DIMA, LANDOLFI, DI CATERINA, ANTONINO FOTI, GALATI, GOLFO, TRAVERSA, FUCCI, CASTIELLO, FORMICHELLA, MANTOVANO, DE CAMILLIS, LAZZARI, SANTELLI, DI STANISLAO, SALTAMARTINI, LORENZIN, VENTUCCI, SAVINO, D'ALESSANDRO e LISI. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri.
- Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi è stato presentato un pacchetto di iniziative finalizzato a disciplinare i rapporti di credito e debito tra la pubblica amministrazione e le imprese fornitrici di beni o servizi alla luce della necessità di venire incontro alla crescente richiesta di liquidità da parte del sistema imprenditoriale italiano;
a questa richiesta, che è notevolmente aumentata proprio in questi mesi a causa del riacutizzarsi della crisi finanziaria ed economica, si farebbe fronte o attraverso il supporto del sistema bancario o attraverso la compensazione di crediti e debiti nei confronti della pubblica amministrazione;
questa iniziativa, nello specifico, si è tradotta nell'adozione di quattro decreti ministeriali, di certificazione dei crediti delle imprese verso la pubblica amministrazione, di compensazione tra crediti e debiti verso la pubblica amministrazione nonché di sostegno alle imprese creditrici, e nella definizione di un accordo tra ABI ed Associazioni imprenditoriali, per la costituzione di un plafond dedicato allo smobilizzo dei crediti delle imprese verso la pubblica amministrazione tanto da rappresentare, per come sono stati presentati, l'inizio di un percorso di riduzione dei debiti commerciali e di una migliore gestione dei rapporti tra aziende e pubblica amministrazione;
l'intervento preannunciato dal Governo sbloccherebbe il pagamento di 20-30 miliardi di euro di arretrati già nel corso del 2012 e rappresenterebbe sicuramente una boccata d'ossigeno per il sistema delle imprese italiane alle prese con una fortissima crisi economica;
dal perimetro di applicazione dei citati decreti ministeriali, a quel che consta agli interroganti, sarebbero esclusi i crediti vantati dalle imprese verso gli enti locali commissariati e le regioni sottoposte ai piani di rientro dal deficit sanitario e ciò rappresenta un'evidente discriminazione perpetrata al danni di tutte quelle imprese che hanno rapporti di lavoro con questi enti territoriali;
questa esclusione è ancora più evidente e grave se si pensa al fatto che la maggior parte delle regioni soggette al rispetto di un piano di rientro dai debiti della sanità sono meridionali e quindi presentano un tessuto produttivo ed imprenditoriale già strutturalmente fragile, che la crisi in atto non ha fatto altro che rendere ancora più debole, e quindi bisognoso di risposte chiare dal governo nazionale;
la misura è sicuramente iniqua sia per le regioni che con molti sacrifici stanno ristrutturando il proprio debito sanitario abbattendo ed al tempo stesso riqualificando la spesa del settore sia per le imprese private che operano in queste realtà territoriali -:
quali iniziative il Governo abbia intenzione di porre in essere per superare una discriminazione che non appare logica perché penalizza imprenditori che hanno difficoltà immani di accesso al credito ed operano in un contesto di criticità complessiva del sistema produttivo.(4-16272)