ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16478

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 645 del 06/06/2012
Firmatari
Primo firmatario: GIANNI PIPPO
Gruppo: POPOLO E TERRITORIO (NOI SUD-LIBERTA' ED AUTONOMIA, POPOLARI D'ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, DEMOCRAZIA CRISTIANA)
Data firma: 06/06/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 06/06/2012
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT delegato in data 18/06/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16478
presentata da
PIPPO GIANNI
mercoledì 6 giugno 2012, seduta n.645

GIANNI. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per gli affari regionali, il turismo e lo sport, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
- Per sapere - premesso che:

in data 31 marzo 2011 la Società italiana dragaggi spa ha incaricato la Waterfront Engineering (gruppo Anthos Consulting Srl) di redigere apposito studio di fattibilità per il «Progetto per la salvaguardia del sistema costiero negli ambiti a rischio R4 delle coste siciliane»;

in data 11 maggio 2011 è stata emanata la legge regionale n. 7 che, all'articolo 11, prevede che la regione siciliana a programmare, in coerenza con il piano nazionale per il sud di cui alla delibera Cipe 11 gennaio 2011, n. 1, un «piano straordinario per la conservazione, la messa a reddito e la valorizzazione dei beni culturali, dei beni forestali e del patrimonio costiero di proprietà regionale»;

in data 12 agosto 2011 il soggetto proponente società italiana dragaggi-Gruppo DEME ha presentato alla regione siciliana lo studio di fattibilità concernente il «progetto per la salvaguardia del sistema costiero negli ambiti a rischio R4 delle coste siciliane» da realizzare in project financing e per proporre per l'inserimento nella lista delle infrastrutture di cui all'articolo 175 del decreto legislativo n. 163 del 2006, e successive modificazioni e integrazioni;

lo studio di fattibilità presentato riguarda la proposta di una concessione (per 30 anni dal 2012 al 2041) sul complessivo patrimonio demaniale costiero della regione siciliana, prevedendo come corrispettivo dei lavori, non solo il diritto a gestire le opere, anche l'erogazione di un prezzo a valere su risorse pubbliche;

il quadro economico degli interventi da realizzare pari complessivamente a oltre 1,5 miliardi di euro riguardano la costruzione di: consolidamenti, ripascimenti e barriere di difesa costiere per circa 700 milioni di euro; pontili, ormeggi e realizzazione di approdi per circa 550 milioni di euro; porti a secco per circa 20 milioni di euro; parcheggi per 6,6 milioni di euro; stabilimenti balneari per 5,4 milioni di euro; strutture rimovibili per bar-tavola calda per 3,6 milioni di euro; strutture rimovibili adibite a commercio per circa 4,5 milioni di euro; strutture per servizi portuali (50.000 posti in approdi e 30.000 in posti a secco) per 2,8 milioni di euro; opere impiantistiche per oltre 10 milioni di euro; spese di progettazione per una cifra astronomica oltre 240 milioni di euro;

il piano di finanziamento contenuto nello studio di fattibilità prevede un contributo pubblico superiore ai 757,5 milioni di euro ovvero pari al 49 per cento del totale del costo;

al fine di tentare di conferire alla proposta una utilità collettiva si afferma che gli interventi saranno in prima istanza tesi alla salvaguardia dei sistemi costieri, individuati coerentemente alle perimetrazioni del piano per l'assetto idrogeologico, ma anche allo sfruttamento sostenibile delle risorse territoriali disponibili, perseguendo l'incremento economico e produttivo delle attività ad esse connesse;

come è noto il 42 per cento delle spiagge italiane è in forte erosione e la Sicilia, con il 28 per cento circa delle spiagge esposte al rischio, non è certamente una delle regioni più colpite dalle forme di erosione anche se queste vanno affrontate e monitorate;

nello studio di fattibilità si da atto che le principali cause dell'erosione delle coste sono riconducibili, per lo più, ad azioni antropiche dissennate, quali la realizzazione di sbarramenti lungo i principali corsi fluviali, l'estrazione di inerti in alveo, la cementificazione dei corsi fluviali, che producono una drastica riduzione degli apporti solidi al mare e, quindi, il progressivo arretramento della linea di costa, il progetto proposto, ad avviso degli interroganti, non incide minimamente su tali cause in quanto si tratta di interventi da realizzare in aree non interessanti per le operazioni finanziarie, di valorizzazione fondiaria e speculazione edilizia da parte delle società proponenti;

gli interventi previsti dal progetto non sono risolutivi delle stesse cause di dissesto, perché non incidono su di esse ma intervengono sugli effetti, provando, nel migliore dei casi, a tenerli sotto controllo e a mitigarli; si tratterebbe solo di un intervento «tampone» di enormi dimensioni e di manutenzioni limitate alla durata della concessione, finalizzati a giustificare il vero obbiettivo cioè la «valorizzazione» della fascia costiera;

sempre nello studio di fattibilità si afferma che un'altra causa del dissesto costiero è la realizzazione massiccia di insediamenti turistici che ha prodotto l'alterazione dell'assetto naturale dei litorali, creando così le condizioni per l'azione erosiva del mare; in tale caso l'intervento previsto è, secondo gli interroganti, addirittura peggiorativo in quanto i progetti di porti o di barriere frangiflutti anche se realizzati con maggiore attenzione rispetto al passato, producono in ogni caso inevitabili alterazioni dell'equilibrio delle correnti litoranee; queste quasi sempre innescano processi di erosione costiera. Se è quindi vero quello che gli stessi progettisti dichiarano, l'effetto sarebbe paradossale;

il piano dei ricavi contenuto nello studio di fattibilità prevede: oltre 57 milioni da cessione di posti barca, box nautici e parcheggi ad altro partner; 38 milioni l'anno da locazioni immobiliari di aree demaniali (581.000 mq), opere su aree demaniali (522.000 metri quadrati), stabilimenti balneari (68.000 metri quadrati); 78 milioni l'anno dalla gestione e locazione di 13.700 posti barca; 12 milioni l'anno dalla locazione di 7.000 posti in porto a secco; 0,3 milioni l'anno per locazione di 6.000 posti auto; 3,5 milioni l'anno da locazione da servizi di accesso wireless a oltre 15.000 posti barca; 14,5 milioni l'anno da locazione di spazi pubblicitari; 0,6 milioni l'anno da noleggio di 72 strutture bar;

il piano finanziario stima in 250 milioni di euro l'anno i ricavi ed in oltre 150 milioni di euro l'anno i saldi di cassa;

nella bozza di convenzione per l'affidamento in concessione proposta da società italiana Dragaggi spa - gruppo DEME è previsto che:

«a) la regione siciliana rilascerà alla società concessionaria, senza oneri a carico di quest'ultima, i provvedimenti amministrativi relativi all'occupazione degli spazi e delle aree pubbliche, che si rendano necessari per l'esecuzione e la gestione delle opere;

b) la regione siciliana si impegna a riconoscere alla società concessionaria, a fine concessione, le quote di investimento non ammortizzate così come risulta dal libro degli ammortamenti, oltre al riconoscimento di opere non previste dal progetto che si dovessero necessariamente realizzare a causa di eventi non previsti ed imprevedibili da parte del concessionario;

c) spetteranno alla società concessionaria per tutta la durata della concessione i proventi derivanti:

dalla vendita in concessione di alcune opere realizzate;

dalla concessione in uso a rotazione nelle ore diurne e notturne di parcheggi;

dalla gestione delle opere portuali, in particolare la concessione e l'affitto dei posti barca disponibili;

dalla concessione dei locali adibiti ad uso commerciale-direzionale;

dalla gestione diretta o indiretta di altri manufatti all'interno dell'area in concessione;

d) per garantire un congruo equilibrio economico finanziario dell'investimento proposto e approvato, nell'ipotesi in cui il totale dei ricavi della gestione annuale del parcheggio, del porto e delle strutture annesse, rispetto a quanto previsto nel piano economico finanziario approvato, la regione siciliana dovrà riconoscere alla società concessionaria un contributo gestionale per tutta la durata della concessione, annualmente, tale da poter assicurare l'equilibrio economico-finanziario dell'investimento;

il 7 dicembre 2011 la Società italiana dragaggi spa - gruppo DEME ha presentato alla regione siciliana un ulteriore documento integrativo con l'indicazione di partner operanti nel settore turistico interessati alla proposta progettuale ed una nuova proposta, ampliando a dismisura quella originaria, prevedendo azioni in tre macro aree (difesa costiera, sviluppo turistico, servizi complementari) per un importo di oltre 3 miliardi di euro, il doppio della proposta originaria, con l'inserimento di opere turistiche, ricettive e commerciali per una cifra di 1,5 miliardi di euro e così articolato: consolidamenti, ripascimenti e barriere di difesa costiere per circa 700 milioni di euro; opere turistiche, ricettive e commerciali per circa 1,5 miliardi di euro; pontili, ormeggi e realizzazione di approdi per circa 350 milioni di euro; porti a secco per circa 35 milioni di euro; parcheggi per 26 milioni di euro; stabilimenti balneari per 9,4 milioni di euro; strutture rimovibili per bar-tavola calda per 7,2 milioni di euro; strutture rimovibili adibite a commercio per oltre 14,5 milioni di euro; strutture rimovibili per servizi portuali per oltre 7,6 milioni di euro; opere impiantistiche per oltre 35,5 milioni euro; spese di progettazione che salgono a circa 500 milioni di euro;

in tale nuova proposta si prevede come impegni da prendere per la parte pubblica, tra gli altri: la durata della concessione elevabile a 50 anni; l'utilizzo delle risorse del fondo JESSICA per investimento su coste e porti; la permuta di eventuali beni demaniali in disuso da riconvertire; l'utilizzo di risorse a valere su FEASR/BEI per interventi sul patrimonio forestale e costiero;

il soggetto proponente Società italiana dragaggi-gruppo DEME, quindi propone e chiede che la regione siciliana debba erogare un contributo a fondo perduto del 20 per cento dell'intero investimento e pari a oltre 633 milioni di euro, circa lo stesso importo del costo delle opere di consolidamento e ripascimento della costa, quantificato in 698.100.000 euro;

la regione siciliana sosterrebbe, in questo modo, comunque, il costo delle opere di difesa costiera, alla cui realizzazione non concorrerebbero di fatto i privati, che invece incasserebbero tutti i proventi delle locazioni dei beni demaniali assegnati, così privando l'erario regionale di rilevantissimi introiti;

in Sicilia la gran parte del patrimonio messo a rischio dall'erosione costiera è costituito da case abusive insanabili o infrastrutture costruite in luoghi non adatti. Se la regione siciliana avesse davvero da investire oltre 600 milioni di euro, come richiesto dal progetto, dovrebbe, semmai, ad avviso dell'interrogante, spenderli per provare ad eliminare le cause dell'erosione o, dove ciò non fosse possibile, per la delocalizzazione dei beni «non abusivi» a rischio;

appare all'interrogante con tutta evidenza che un aspetto peculiare del progetto in esame è il sostanziale affidamento ad un unico soggetto, senza oneri, ma solo vantaggi, di tutti i litorali siciliani che poi verrebbero dati in concessione a terzi, incamerando i relativi canoni di uso o locazione;

la direttiva europea 2006/123/CE cosiddetta Bolkestein, si pone l'obiettivo di eliminare gli ostacoli alla libertà di stabilimento dei prestatori negli Stati membri e alla libera circolazione dei servizi tra Stati membri nonché di garantire ai destinatari e ai prestatori la certezza giuridica necessaria all'effettivo esercizio di queste due libertà fondamentali del trattato;

tra i settori che coinvolgono la citata direttiva europea, si parla di «servizi ai consumatori, quali i servizi nel settore del turismo, compresi i servizi ricreativi, i centri sportivi, i parchi di divertimento», ricomprendendosi fra i destinatari della normativa anche le imprese turistico-balneari esistenti nel nostro territorio;

nel gennaio 2009 la Commissione europea ha trasmesso al Governo italiano un documento di infrazione in materia di affidamento delle concessioni demaniali marittime;

in particolare, si contesta all'Italia in ordine alle concessioni demaniali delle spiagge:

a) la compatibilità del diritto preferenziale di insistenza di cui all'articolo 37 del codice navale con i principi di cui all'articolo 43 Trattato Ce e dell'articolo 12 di cui alla direttiva servizi n. 2006/123/CE;

b) la compatibilità del rinnovo automatico della concessione alla scadenza sessennale di cui all'articolo 1, comma 2, decreto-legge n. 400 del 1993, convertito dalla legge n. 494 del 1994, e successivamente modificato dall'articolo 10 della legge n. 88 del 2001;

a parere della Commissione europea detti due aspetti contrastano con i principi di libertà di stabilimento delle imprese comunitarie (articolo 43 del Trattato CE) e di imparzialità, trasparenza e pubblicità delle procedure di selezione dei concessionari (articolo 12 della direttiva 2006/123/CE);

per effetto della «direttiva servizi», le concessioni sul demanio marittimo non potranno più essere rinnovate automaticamente, ma dovranno essere oggetto di un bando con procedura di evidenza pubblica alla scadenza temporale di ogni concessione;

la direttiva «Bolkestein» recepita dallo Stato italiano dopo un lungo contenzioso con l'Unione europea, vieta tassativamente il formarsi di una situazione di monopolio di dimensioni mai viste sino ad oggi come quella che deriverebbe dalla proposta della Società italiana dragaggi spa-gruppo DEME;

il dipartimento della programmazione della regione siciliana con nota prot. 19937 dell'11 novembre 2011 ha già sollevato una serie di obiezioni ed evidenziato criticità sul merito dei contenuti del piano ma anche sul piano procedurale;

sarebbe opportuno attivare iniziative al fine di evitare lo sconvolgimento del paesaggio e dell'intero sistema costiero siciliano e per garantire la tutela dei «beni comuni» interessati, evitando così quella che appare una «mega privatizzazione» dell'intera fascia costiera demaniale siciliana -:

di quali elementi disponga il Governo in relazione a quanto riportato in premessa e se tale procedura sia compatibile con i principi e le norme del diritto comunitario in materia di affidamenti di servizi, concessione di opere pubbliche e contratti pubblici, anche per evitare procedure di infrazione da parte dell'Unione europea.(4-16478)