ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16785

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 658 del 28/06/2012
Firmatari
Primo firmatario: MISEROTTI LINO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 28/06/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 28/06/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16785
presentata da
LINO MISEROTTI
giovedì 28 giugno 2012, seduta n.658

MISEROTTI. -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:

in Italia il consumo di bevande alcoliche, e di vino in particolare, fa parte di una radicata tradizione culturale;

negli ultimi anni si stanno, però, diffondendo nuovi modelli di consumo che prevedono un uso occasionale, intenso e spesso intossicante di bevande di maggior gradazione alcolica, drinks, aperitivi e birra;

il fenomeno dell'abuso nel consumo di alcol è in rapida diffusione nel nostro Paese, dove - sulla base dei dati contenuti nell'ottava Relazione del Ministro della salute al Parlamento sugli interventi realizzati ai sensi della legge 30 marzo 2001, n. 125 «legge quadro in materia di alcol e problemi alcol correlati» - 2011 (dati 2009-2010) - gli alcol dipendenti in trattamento nei servizi pubblici sono in costante aumento dal 1996 e nel 2009 ne sono stati rilevati 65.360. Fra essi in particolare la percentuale dei giovani al di sotto dei 30 anni rappresenta il 10,2 per cento del totale, con un valore in crescita rispetto a quello della precedente rilevazione (10 per cento), soprattutto tra i nuovi utenti;

secondo i dati dell'Istituto superiore di sanità - contenuti nella citata Relazione - il 25,4 per cento degli uomini ed il 7,3 per cento delle donne di età superiore a 11 anni, circa 8.600.000 persone, consumano alcolici senza rispettare le indicazioni di consumo delle agenzie di sanità pubblica, esponendosi a rischi alcol correlati con ricadute sotto il profilo sanitario, (incidenti stradali, omicidi, suicidi, cirrosi epatiche, depressione, cancro) ed economico facilmente immaginabili (tra il 2000 e il 2009 la percentuale dei ricoveri ospedalieri per cirrosi alcolica ha registrato, in rapporto agli altri ricoveri per cause totalmente alcolcorrelate, una crescita di quasi 10 punti percentuali passando dal 26,30 per cento al 36,4 per cento);

dall'indagine ESPAD (The european school project on alcohol and other drugs) Italia 2011 emerge un dato ancor più preoccupante ovvero quello relativo all'età del primo contatto con l'alcol, che nel nostro Paese è la più bassa in Europa (13 anni contro i 14,6 anni della media europea);

il 19,5 per cento dei giovani, nella fascia di età tra gli 11 e i 15 anni, dichiara di aver bevuto alcolici nonostante sia in vigore il divieto di servire bevande alcoliche e superalcoliche ai minori di 16 anni;

in Italia il primo contatto con le bevande alcoliche avviene in età molto precoce e secondo l'indagine internazionale HBSC (Health Behaviour in School-aged Children - Comportamenti collegati alla salute in ragazzi di età scolare), svolta in collaborazione con l'OMS sui comportamenti dei ragazzi in età scolare di 40 Stati europei, i ragazzi italiani di 11, 13 e 15 anni sono ai primi posti per il consumo settimanale di alcol;

l'ISTAT, nel decennio 2000-2010, ha rilevato una forte crescita del consumo di alcolici e superalcolici fuori pasto da parte dei giovani e dei giovanissimi, particolarmente evidente nella fascia di età 18-24 anni in cui la prevalenza è passata dal 33,7 per cento al 41,9 per cento mentre nella fascia di età 14-17 anni si è passati dal 14,5 al 19,9;

in particolare, a partire dal 2003, è in crescita tra i giovani il fenomeno del «binge drinking» ovvero il consumo di bevande alcoliche in grande quantità, in breve tempo e fuori pasto; tra i giovani maschi di 11-25 anni esso è passato dal 13,7 per cento del 2003 al 14,7 per cento del 2010 e tra le femmine di pari età dal 5,5 per cento al 6,3 per cento; la tendenza all'aumento è stata confermata anche tra il 2009 e il 2010, sia tra i maschi (dal 14,3 per cento al 14,7 per cento) che tra le femmine (dal 5,6 per cento al 6,3 per cento);

dai dati sopra citati si evince come il consumare alcolici e superalcolici in compagnia sia - purtroppo - ritenuto da molti giovani e giovanissimi una sorta di moda e un elemento per farsi accettare dal gruppo, ignorando (o dimenticando) che l'alcol, in particolare nei minori di 15 anni, non viene metabolizzato correttamente dall'organismo ed è quindi mal tollerato;

l'alcol alla guida è la causa principale di morte - subito dopo l'eccessiva velocità - sulla strada e tra i giovani rappresenta in Italia addirittura la prima causa;

fra i Paesi della regione europea aderenti all'Organizzazione mondiale della sanità, l'Italia è uno dei pochi in cui non vige il divieto di vendita delle bevande alcoliche ai minori, ma solo il divieto di somministrazione ai minori di 16 anni (articolo 689 del codice penale) e questo significa, ad esempio, che ad un minore di 16 anni per legge non può essere servito un bicchiere di vino, ma può liberamente acquistarne una bottiglia intera in un supermercato;

la maggior parte degli altri Paesi, ivi compresi Paesi a noi molti simili come profilo del consumo e della produzione, hanno anche il divieto di vendita ai minori, oltre a quello della somministrazione nei locali pubblici;

l'età legale più diffusa per il divieto di vendita è quella dei 18 anni. Tale età è anche quella individuata come limite legale auspicabile per tutti gli Stati dell'Unione europea nell'ambito dei lavori preparatori della adozione di una strategia comunitaria sull'alcol;

anche in mancanza di una normativa nazionale di riferimento, la dimensione che sta assumendo il fenomeno del consumo di alcol tra i giovani e la necessità di arginare questa piaga soprattutto tra i minorenni, ha spinto molti sindaci ad emanare ordinanze relative al divieto di vendere alcolici ai soggetti minori di età;

il fenomeno dell'abuso di alcol da parte dei giovani è stato affrontato dal Governo attraverso la predisposizione - da parte del Ministero della salute e del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca - di quattro iniziative per l'avvio di campagne di sensibilizzazione mirate nelle scuole sugli stili di vita, tre delle quali sono state varate e una quarta in cantiere -:

quali ulteriori e tempestive iniziative intenda predisporre per realizzare un maggior rigore nella somministrazione di alcolici ai minori nonché per limitare la vendita di tali bevande solo alle persone maggiori di età. (4-16785)