed anche del parere contrario espresso dal Ministero per i beni e le attività culturali per la realizzazione dell'opera;


se il Governo sia a conoscenza, nella loro specificità e puntualità, dei fatti predetti e della grande quantità di adempimenti, di approfondimenti e di integrazioni progettuali richiesti alla SEI spa;


se il Governo sia a conoscenza dei potenziali conflitti istituzionali e amministrativi che potrebbero insorgere in sede di implementazione della mega-struttura (tra Governo e Ministeri, da un lato, e regione Calabria, comuni e comunità locali che hanno già manifestato la loro netta contrarietà alla mega struttura, dall'altro);


quali iniziative e provvedimenti urgenti (tra cui il ritiro del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 15 giugno 2012) il Governo intenda assumere per evitare la costruzione di un'opera che, oltre ad inscriversi nell'ambito di obsoleti modelli di industrializzazione, si presenta assolutamente priva delle necessarie garanzie in merito alle ricadute sul piano ambientale, paesaggistico e naturalistico e sulla salute dei cittadini. (4-16811)