ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16236

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 637 del 23/05/2012
Firmatari
Primo firmatario: MARTELLA ANDREA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 23/05/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
NACCARATO ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2012
VIOLA RODOLFO GIULIANO PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2012
MURER DELIA PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 23/05/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16236
presentata da
ANDREA MARTELLA
mercoledì 23 maggio 2012, seduta n.637

MARTELLA, NACCARATO, VIOLA e MURER. -
Al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:

il 22 maggio 2012 il personale della questura di Venezia - su mandato della direzione distrettuale antimafia di Venezia e con il coordinamento del servizio centrale operativo della polizia di Stato - ha eseguito 13 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone accusate di far parte di un'organizzazione criminale legata ai clan della camorra;

in particolare tra gli arrestati - nei confronti dei quali, a vario titolo, vengono ipotizzati i reati di estorsione aggravata in concorso, porto d'armi, ricettazione, truffa, lesioni gravi e falso con l'aggravante dei metodi mafiosi - risultano l'imprenditore Mauro Bugno, ex presidente della società A.C. San Donà Calcio 1922 di San Donà di Piave (Venezia), Federico Marchesan, vicedirettore del Banco del Veneziano di Caorle, Antonio Pacifico, 45 anni, imprenditore nel settore del cartongesso, residente a Eraclea (Venezia), Felice Nemolato, zio del Pacifico, Vanglel Alla, imprenditore edile di nazionalità albanese, anch'egli residente a Eraclea, e Franco Crosariol di San Stino di Livenza (Venezia) titolare della società Edilgarby;

secondo gli inquirenti, i componenti del gruppo criminale sopra descritto avrebbero organizzato una truffa del valore di 4 milioni di euro ai danni, di alcuni istituti bancari, dopo aver stipulato una sorta di «pactum sceleris» - come rilevato della Procura della Repubblica di Venezia Roberto Terzo - con i clan della camorra, al fine di dividersi i proventi dell'operazione fraudolenta;

dalla ricostruzione della magistratura emergono i dettagli della modalità di attuazione della truffa, così descritti dalla stampa locale (La Nuova Venezia, edizione del 23 maggio 2012): «Nei primi mesi del 2010, Nemolato e i suoi procurano 42 assegni circolari (di un pacco di 52) sottratti al Banco di Napoli, Marchesan li divide in quattro tranche da 10 (ogni assegno per 97 mila euro, per restare sotto il limite di 100 mila che fa scattare automatici controlli) e con Crema trova gli intestatari compiacenti (Crosariol e Bugno), pronti a incassare a proprio nome gli assegni e poi a fare bonifici per svuotare subito i conti e dividere: 50 per cento ai campani, 25 per cento ai napoletani-veneti, 25 per cento per i veneti. Essendo "genuini", gli assegni (...) risultano coperti e a rimetterci è la banca. Una truffa concepita per 4 milioni di euro, uno solo incassato. Tutto fila liscio alla filiale Barclays Bank di Treviso, quando Crosariol incassa i suoi 973 mila euro. Il meccanismo s'inceppa quando Bugno si presenta alla filiale di San Donà del Credito cooperativo di Santo Stefano: tra i 10 assegni, anche due di una partita segnalata e la macchinetta fa "beep". Rovina del tutto quando il direttore della banca dove Marchesan lavora s'insospettisce per quei 970 mila euro finiti nel conto di un'ignara coppia, alla quale aveva fatto credere di aver trovato il finanziatore per il loro progetto di pannelli fotovoltaici: il direttore blocca l'operazione e scatta la rappresaglia, con i napoletani che picchiano Marchesan (che avrebbe dovuto incassare gli ultimi 10 assegni intestandoli alla sua Eurotecnica, creata ad hoc)»;

l'operazione fin qui descritta rappresenta solo l'ultima di una serie di indagini giudiziarie che confermano la crescente presenza mafiosa nel tessuto produttivo, sociale e finanziario del Veneto. In particolare, appare molto preoccupante, oltre alla violenza fisica esercitata dai soggetti legati alla criminalità organizzata, la significativa rete di supporto alle attività illecite composta di professionisti e imprenditori veneti o comunque residenti nella regione, come risulta dall'insieme delle operazioni rilevanti contro i sodalizi mafiosi condotte da magistratura e forze dell'ordine nell'ultimo biennio -:

se il Ministro sia al corrente dei fatti esposti in premessa;

quali concrete iniziative di competenza il Ministro intenda avviare, al fine di prevenire e contrastare la presenza della criminalità organizzata nel Veneto, attiva in particolare - anche grazie alla complicità di professionisti e imprenditori locali - nei settori delle truffe, dell'usura, dell'estorsioni e nel riciclaggio dei proventi di attività illecite. (4-16236)