ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16652

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 652 del 19/06/2012
Firmatari
Primo firmatario: BERTOLINI ISABELLA
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 19/06/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 19/06/2012
Stato iter:
20/11/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 20/11/2012
CATANIA MARIO MINISTRO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 20/11/2012

CONCLUSO IL 20/11/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16652
presentata da
ISABELLA BERTOLINI
martedì 19 giugno 2012, seduta n.652

BERTOLINI. -
Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali.
- Per sapere - premesso che:

a Piandelagotti, una località del comune di Frassinoro (Modena), è ubicata la stazione alpeggio con circa 80 ettari di terreno ed un borgo (composto da case coloniche, stalle e fienili), derivante dalla sezione di Modena dell'istituto sperimentale di zootecnia fondata nel 1925;

l'incarico di questa stazione era di mantenere in allevamento gruppi scelti di riproduttori di bovini, ovini e suini a scopo di studio, selezione e miglioramento delle razze;

la stazione fu attivamente utilizzata per 30 anni, fino agli anni settanta, quando la sezione di Modena focalizzò gli studi solo sulle razze suine presso l'azienda Beccastecca di San Cesario (Modena), iniziando così l'abbandono dell'Alpeggio di Piandelagotti;

a partire dagli anni ottanta la struttura, di proprietà del Ministero delle politiche agricole, gestita dal CRA (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione agricola) è rimasta in disuso ed è in uno stato di totale abbandono, malgrado la richiesta di acquisto avanzata da un'azienda locale e la messa in vendita attraverso un'asta (per un valore di euro 1.070.000,00), naturalmente andata deserta;

nel 2011 a seguito di tale procedura, conclusasi con un nulla di fatto come era prevedibile, il CRA chiese ai soggetti interessati di presentare una «dimostrazione di interesse» per l'acquisto dell'area, che puntualmente arrivò, ma alla quale non è seguita alcuna risposta;

gli allevatori della bassa modenese, duramente colpiti dal terremoto, per poter accudire gli armenti chiedono agli agricoltori o allevatori dei paesi limitrofi di ospitarli e quel borgo, se fosse stato conservato con diligenza, sia da parte del Ministero che del CRA, oggi avrebbe potuto ospitare oltre 300 capi di bestiame;

questo caso è uno dei tanti che rappresentano il grande spreco di beni pubblici che, a causa dell'inerzia della macchina pubblica, danneggiano economicamente l'intera collettività -:

se sia a conoscenza di tale caso;

se sia in grado di fornire ulteriori informazioni in merito al caso specifico, in particolar modo di chiarire quali sono i motivi per cui il Ministero e il CRA non abbiano ancora dato risposta all'azienda interessata all'acquisto;

quali provvedimenti urgenti intenda adottare, per salvare dal degrado il borgo, o in alternativa per velocizzare le procedure di vendita;

quante siano e che valore abbiano le aree di proprietà del Ministero, gestite dal CRA, che potrebbero essere vendute a privati, o recuperate e riutilizzate;

se esista un registro di beni immobili pubblici abbandonati come quello segnalato, o, se non c'è, non si intenda procedere ad un censimento e all'immediata vendita di tali beni. (4-16652)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata martedì 20 novembre 2012
nell'allegato B della seduta n. 720
All'Interrogazione 4-16652 presentata da
ISABELLA BERTOLINI

Risposta. - In riferimento all'interrogazione in esame, concernente la mancata vendita di un'azienda utilizzata, a suo tempo, dalla sezione di Modena dell'Istituto sperimentale di zootecnia, evidenzio che il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (Cra), istituito con decreto legislativo n. 454 del 1999, ha assorbito tutti gli ex istituti sperimentali, acquisendone il patrimonio e subentrando in tutti i rapporti, attivi e passivi.
Nel 2008 il predetto organismo, tenendo conto del programma di razionalizzazione delle strutture e dopo aver censito il pertinente patrimonio ha deliberato la vendita di una serie di beni considerati non funzionali né strumentali, tra cui, la predetta azienda sita nel comune di Frassinoro, la cui procedura di alienazione è stata definitivamente autorizzata con delibera n. 88 del 24 giugno 2009 con una base d'asta di euro 1.050.000 (per inciso, il valore stimato dall'Agenzia del territorio come «più probabile» è stato quantificato in euro 1.031.000).
La procedura di evidenza pubblica posta in essere il 13 ottobre 2009 non ha tuttavia ottenuto gli obiettivi sperati. Pertanto, con delibera n. 76 del 1o giugno 2010, il competente consiglio di amministrazione ha adottato una nuova procedura per sondare le effettive risposte del mercato riguardo ai beni offerti.
Anche tale sistema non ha conseguito quanto auspicato, in quanto le offerte pervenute al riguardo (comprese tra i 40 mila e i 330 mila euro) non sono state ritenute congrue alla stima fatta a suo tempo dall'Agenzia del territorio. Pertanto, anche in ragione dei costi da sostenere, non si è ritenuto di non procedere oltre. Con l'occasione preciso che, come espressamente indicato nell'avviso di manifestazione d'interesse relativo ai beni in parola, alcun obbligo di informazione è insorto in capo al Cra circa l'esito delle offerte.
Vorrei tuttavia far presente che il Cra ha stipulato una convenzione con l'Agenzia del demanio al fine di vendere e/o valorizzare i pertinenti beni. Riguardo l'azienda di Frassinoro preciso che, alla luce delle recenti disposizioni normative in tema di razionalizzazione delle spesa pubblica (che investono anche l'organizzazione del Cra), si sta ipotizzando un affitto con patti in deroga.
Informo, infine, l'interrogante che i beni di proprietà del Cra inclusi in un apposito elenco corredato dalle relative stime a cura dell'Agenzia del territorio, sono stati inseriti in un programma di dismissione. Trattandosi, tuttavia, di beni di proprietà di un ente pubblico, la relativa vendita non può avvenire a trattativa privata, salvo casi rarissimi ed eccezionali, previo parere dell'Avvocatura generale dello Stato, ovvero in caso di altre amministrazioni pubbliche.
Pertanto, chiunque altro fosse interessato all'acquisto, non può che partecipare alle aste che vengono bandite.

Il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali: Mario Catania.