ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16337

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 641 del 30/05/2012
Firmatari
Primo firmatario: MESSINA IGNAZIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 30/05/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DI GIUSEPPE ANITA ITALIA DEI VALORI 30/05/2012
ROTA IVAN ITALIA DEI VALORI 30/05/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 30/05/2012
Stato iter:
04/10/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 04/10/2012
CATANIA MARIO MINISTRO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 04/10/2012

CONCLUSO IL 04/10/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16337
presentata da
IGNAZIO MESSINA
mercoledì 30 maggio 2012, seduta n.641

MESSINA, DI GIUSEPPE e ROTA. -
Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali.
- Per sapere - premesso che:

tra il 1947 e il 1950 in Italia sono state costituite le Associazioni provinciali allevatori e tra esse l'Associazione italiana allevatori, tutti organismi con personalità giuridica riconosciuta, per sviluppare e migliorare il sistema zootecnico nazionale. Nello stesso periodo si costituivano in Sicilia a somiglianza del progetto organizzativo nazionale i consorzi provinciali allevatori (uno per ciascuna provincia) i quali si riunivano, stante la particolare natura autonoma della regione Siciliana, in associazione regionale dei consorzi provinciali allevatori per meglio intrattenere rapporti con l'ente regione e organizzare servizi tecnici agli allevatori siciliani;

anche i consorzi e l'Associazione regionale allevatori della Sicilia (ARAS) nel 1952 ebbero riconosciuta dalla regione la personalità giuridica. L'associazione si fortificò, si accreditò presso gli allevatori, presso gli organi della regione ed anche nei consessi nazionali dell'Associazione italiana allevatori finché nel 1964 l'associazione programmò la prima importante basilare iniziativa per la zootecnia siciliana in forza di sopravvenute leggi nazionali: richiese alla regione, con un apposito programma di organizzazione e di spesa, l'affidamento della tenuta dei libri genealogici e dei controlli funzionali in Sicilia curati, fino a quel momento dai servizi zootecnici degli ispettorati provinciali dell'agricoltura. La regione, assessorato agricoltura e foreste, approvò il programma di spesa (67,000,000 milioni di lire) per tutta la regione e affidò i libri genealogici e i controlli funzionali all'Associazione regionale allevatori trasferendoli dagli ispettorati;

questa attività a tutt'oggi fa registrare all'ARAS oltre 200.000 capi per diverse specie e razze in selezione in Sicilia in oltre 2.000 aziende in gran parte bene organizzate che si sono sviluppate nell'applicazione delle migliori tecniche di allevamento e di produzione con stalle adeguate e produzioni di qualità. Il patrimonio zootecnico così selezionato per quanto riguarda il bestiame nella media ha un valore del 30 per cento in più del prezzo di mercato di bestiame non selezionato e le produzioni controllate attraverso un sistema che comprende anche analisi di qualità del prodotto ha certamente un valore di mercato superiore a quello privo di controlli. La selezione del bestiame, che consente di seguire genealogicamente il bestiame controllato, costituisce il filo zoo-economico che colloca la zootecnia siciliana nel contesto di quella nazionale ed europea con i relativi riconoscimenti ivi compresi gli interventi comunitari a sostegno delle produzioni;

il suddetto controllo delle produzione nelle aziende (effettuato mese per mese dai controllori zootecnici Aras) è un'attività che non può trovare sospensione, in quanto si disperderebbe e annullerebbe il lavoro eseguito (genealogia degli animali in produzione). Pertanto è preciso impegno dell'associazione degli allevatori e responsabilità della pubblica amministrazione assicurare la continuità e il funzionamento di tale attività per non minare alla base la zootecnia siciliana che già per altro sopporta crisi del mercato e della mancanza di organici interagenti a sostegno del settore;

oltre alla attività di cui sopra l'associazione sin dagli anni sessanta ha attuato altre iniziative per promuovere in Sicilia lo sviluppo della zootecnia, quali ad esempio: diffusione e impiego dei mangimi per gli animali per incrementare le produzioni; organizzazione della raccolta del latte mediante l'introduzione di vasche refrigeranti nelle aziende e autocisterne refrigerate per trasporto latte dalle aziende ai caseifici; sviluppo di mini caseifici aziendali; studio per la tipizzazione dei formaggi siciliani che ha portato ai riconoscimenti DOPC, DOP e altro nazionali e comunitari; assegnazione alle aziende di tori di razza pura per il miglioramento delle produzioni; promozione di prodotti con l'organizzazione e/o partecipazione a manifestazioni regionali, nazionali ed estere (oltre un centinaio l'anno fino al 2002); diffusione della pratica della fecondazione artificiale; introduzione nelle aziende dell'assistenza tecnica con agronomi specializzati e zooiatrica con veterinari (in gran parte professionisti convenzionati); l'istituzione di premi per i migliori capi in selezione per incoraggiare e stimolare gli allevatori nel proseguire sulle migliori linee di selezione; assistenza per agevolare agli allevatori nelle procedure per l'ottenimento dei contributi per il miglioramento delle strutture aziendali, per l'ottenimento dei premi comunitari alle produzioni; servizio per la marcatura del bestiame; servizio per il controllo delle mungitrici in azienda, per mascalcia, per il ritiro delle carcasse di animali da conferire ad appositi centri di smaltimento; promozione delle associazioni produttori per le diverse province; promozione dei consorzi tutela formaggi; avvio del progetto ETIAIA e ITALIAALLEVA per garantire la filiera carni e il rispetto delle normative di produzioni alimentari nelle aziende attraverso l'impiego di appositi manuali e tante altre forme di assistenza richieste dagli allevatori;

l'attività ARAS ha interessato complessivamente oltre 5.000 aziende cui sono stati assicurate migliaia di sopralluoghi tecnici aziendali all'anno. Tutto ciò si è potuto attuare grazie al contributo del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, dell'assessorato regionale agricoltura e foreste ed al contributo pagato dagli associati per pareggiare la spesa tra il contributo pubblico e la spesa stessa. Purtroppo, fin dal 2006, la linea di contribuzione pubblica si è andata riducendo, da 12.500.000,00 euro dell'anno 2005 ai 6.500.000,00 euro dell'anno 2011, mentre l'ARAS ha continuato ad assicurare i servizi agli allevatori confidando che la riduzione di contributo fosse momentanea e che quindi per il breve periodo le risorse patrimoniali dei fondi dell'ARA consentissero di ripianare le differenze contributive dell'anno anche ricorrendo a moderati aumenti di quote per gli allevatori associati;

purtroppo tale situazione di riduzione di contributi dal 2006 è andata aumentando per cui, al 2009, l'ARAS si è trovata ad aver utilizzato gli accantonamenti patrimoniali e quindi a cominciare ad avere delle perdite di bilancio oggi valutabili in circa 4.000.000,00 di euro per contributi non ricevuti;

il 23 dicembre 2009 si è attivato il commissariamento dell'ente che a tutt'oggi è ancora in atto e non ha comunque ancora risolto la situazione delle annualità pregresse né ha formulato alcuna proposta di rilancio concreta;

nella conferenza Stato-regioni del 27 luglio 2011 è stata sancita l'intesa sulla rimodulazione finanziaria (capitoli di bilancio previsione 2011 nn. 7637 e 7638) delle risorse destinate alle Associazioni allevatori, garantendo la disponibilità al sistema di 25 milioni di euro per l'anno 2011 e una compensazione delle regioni a statuto speciale con un'assegnazione di risorse PAR-FAS in misura corrispondente al depotenziamento conseguente la suddetta rimodulazione finanziaria. Il provvedimento ha temporaneamente alleviato la problematica, permettendo lo svolgimento di attività che, per la loro stessa natura, hanno però bisogno di una continuità e certezza a carattere pluriennale, nel medio-lungo termine;

attualmente i lavoratori ARAS stanno rivendicando l'erogazione del proprio credito pari a cinque mensilità oltre ad altri accessori relativi agli anni 2009 e 2010;

il sindacato Flai-CGIL lamenta inoltre una mancanza di chiarezza da parte della regione Sicilia nella gestione della vicenda dei lavoratori ARAS, considerato che non si è ancora pronunciata sull'ipotesi cassa integrazione ma ha comunque dimezzato il finanziamento regionale; il sindacato lamenta inoltre la necessità di ottenere contributi regionali in virtù del servizio pubblico reso dall'ARAS e al di fuori di quelli previsti dalla tabella B (ex tabella H) del bilancio regionale che stanzia contributi a fondo perduto per associazioni e fondazioni in maniera generica e senza particolari criteri di professionalità e utilità pubblica dei servizi resi dai soggetti destinatari;

nella volontà di operare un rilancio, l'ARAS pone di poter contare sul contributo di 4.700.000 euro della regione (legge regionale 5 giugno 1989, articolo 6) in aggiunta ai 2.030.000,00 euro del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali nonché euro 250.000,00 quale rifinanziamento dell'articolo 57 della legge regionale 1o settembre 2007 n. 33 per la marcatura del bestiame e il rifinanziamento della legge 5 ottobre 2010 n. 20, articolo 4 eliminazione delle carcasse animali euro 300.000. Ciò renderà possibile, tenuto conto di un totale contributo di 7.223.000 euro cui si aggiungerebbe la contribuzione dei soci preventivabile in euro 2.423.000 la formulazione di un programma di attività di servizi tecnici agli allevatori soci di 9.600.000 euro che consentirebbe all'ARAS di proseguire l'attività salvaguardando i posti di lavoro di 156 unità tecniche e amministrative (riducibili con la messa in mobilità di 7/10 unità prossime al pensionamento con una riduzione di spesa di almeno 400.000 euro anno);

infine, circa il disavanzo di bilancio stimabile in 4.000.000,00 di euro, dal 2009 al 2011 determinato prevalentemente, come anzidetto, dalla riduzione dei contributi, di cui oltre euro 2.300.000,00 non liquidati dal Ministero nel 2011, occorre definire un piano di rientro ricorrendo in parte, per 1.000.000,00 di euro ad un contributo straordinario degli allevatori beneficiari dei servizi ed in parte dovrebbe essere compensato dalla regione quale contributo erogato in meno all'ARAS periodo 2009/2011. Ovviamente sulla base della nuova linea finanziaria programmata, per 9.600.000 euro, l'ARAS, con garanzia del mantenimento del personale addetto ai servizi di programma, dovrà provvedere a rivedere le linee organizzative delle attività, delle spese generali per ridurle in modo significativo oltre a ricorrere a linee contributive dei soci, ticket per almeno il 25 per cento della spesa, sui servizi che sono resi al fine di un pareggio del bilancio ARAS;

i dipendenti ARAS, con decorrenza dal 1o maggio 2012, hanno sottoscritto l'accordo di cassa integrazione guadagni straordinaria prevista da decreto ministeriale 43900 del 18 luglio 2008 ma come comunicato dai sindacati il capitolo finanziario di riferimento si è esaurito con a marzo 2012 -:

quali provvedimenti il Ministro abbia adottato o intende adottare per scongiurare la sicura interruzione del servizio pubblico per la tenuta dei libri genealogici e dei controlli funzionali ufficiali;

quali determinazioni il Ministro intenda prendere a seguito dell'intesa sancita nella conferenza Stato-regioni dove si è definito l'impegno a colmare il depotenziamento del finanziamento nazionale attraverso l'utilizzo dei fondi FAS;

considerato che la crisi dell'Aras si riproduce similmente in altre regioni italiane, come ad esempio accade nelle ARA della Calabria e del Lazio, quali siano gli intendimenti del Governo in merito al sistema delle associazioni allevatori ed in particolare in merito al futuro dell'Aras, il cui smantellamento comporterebbe una sicura ricaduta negativa sullo sviluppo del settore zootecnico e sulla sicurezza alimentare oltreché al pregiudizio insanabile della perdita certa di n. 156 posti di lavoro. (4-16337)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata giovedì 4 ottobre 2012
nell'allegato B della seduta n. 697
All'Interrogazione 4-16337 presentata da
IGNAZIO MESSINA

Risposta. - In riferimento all'interrogazione in esame vorrei far presente che la mia amministrazione, al fine di mantenere una struttura unitaria del sistema delle associazioni allevatori sul territorio nazionale (presupposto fondamentale di competitività della zootecnica italiana) aveva già avanzato una proposta di rimodulazione finanziaria delle disponibilità recate dai capitoli 7637 e 7638 del proprio bilancio di previsione, risorse finalizzate all'attuazione delle funzioni amministrative trasferite alle regioni, destinate però alle sole Regioni a Statuto speciale.
Tale proposta di rimodulazione (che avrebbe consentito di destinare la somma complessiva di euro 25 milioni alle attività di miglioramento genetico per tutte le Regioni), seppur approvata dal comitato tecnico permanente di coordinamento in materia di agricoltura nella seduta del 23 giugno 2011, non ha ottenuto il parere favorevole del Ministero dell'economia e delle finanze, in quanto non compatibile con la normativa di bilancio.
Pertanto, a fronte di tale parere lo «schema d'intesa» è stato prontamente rimodulato, lasciando inalterata la dotazione finanziaria di ciascun capitolo, in modo da destinare alle attività di miglioramento genetico del bestiame tutti i fondi recati dal capitolo 7637 (pari a 9 milioni di euro) e parte dei fondi recati dal capitolo 7638 (nella misura di 16 milioni di euro) rientrando, tali attività, tra quelle trasferite alle Regioni ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 maggio 2001.
A seguito del parere favorevole del Ministero dell'economia e delle finanze, e acquisito un nuovo parere positivo dal comitato permanente agricoltura nella seduta del 21 luglio 2011, la suddetta proposta è stata quindi trasmessa alla Conferenza Stato Regioni che si è dichiarata favorevole. Pertanto, è stato ad essa inoltrato il programma annuale dei controlli funzionali concernente i criteri e gli indirizzi unitari in conformità all'articolo 2 della legge n. 280 del 1999.
Detto programma, elaborato dalla mia amministrazione a seguito di numerose riunioni del comitato di monitoraggio ha previsto, per il 2011, la riorganizzazione del sistema degli allevatori, con l'attivazione di un sistema operativo regionale (cioè, basato su associazioni regionali di allevatori) a fronte delle associazioni provinciali. L'implementazione di tale sistema (che in alcune regioni è ancora in fase di realizzazione) consente una riduzione del costo dell'attività di un ulteriore 10 per cento rispetto all'anno precedente, con una spesa prevedibile di 69 milioni e un contributo massimo concedibile di 55,2 milioni.
Il programma in parola, oltre ad indicare le «linee di indirizzo tecnico per la riorganizzazione dei sistemi dei controlli» (che consentiranno di mantenere dei buoni livelli qualitativi del servizio e, al contempo, di perseguire ulteriori economie), propone la ripartizione fra le regioni della disponibilità finanziaria di 25 milioni considerati nella succitata intesa.
Il 22 settembre 2011 pertanto, la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano ha sancito l'intesa sul programma dei controlli dell'attitudine produttiva per la produzione del latte e o della carne svolti dalle associazioni degli allevatori per ogni specie, razza o tipo genetico per l'anno 2011, ivi compresa la ripartizione dei 25 milioni per il miglioramento genetico. Con successivi provvedimenti si è poi provveduto al pagamento, a favore delle citate regioni, delle somme impegnate.
Riguardo l'attività per l'anno 2012, abbiamo provveduto a predisporre una nuova proposta di programma in cui sono stati ridefiniti sia i parametri tecnici che economici utilizzando la metodologia e i criteri previsti dal «Manuale per il finanziamento dell'attività di tenuta dei libri genealogici e dei controlli funzionali delle Associazioni Provinciali Allevatori», denominato «Manuale del Forfait».
Le linee guida, rese operative a partire da quest'anno, hanno riguardato l'aumento dell'efficienza e dell'efficacia dell'attività delle strutture periferiche tramite la regionalizzazione dei servizi, la multifunzionalità del dato di controllo funzionale, la qualificazione dell'attività, la riduzione dei costi della raccolta dei dati tramite l'introduzione dei controlli funzionali semplificati, l'utilizzo di tecnologie di campo innovative, la riorganizzazione dei laboratori di analisi, l'accentramento dei servizi comuni, l'utilizzo di nuove procedure informatiche e banche dati relazionali ed una maggiore e più responsabile partecipazione finanziaria degli allevatori al sistema.
Il predetto programma, esaminato e condiviso, con modifiche, dal Comitato monitoraggio di cui al decreto ministeriale 23485 del 13 novembre 2006 è stato trasmesso alle regioni e alle associazioni degli allevatori per acquisire eventuali osservazioni, prima di sottoporlo alla conferenza Stato regioni per la prevista intesa.
Il documento riporta, per province e per regione, la spesa ammessa e il relativo contributo nazionale per l'anno 2012 (pari, rispettivamente, ad euro 64.033.969 e ad euro 50.191.322,98) nonché gli indirizzi per l'elaborazione delle linee guida per la riorganizzazione del sistema della selezione animale.
In particolare, la proposta di ripartizione prevede per la regione Sicilia una spesa ammessa pari ad euro 5.113.106,73 ed un contributo di euro 3.955.109,25. Di quest'ultimo importo il ministero potrà pagare (sulla base delle attuali disponibilità finanziarie e fermo restando l'acquisizione della predetta intesa da parte della conferenza Stato regioni) la somma di euro 2.032.268,96.

Il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali: Mario Catania.