ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16804

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 658 del 28/06/2012
Firmatari
Primo firmatario: LABOCCETTA AMEDEO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 28/06/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 28/06/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16804
presentata da
AMEDEO LABOCCETTA
giovedì 28 giugno 2012, seduta n.658

LABOCCETTA. -
Al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:

l'amministrazione comunale di Melito di Napoli (NA), nel dicembre del 2005, è stata sciolta «per infiltrazione camorristica» con decreto del Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, su proposta del Ministro dell'interno pro tempore Giuseppe Pisanu;

avverso il decreto, il sindaco dell'amministrazione già sciolta, Gianpiero Di Gennaro, e il consigliere di maggioranza della stessa amministrazione, nonché capogruppo della Margherita, Venanzio Carpentieri, proponevano ricorso al TAR che rigettava il ricorso con sentenza confermata dal Consiglio di Stato;

nel citato decreto e nelle successive sentenze dei giudici amministrativi si evidenzia il ruolo occulto e di primo piano dell'allora presidente della Margherita, Alfredo Cicala, citato dal pentito Maurizio Prestieri come «l'unico politico ammesso ai summit del noto clan Di Lauro» Cicala, più volte al centro di reportage dello scrittore Roberto Saviano, che lo cita anche nel suo libro «Gomorra», ha costruito un impero economico sfruttando il suo ruolo di sindaco di Melito ed il suo legame con il clan Di Lauro. Allo stato egli ha già scontato 5 anni di reclusione ed attualmente è detenuto in carcere in virtù di condanna in appello per il reato di associazione di stampo mafioso ex articolo 416-bis del codice di procedura penale; nei suoi confronti, come da notizie riportate dai quotidiani del 30 ottobre del 2009, la direzione distrettuale antimafia ha sequestrato beni per 100 milioni di euro;

questa la figura di Alfredo Cicala, vero uomo di potere della amministrazione sciolta di cui era sindaco Gianpiero Di Gennaro che, nelle promuovere dei giudici amministrativi è definito come «uomo di paglia sostanzialmente al servizio di Alfredo Cicala», del quale, peraltro, il Di Gennaro risulterebbe parente avendone sposato una nipote;

sulle elezioni che portarono alla sindacatura di Gianpiero Di Gennaro è stata proposta una interrogazione parlamentare da parte del senatore Sodano, di Rifondazione Comunista, e sono state sporte diverse denunce da Bernardo Tuccillo, già sindaco di Melito ed attualmente assessore a Napoli nella giunta guidata da Luigi De Magistris;

ebbene, oggi Venanzio Carpentieri, già consigliere di maggioranza della amministrazione comunale sciolta che di fatto faccia riferimento ad Alfredo Cicala e già capogruppo della Margherita nel medesimo periodo in cui Alfredo Cicala ne era il presidente, e Gianpiero Di Gennaro, già sindaco della stessa prosciolta amministrazione, occupano di nuovo posti di potere al comune di Melito: Venanzio Carpentieri in qualità di sindaco eletto nelle file del centro sinistra alle elezioni del maggio 2011; Gianpiero di Gennaro in qualità di «componente dell'ufficio di gabinetto del sindaco, posto alle sue direte dipendenze», a seguito di nomina del sindaco con decreto n. 18 del 7 luglio 2011;

rilevanti le circostanze in cui è maturata l'elezione del sindaco Carpentieri: nel gennaio 2011 l'allora sindaco Antonio Amente, eletto nell'aprile del 2008 veniva «sfiduciato» dai consiglieri comunali di opposizione ai quali si univano alcuni dei consiglieri di maggioranza;

nulla di anomalo se non per le minacce ed intimidazioni provenienti dalla criminalità organizzata operante sul territorio che indussero i consiglieri di maggioranza, persone di fiducia di Amente, a rassegnare le dimissioni. Per tali fatti Amente porgeva denuncia presso la procura della Repubblica in data 28 marzo 2012 e l'assessore Bernardo Tuccillo, del comune di Napoli, nel commentare i medesimi fatti, nel corso di una intervista su di un foglio locale, sosteneva la necessità che «i poteri occulti devono tenersi fuori dalla politica» e nel corso di manifestazione pubblica del S.E.L. promossa a Melito dall'avvocato Carmine Russo, coordinatore cittadino del partito di Vendola, per la presentazione di un libro dell'ex consigliere regionale A. Scala, presente anche l'ex assessore del comune di Napoli e già magistrato della direzione distrettuale antimafia di Napoli, dottor Narducci, si poneva stringenti interrogativi sulla tenuta della giunta melitese sui temi della legalità e dell'etica pubblica ricordando gli storici legami tra membri dell'attuale amministrazione e Alfredo Cicala;

contribuisce a rafforzare lo scenario di forte compromissione che segna il quadro politico-amministrativo di Melito la circostanza che, secondo quanto risulta all'interrogante, al vertice di importanti società municipalizzate nonché nel consiglio comunale siedano talune persone - peraltro legate tra di loro da vincoli di parentela o affinità - con cointeressenze in affari con Alfredo Cicala;

sembra poi tutt'altro che irrilevante il fatto che Roberto Saviano, in un articolo su La Repubblica del 2011, si sia soffermato proprio sulla sostanziale contiguità tra membri del PD di Melito ed Alfredo Cicala;

si aggiunga infine che Giuseppe Rostan, fratello di Emilio Rostan, è indagato dalla direzione distrettuale antimafia di Napoli unitamente ad Alfredo Cicala, nel processo penale n. 36726/11 R.G.N.R., per la lottizzazione relativa al «Parco Primavera» di Melito che gli inquirenti ipotizzano sia stato edificato con i proventi del clan Di Lauro -:

se e quali iniziative di competenza intenda assumere in relazione a quanto rappresentato in premessa. (4-16804)