ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16789

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 658 del 28/06/2012
Firmatari
Primo firmatario: FARINA GIANNI
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 28/06/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 28/06/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16789
presentata da
GIANNI FARINA
giovedì 28 giugno 2012, seduta n.658

GIANNI FARINA. -
Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
- Per sapere - premesso che:

come nella società italiana, anche nelle scuole del nostro Paese, dall'asilo nido all'università - si assiste ad una crescente coesistenza di comunità che si differenziano per nazionalità, lingua, cultura, religione;

il rispetto delle differenze culturali, linguistiche e religiose - sancito dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea - rientra nel concetto basilare del diritto di eguaglianza ed è parte integrante del riconoscimento della pari dignità;

tra i valori fondamentali dell'Unione europea non figura unicamente lo sviluppo e la salvaguardia del patrimonio culturale europeo, ma anche il rispetto della ricchezza delle sue diversità culturali e linguistiche;

ad essere confrontati con questo processo multiculturale e multietnico sono le comunità, gli enti e le articolazioni pubbliche e private territoriali, i quali non sempre hanno regole, competenze e sensibilità adeguate;

si è verificato nella scuola svizzera di Roma un episodio che ha rischiato di compromettere addirittura le relazioni statuali tra la Svizzera e la Turchia per un'iniziativa di un insegnante di tedesco che ha utilizzato per un dettato un testo ritenuto da molti genitori offensivo nei confronti della comunità turca;

un caso scolastico si è trasformato in caso diplomatico che ha visto il coinvolgimento dell'ambasciata della Turchia di Roma e conseguentemente dell'ambasciata svizzera: è stato messo sotto accusa un manuale dell'ordinamento scolastico svizzero del Cantone di Basilea per contenuti xenofobi e offensivi contro la Turchia;

il dettato impartito agli allievi della terza media conteneva la seguente frase incriminata: «Per la maggior parte dei turchi le donne sono fatte per essere sposate e per fare figli. Ragion per cui trovano sia inutile avere un'istruzione»;

i genitori hanno portato il consiglio di amministrazione della scuola svizzera di Roma - frequentata da oltre 400 allievi di nazionalità e lingue diverse - a prendere posizione per sottolineare «la bontà del progetto didattico, fondato sul pluralismo culturale, etnico e religioso, sulla tolleranza, sul dialogo» e «ad esprimere il rammarico per le incomprensioni createsi nella comunità scolastica, condannando senza alcuna riserva di ogni forma di discriminazione o di comportamento xenofobico»;

in seguito a questa vicenda, il docente di tedesco, ha rassegnato le sue dimissioni dalla scuola svizzera, pur non precisando che fossero dovute all'incidente didattico nel quale era incorso, e il caso pare risolto;

il caso verificatosi nella scuola svizzera di Roma deve spingere le istituzioni scolastiche italiane a riflettere seriamente sull'importanza dell'educazione interculturale nella scuola che coinvolga non soltanto istituzione scuola e allievi, ma istituzione scuola e docenti, per permettere a tutti gli operatori della scuola di affrontare adeguamente le sfide e i conflitti che nella scuola si generano;

pur riconoscendo alle istituzioni scolastiche nazionali di avere mostrato sensibilità a questa problematica con le circolari ministeriali espresse in questi anni, come la n. 205 del 1990 (la scuola dell'obbligo e gli alunni stranieri. L'educazione interculturale) la n. 73 del 1994 (dialogo interculturale e convivenza democratica), fino all'ultimissima circolare n. 2 dell'8 gennaio 2010 (indicazioni e raccomandazioni per l'integrazione di alunni con cittadinanza non italiana) che propongono la scuola come mediatrice di culture diverse, sono molte ancora le resistenze degli insegnanti, che sottolineano gli aspetti problematici dello inserimento degli stranieri in classe, lamentando il fatto di essere lasciati soli ad affrontare i problemi senza una formazione specifica e senza il supporto di percorsi e materiali didattici adeguati -:

se il Ministro intenda assumere le iniziative di competenza affinché: a) si rilevi attraverso un'accurata indagine ministeriale condotta con le direzioni generali degli uffici scolastici regionali:

1) il livello di inserimento degli alunni stranieri nelle scuole statali e paritarie italiane;

2) il rispetto del limite del 30 per cento degli alunni stranieri nelle classi entrato in vigore dall'anno scolastico 2010-2011 in modo graduale, introdotto a partire dal primo anno della scuola dell'infanzia e dalle classi prime sia della scuola primaria, sia della scuola secondaria di I e di II grado;

3) casi di discriminazione di carattere razziale, religioso e culturale denunciati da genitori di alunni stranieri;

4) il rapporto percentuale di alunni bocciati in tutte le varie classi - dalle elementari alle medie - tra alunni stranieri e alunni italiani;

b) si verifichi l'attuazione del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 8918, che prevede che le due ore settimanali destinate all'insegnamento della seconda lingua comunitaria nella scuola secondaria di primo grado - a determinate condizioni - effettivamente «vengano utilizzate anche per potenziare l'insegnamento della lingua italiana per gli alunni stranieri non in possesso delle necessarie conoscenze e competenze nella medesima lingua italiana»;

c) si verifichi se presso le sedi scolastiche urbane e periferiche, siano state seguite le due circolari del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca del marzo 2006 e dell'ottobre 2007 nelle quali sono stati esplicitati i principi e le azioni che definiscono il «modello» nazionale per l'accoglienza e l'integrazione di minori di origini culturali diverse, compresi i gruppi Rom e Sinti, nei rispetto delle raccomandazioni anche dell'OSCE;

se siano stati avviati confronti e stipulati accordi con i principali Paesi di provenienza degli alunni stranieri nelle scuole italiane (Marocco, Albania, Romania, Cina, Serbia, Filippine Ecuador e altro), secondo gli obiettivi contenuti nel documento generale d'indirizzo per l'integrazione degli alunni stranieri e per l'educazione interculturale elaborato dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca,raccogliendo le idee e le proposte del Consiglio nazionale della pubblica istruzione del 20 dicembre 2005.(4-16789)