ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16799

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 658 del 28/06/2012
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 3/01876
Firmatari
Primo firmatario: BINETTI PAOLA
Gruppo: UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Data firma: 28/06/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TESTA NUNZIO FRANCESCO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 28/06/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 28/06/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16799
presentata da
PAOLA BINETTI
giovedì 28 giugno 2012, seduta n.658

BINETTI e NUNZIO FRANCESCO TESTA. -
Al Ministro della salute, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
- Per sapere - premesso che:


risulta, a parere degli interroganti, insoddisfacente la risposta del Ministro della salute in merito all'interrogazione n. 3-01849 concernente iniziative relative alla carenza di personale sanitario e alle modalità di accesso alle facoltà di medicina e chirurgia;


il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca (MIUR) ha determinato per il 2011-2012 un aumento pari a 9.501 posti per le facoltà di medicina e chirurgia, nonostante le regioni e il Ministero della salute, con il pieno auspicio dell'Ordine dei medici ne avessero sollecitati almeno 10.566. Si tratta di mille posti in meno con una evidente disparità di valutazione del fabbisogno dei medici nei prossimi anni;


la cosa appare tanto più grave in quanto l'argomentazione utilizzata dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca è che il numero dei potenziali studenti di medicina è risultato superiore alla capacità formativa complessiva degli atenei. Evidentemente l'ampliamento dell'offerta formativa, che in questi ultimi 5 anni è cresciuta del 30 per cento, è ancora inadeguata a coprire i bisogni effettivi del nostro servizio sanitario nazionale. Da circa dieci anni solo l'85 per cento degli immatricolati a medicina arriva alla laurea come ha evidenziato Andrea Lenzi, presidente del Consiglio universitario nazionale (Cun);


entro il 2015, infatti, a fronte dei prossimi pensionamenti nella categoria, verranno meno circa 17.000 medici e dal 2013 è ipotizzabile un saldo negativo tra pensionamenti e nuove assunzioni. È vero che, come ha ricordato il Ministro della salute, l'Italia, ha un numero di medici professionalmente attivi superiore alla media europea, ovvero pari a 4,1 medici per mille abitanti contro una media dell'Unione europea di 3,4 per mille abitanti;


questo tuttavia non compensa l'andata in pensione dei medici, secondo l'attuale trend, del quale si prevede il picco massimo entro il 2021, che provocherà un depauperamento del personale medico operante nel sistema sanitario italiano di almeno 30mila unità anche per effetto delle ultime modifiche agli assetti previdenziali;


la tendenza alla riduzione dei medici in attività è testimoniata anche dalle statistiche Oecd 2011 che mostrano in Italia un numero di medici «praticanti» per mille abitanti in rapido decremento rispetto ai dati precedenti, essendo al 3,4 per mille contro il 3,1 medio dei Paesi Oecd, con la possibilità che con l'attuale ritmo di uscita dal sistema, nei prossimi 5 anni il nostro indice sia al di sotto della media Oecd;


quest'anno oltre tutto per la prima volta nel corso degli ultimi anni c'è stata una riduzione dello 0,7 per cento delle domande per l'ammissione alle lauree in medicina e chirurgia e in odontoiatria, per la prima volta accorpate: 85 mila studenti hanno fatto domanda nelle 37 università statali per 8.977 posti a bando e 13 mila studenti per 581 posti nelle università non statali;


oggi il numero dei medici supera ancora la media Ocse, ma a breve la situazione è destinata a cambiare ed è necessario aumentare le immatricolazioni, migliorando al contempo la qualità dell'offerta formativa per garantire al nostro servizio sanitario nazionale almeno 10 mila medici l'anno, necessari per essere a regime nel 2018;


oltre ad aumentare il numero delle immatricolazioni degli studenti in medicina e chirurgia però diventa sempre più urgente garantire a quanti si laureano la possibilità di accedere ad una scuola di specializzazione, facendo coincidere il numero dei laureati con il numero dei potenziali specialisti. Nei prossimi 10 anni, si prospetta, pertanto, una mancanza di circa 30.000 specialisti che svolgono funzioni non delegabili ad altre professioni sanitarie;


oggi uno studente che si immatricola a medicina chirurgia, superando la selezione iniziale, pur laureandosi regolarmente in corso, corre il rischio di dover attendere anche due o tre anni prima di accedere alla scuola di specializzazione, portando il suo iter formativo a 12-14 anni. E quindi ritardando pesantemente il suo ingresso nel mondo della professione, con possibili conseguenze anche sotto il profilo pensionistico -:


se non si ritenga ormai improcrastinabile aumentare almeno di 1.000 i posti disponibili per accedere alla facoltà di medicina e chirurgia, eventualmente anche da quest'anno, dal momento che le immatricolazioni si stanno ancora effettuando in questi giorni;


quali urgenti iniziative si intendano attuare al fine di favorire l'accesso alle scuole di specializzazione attraverso un effettivo ampliamento dei posti disponibili e una comunicazione più chiara e tempestiva dei posti rimasti vacanti permettendo ai giovani medici di inserirsi nelle graduatorie che restano incomplete. (4-16799)