ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16425

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 644 del 05/06/2012
Firmatari
Primo firmatario: JANNONE GIORGIO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 05/06/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 05/06/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16425
presentata da
GIORGIO JANNONE
martedì 5 giugno 2012, seduta n.644

JANNONE. -
Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
- Per sapere - premesso che:

il dipartimento di infrastrutture e progettazione del Politecnico di Milano ha presentato il progetto «VenTo»: una pista ciclabile elaborata in un anno di studi da tre giovani ricercatori Alessandro Giacomel, Diana Giudici e Luca Tomasini. Il direttore scientifico è Paolo Pileri, docente del politecnico e il costo del progetto è stato sostenuto non solo dall'ateneo, ma anche da Blm Group e dalla regione Lombardia con una borsa di studio. Il sogno è che la pista sia realizzata in tempo per Expo 2015. «Il progetto è pronto e la ciclabile costerebbe solo 80 milioni di euro. Un impegno di spesa più che sostenibile, se diviso fra tutte le Regioni, Province e amministrazioni interessate», ha detto Pileri. «A questo punto manca un impegno concreto. È una questione politica e noi chiediamo ai politici di impegnarsi». Sulla cartina elaborata dai ricercatori, si parte dal Lido di Venezia e dopo due tratti di traghetto si arriva a Chioggia, poi al Polesine e si raggiunge il canale di Burana. Da lì si prosegue sul Po fino all'altezza di Pavia, dove si devia sulla ciclabile del Naviglio Pavese e con questa si arriva a Milano, dove le vie d'acqua di Expo (sperando siano realizzate per tempo) consentirebbero una visita ai padiglioni dell'esposizione universale. Poi il tracciato prevede che si ritorni sul Po e si prosegua in terra piemontese, fino a Torino. Tra i comuni toccati, Pavia, Cremona, Ferrara, Piacenza, Chivasso, Casale Monferrato. E poi centri minori come Guastalla, Bondeno, Revere, Frassineto Po, Sermide, e altri ancora. «Lungo il tracciato si scoprono località che hanno una miriade di potenzialità. Si vede un paesaggio agricolo straordinario e un immenso patrimonio rurale che potrebbe essere valorizzato anche per la ricettività. E poi le ville venete, le centinaia di piccole chiese distribuite lungo l'argine e molto altro», sottolinea Giacomel. Lungo il tracciato ci sono trecento tra alberghi, locande e bed & breakfast (escludendo Milano, Venezia e Torino) e 14 mila aziende agricole. Un punto di forza è anche la vicinanza alle stazioni ferroviarie: ce ne sono a decine e sono distanti al massimo otto chilometri dalle piste;

in sella alle loro biciclette, usando una videocamera, i ricercatori hanno percorso l'intero tracciato. E hanno scoperto che per 102 chilometri, ovvero il 15 per cento del totale, la ciclabile già esiste e ha adeguati standard di sicurezza. Altri 284 chilometri diventerebbero ciclabili con un cambio delle regole d'uso di argini, strade vicinali, sentieri o strade ormai non più utilizzate e per altri 148 chilometri basterebbero piccoli interventi di manutenzione o riadattamento. Solo per 145 chilometri, che a oggi non sono pedalabili ci vorrebbe un investimento cospicuo. Ma grazie al fatto che, in larga parte, questa pista già esiste, il costo finale dell'opera sarebbe contenuto: circa 80 milioni di euro, circa 118 euro al metro. «Tante ciclabili del nord Europa sono cominciate da tratti già esistenti, ad esempio quella sulla Drava, lunga 350 chilometri e che collega Brunico a Maribor, in Slovenia», precisa Pileri. Tra i problemi maggiori da affrontare, l'attraversamento dei ponti sul Po e sui suoi affluenti, che sono 44. Per farlo basterebbe costruire mensole a sbalzo, simili a quelle che sono state costruite per la pista ciclabile sul ponte di Piacenza. Un altra questione è quella degli sbarramenti: lungo il percorso s'incontrano 102 sbarramenti e recinzioni che spesso non permettono di chiudere l'anello della ciclabile. Ma anche in questo caso basterebbe una semplificazione dei regolamenti d'uso sugli argini o sulle strade vicinali;

quanto all'accoglienza della politica e degli enti che governano il Po, al dibattito del Politecnico tale accoglienza è stata abbastanza tiepida, ma d'altronde, la maggior parte degli amministratori aveva delegato al proprio posto dei dirigenti di settore, che quindi non hanno espresso pareri. L'unica presenza politica era il consigliere del comune di Milano, Carlo Monguzzi (centrosinistra), che invece lo ha definito «un progetto strepitoso e di grande risparmio. Gli investimenti già in corso per nuove strade e autostrade sono 30 mila milioni di euro e questa pista ne costerebbe solo 80. Il Comune di Milano sostiene questo progetto, lo esamineremo entro due settimane in commissione mobilità». Monguzzi ha poi suggerito agli autori di pensare a un modello simile al bike sharing, che a Milano ha più di 6 mila utenti. Aldo Colombo, vice direttore della direzione generale infrastrutture e mobilità della regione Lombardia, ha ricordato che «sui collegamenti fra Torino e Venezia sono in corso anche altri progetti, fra cui il tentativo di rendere navigabile il Po e poi l'alta velocità e la superstrada BreBeMi». Riguardo alla proposta di rendere pedalabili le alzaie di fiumi e canali, il dirigente ha ricordato come ciò sia diventato più complicato, dopo che una delle piste più belle del Milanese, ovvero quella del Naviglio Grande, è stata chiusa perché il tribunale di Milano ha condannato l'ente gestore, il Parco del Ticino, a pagare 250 mila euro di danni dopo che una donna era caduta nel canale a seguito di un piccolo scontro con la bicicletta di un ragazzo di 13 anni. Anche la famiglia del bambino è stata condannata a pagare 250 mila euro -:

quali iniziative il Ministro intenda adottare al fine di incentivare la costruzione di piste ciclabili, sul modello di quanto proposto dai ricercatori del Politecnico, anche per realizzare metropoli più vivibili e sostenibili dal punto di vista ambientale. (4-16425)