ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16791

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 658 del 28/06/2012
Firmatari
Primo firmatario: BURTONE GIOVANNI MARIO SALVINO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 28/06/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CUOMO ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 28/06/2012
GRAZIANO STEFANO PARTITO DEMOCRATICO 28/06/2012
GRASSI GERO PARTITO DEMOCRATICO 28/06/2012
BOCCI GIANPIERO PARTITO DEMOCRATICO 28/06/2012
CARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO 28/06/2012
PISICCHIO PINO MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA 28/06/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 28/06/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16791
presentata da
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE
giovedì 28 giugno 2012, seduta n.658

BURTONE, CUOMO, GRAZIANO, GRASSI, BOCCI, MARCO CARRA e PISICCHIO. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:

la Presidenza del Consiglio dei ministri, nel maggio 2012, nell'ambito degli obiettivi di spending review, ha disposto la restituzione, alle amministrazioni di provenienza, del personale di prestito cosiddetto «fuori comparto», nei confronti del quale sussiste a carico della Presidenza l'onere totale o parziale di rimborsare gli emolumenti stipendiali;

in particolare, il termine per il rientro di detto personale alle sedi di appartenenza viene fissato alla data del 1o novembre 2012, per consentire alle strutture interessate di avviare i processi di riorganizzazione dei rispettivi organici;

il contingente complessivo di questi ultimi è di 132 unità, di cui n. 86 appartenenti alla categoria A e 46 appartenenti alla categoria B; l'importo medio pro-capite che la Presidenza rimborsa alle amministrazioni di appartenenza, fatte salve le competenze accessorie che sono comunque a carico della Presidenza medesima, costituisce un'inezia rispetto a voci di spesa di maggiore aggredibilità in un'ottica di contenimento;

peraltro, nella fattispecie, il provvedimento restitutorio, oltre che essere carente sul piano della motivazione, nella parte in cui viola il principio di adeguatezza tra i presupposti ispiratori della determinazione autoritativa del comando (speciale competenza del dipendente in relazione a riconosciute esigenze di servizio - articolo n. 56 del decreto del Presidente della Repubblica n. 3 del 1957) e il fine posto a presidio del provvedimento di revoca, funzionale alla restituzione (contenimento della spesa pubblica), è censurabile anche sotto il profilo della mancanza di proporzionalità tra il sacrificio imposto a detto personale (raggiungimento per molti di loro di sedi lontane in un quadro reddituale pro-capite ridimensionato) a fronte di un risparmio di spesa, come evidenziato, modesto, che produce il solo effetto di procurare un grave danno socio-economico con impatto su situazioni tendenzialmente consolidate;

nella prospettiva, poi, della tutela del parametro di efficienza dell'organizzazione delle strutture presidenziali, il provvedimento restitutorio adottato iure imperii e al di fuori di un confronto istituzionale con le organizzazioni sindacali, svilisce in modo inequivocabile il principio di buon andamento (articolo n. 97 della Costituzione), in quanto la sua adozione non costituisce la naturale conseguenza di una ponderata, preventiva valutazione delle risorse e dei fabbisogni delle singole articolazioni, in funzione dei rispettivi obiettivi da conseguire, ma si palesa avulsa da un congruo bilanciamento degli interessi in gioco e da un auspicabile criterio di selezione del personale da mantenere all'interno delle proprie strutture, basato sul merito e sulla professionalità individuale;

in una logica di ripartizione delle voci di costo da iscrivere in bilancio appare, poi, improprio tracciare una linea di differenziazione tra il bilancio della Presidenza e quello delle amministrazioni «fuori comparto», atteso che lo stesso costo, senza variazioni sostanziali, (di fatto si tratterebbe di «una partita di giro») viene a ricadere nella sfera di un altro soggetto pubblico mediante un trasferimento formale di imputazione all'interno di un unico grande contenitore che è il bilancio dello Stato. In tale ambito, tra l'altro, la distinzione tra soggetti del comparto Ministeri e quelli fuori comparto non è giuridicamente appropriata, in quanto le due categorie istituzionali rappresentano altrettante entità dell'apparato amministrativo tra loro collegate, quanto alla natura giuridica e al fine perseguito, dal connotato della pubblicità e, quanto alla missione attribuita, dal vincolo della vigilanza e del controllo da parte del Ministero di riferimento sui risultati conseguiti. In questo contesto, ad esempio, le Agenzie fiscali - che costituiscono il più consistente serbatoio da cui si è finora attinto per il reclutamento del personale fuori comparto - ancorché dotate di autonoma personalità giuridica, predispongono, in allegato al proprio bilancio, appositi raccordi riguardanti gli schemi di stato patrimoniale e conto economico con i pertinenti capitoli di spesa del bilancio dello Stato;

con riferimento alle politiche di contenimento della spesa, è utile sottolineare che, già prima dell'insediamento dell'attuale Governo, la Presidenza, al pari delle altre amministrazioni, non è stata esentata dalle riduzioni degli stanziamenti di pertinenza. Infatti, le previsioni iniziali di bilancio del 2011 - già oggetto di diminuzione in adeguamento a disposizioni normative - hanno scontato il taglio lineare del 10 per cento delle dotazioni finanziarie riferite alle spese rimodulabili disposte dall'articolo 2, comma 1, del decreto legge n. 78 del 2009, incidendo sensibilmente sia sul capitolo 2115 (fondo di funzionamento della Presidenza), sia sui capitoli pertinenti alle politiche attive, per un totale di circa 57.869.124 milioni di euro;

in relazione al primo capitolo, in applicazione del decreto legge n. 112 del 2008, sono stati realizzati risparmi di spesa, attraverso la riduzione del 10 per cento del fondo unico di presidenza, pari a 1,9 milioni di euro;

nel corso del 2011, successivi interventi normativi hanno ulteriormente ridotto gli stanziamenti, determinando diminuzioni di spesa per un totale complessivo di 126.066.938 milioni di euro;

» il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1° marzo 2011, che ha ridefinito l'assetto ordinamentale delle strutture presidenziali, ha disposto una prima riduzione delle dotazioni organiche dirigenziali di 7 posti di funzione di prima fascia e di 48 unità di seconda fascia per un risparmio complessivo annuo a regime pari a circa 7.130.000 milioni di euro;

ulteriori tagli, incidenti prevalentemente sulle spese di funzionamento della Presidenza, si sono verificati in applicazione delle norme recate dal citato decreto legge n. 78 ed in particolare:

a) taglio del 5-10 per cento dei trattamenti economici complessivi dei dirigenti per un risparmio a regime pari a 989.411,78 euro;

b) taglio del 10 per cento delle indennità da corrispondere ai responsabili degli uffici di diretta collaborazione, per un risparmio pari a circa 96.000 euro, che si innesta nel più generale taglio di 12,2 milioni di euro, stabilito dall'attuale Governo, per effetto della riduzione dei Ministri senza portafoglio e dei relativi Sottosegretari, cui è seguito il ridimensionamento di complessive 241 unità;

c) risparmi per circa 3 milioni di euro conseguiti per effetto della riduzione dei contingenti assegnati alle strutture di missione;

d) risparmi per 7,9 milioni di euro, relativi ai nuovi limiti di spesa per organi collegiali, incarichi di studio e consulenza, relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità e rappresentanza, formazione, missioni, acquisto, manutenzioni, noleggio ed esercizio di autovetture; sul punto, vi è da aggiungere che il Governo ha disposto un ulteriore taglio di esperti e consulenti di 99 unità pari a 750.000 euro; in relazione ai tagli in materia di trasporti, poi, è stato conseguito un significativo risparmio di spesa pari a circa 23,5 milioni di euro, su base annua, determinato dalla contrazione dei voli di Stato, non obbligati da ragioni di sicurezza, nella misura del 90 per cento, un risparmio di circa 270.000 euro per un più efficiente uso del servizio automezzi;

la Presidenza ha conseguito ancora risparmi per 4 milioni di euro sui costi del personale, mediante il blocco del turn over, il congelamento dei contratti e i pensionamenti;

da ultimo si aggiunge che con recente decreto del Presidente del Consiglio dei ministri è stata disposta, con effetto immediato, la riduzione degli organici della Presidenza in misura del 20 per cento dei dirigenti e del 10 per cento del personale di qualifica non dirigenziale;

è opportuno sottolineare che uno dei principali protagonisti delle politiche di contenimento dei costi della Presidenza, in funzione del precipuo ruolo di coordinamento che a chiamato a svolgere, è il segretario generale della Presidenza, che ha svolto e svolge con lealtà istituzionale generalmente riconosciuta, anche un ruolo tecnico di assoluta garanzia nei confronti degli organi costituzionali e delle pubbliche amministrazioni -:

se non sia il caso che il Governo, sulla base del quadro prospettico sopra delineato, che evidenzia un palese squilibrio e disallineamento dei tagli fortemente proiettato sul versante delle risorse umane (spese di funzionamento), orienti la propria azione di contenimento sulle cosiddette politiche attive, ossia sugli interventi e le spese in conto capitale che rappresentano ben 90 per cento dell'impegno complessivo di spesa del bilancio della Presidenza, a fronte del modesto 10 per cento che costituisce, viceversa, il dato relativo alla spesa per il personale e per i beni e i servizi;

se in tale prospettiva, non sia opportuno, anche al fine di evitare un pericoloso contenzioso che sarebbe certamente controproducente dell'immagine della Presidenza, procedere al ritiro del provvedimento restitutorio del personale fuori comparto ed indirizzare gli interventi volti a conseguire (ben più consistenti) risparmi su altre ipotesi di tagli alla spesa, tra le quali, solo per citarne alcune:

a) eliminazione delle consulenze esterne con contestuale reinternalizzazione dei servizi da affidare a personale interno alla Presidenza dotato di competenze e professionalità adeguate;

b) affidamento, ove possibile, degli incarichi di vertice degli uffici di gabinetto e dei dipartimenti, nonché delle altre strutture di vertice della Presidenza, a dirigenti della corrispondente fascia dei ruoli della Presidenza medesima;

c) blocco del reclutamento di ulteriori unità, in regime di prestito, al fine di favorire la graduale stabilizzazione nei ruoli della Presidenza, delle unità già organicamente incardinate nelle articolazioni presidenziali;

in subordine, solo ove non ritenute adottabili le suindicate misure alternative, se non sia maggiormente rispondente al principio costituzionale di buon andamento rimettere la valutazione degli eventuali esuberi di personale di prestito alla competenza ed alla responsabilità dei titolari delle singole strutture dell'ordinamento presidenziale che provvederanno, se del caso, a rimodulare gli assetti organizzativi di competenza in proporzione del budget loro rispettivamente assegnato e all'esito della ridefinizione delle piante organiche che fotografi le effettive necessità di personale da adibire ai servizi delle singole articolazioni. (4-16791)