ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16228

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 637 del 23/05/2012
Firmatari
Primo firmatario: PICIERNO PINA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 23/05/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 23/05/2012
Stato iter:
03/12/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 03/12/2012
DASSU' MARTA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 03/12/2012

CONCLUSO IL 03/12/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16228
presentata da
PINA PICIERNO
mercoledì 23 maggio 2012, seduta n.637

PICIERNO. -
Al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:

la sera del 17 maggio 2012, i coniugi Salvatore Di Pietro e Teresa Del Salvio, rispettivamente di 52 e 55 anni, sono stati vittime di un brutale sequestro, finito in tragedia, a Maracaibo in Venezuela;

i due coniugi, originari di Santa Maria Capua Vetere in provincia di Caserta, si erano trasferiti da alcuni anni con i tre figli nel Paese sudamericano, dove gestivano un'attività commerciale nell'Avenue Fuerzas Armadas del quartiere Isla Dorada di Maracaibo;

stando all'incerta ricostruzione degli eventi, dopo un'ordinaria giornata di lavoro nel negozio, i Di Pietro sarebbero saliti a bordo della loro vettura per tornare a casa. Nei pressi della loro abitazione sarebbero stati fermati, con lo scoppio di alcuni colpi d'arma da fuoco, da tre individui - in base a quanto ripreso da alcune telecamere in zona - che li avrebbero costretti a salire prima su un'altra auto, e poi su di una imbarcazione per raggiungere un'isola vicina;

cosa sia accaduto nei momenti successivi al sequestro, definito dalla commissario Odalis Caldera - segretaria di sicurezza e ordine pubblico dello Stato Zulia - come un «crimine atipico» per le modalità e i poco chiari obiettivi dei sequestratori, è stato ricostruito a fatica. Dalle prime notizie giunte dal Venezuela, sembrerebbe che per le condizioni climatiche avverse, e forse per l'agitazione a bordo dovuta a una ribellione del Di Pietro, l'imbarcazione non abbia retto alle sollecitazioni, affondando a circa 150 metri dalla riva. Mentre i tre sequestratori sono riusciti a fuggire a nuoto, i coniugi casertani sono stati ritrovati senza vita sulla spiaggia Guajira dello Stato Zulia, la mattina di venerdì 18 maggio. Il corpo della Del Savio era legato agli arti superiori e inferiori, mentre il Di Pietro aveva una manetta allacciata al polso sinistro, presumibilmente perché incatenato all'imbarcazione;

emergono nelle ultime ore nuovi ed oscuri elementi, che calano un velo di mistero sulla torbida vicenda. In particolare, il medico legale, incaricato di periziare le salme, sembrerebbe aver escluso la morte per annegamento. Inoltre, il Di Pietro sarebbe stato vittima già altre volte di sequestro di persona;

il consolato generale d'Italia a Caracas sarebbe stato attivato solo nella tarda serata di sabato 19 maggio. Difatti, come riferiscono i familiari delle vittime, lo stesso console avrebbe esternato il proprio stupore dopo essere stato interpellato dai familiari, a distanza di 48 ore dalla tragedia;

ad oggi il Ministero degli affari esteri non ha ancora ufficializzato l'accaduto -:

di quali notizie sia in possesso in relazione al tremendo duplice omicidio in oggetto, e quali iniziative intenda assumere per sollecitare, mediante gli opportuni canali diplomatici, le autorità venezuelane a far piena luce sull'accaduto;

se e quali iniziative diplomatiche intenda attivare al fine di ottenere i dovuti chiarimenti circa la mancata e tempestiva comunicazione dell'accaduto alla rappresentanza italiana presso Caracas, e quali siano le motivazioni per cui il Ministero non abbia ancora ufficializzato la morte dei due connazionali in Venezuela.
(4-16228)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata lunedì 3 dicembre 2012
nell'allegato B della seduta n. 727
All'Interrogazione 4-16228 presentata da
PINA PICIERNO

Risposta. - Come noto, i coniugi Di Pietro e Del Savio sono stati rapiti a Maracaibo nella serata del 17 maggio 2012, intorno alle ore 20.00, immediatamente dopo la chiusura della loro attività commerciale.
Nella mattinata del giorno successivo, il console d'Italia a Maracaibo, informato del ritrovamento dei corpi dei connazionali (avvenuto alle ore 08.00 del giorno 18) ha investito del caso l'esperto antisequestri presso l'ambasciata d'Italia a Caracas. Quest'ultimo ha quindi immediatamente avviato il necessario coordinamento con le locali autorità inquirenti e investigative preposte, al fine di acquisire ogni necessario elemento informativo che conducesse agli autori del crimine.
La vicenda è stata seguita, sin da quando se ne è avuta notizia, con la massima cura dalle Autorità consolari italiane. Il console ha incontrato in più occasioni i familiari delle vittime, assicurando il massimo impegno ad effettuare tutti i necessari passi per seguire l'attività investigativa delle autorità locali e l'inchiesta. Sono stati effettuati passi formali presso i massimi organi di governo territoriale e le competenti autorità di polizia per una rapida conclusione dell'inchiesta, con l'individuazione dei responsabili del delitto.
A seguito di tali interventi e dei contatti intrattenuti dall'ambasciata con le autorità venezuelane, l'esperto antisequestro è entrato in contatto diretto con gli investigatori venezuelani e con il pubblico ministero, che hanno avallato l'ipotesi di sequestro a scopo di estorsione. Secondo le risultanze raccolte, la morte dei coniugi potrebbe essere avvenuta in modo del tutto accidentale, durante l'attraversamento di uno specchio d'acqua verso la località ove i sequestratori avrebbero condotto gli ostaggi, e provocata dalla possibile reazione dei coniugi, che avrebbe causato il ribaltamento dell'imbarcazione, complici le riscontrate, avverse, condizioni del mare.
Peraltro i familiari hanno confermato che il signor Di Pietro non sapeva nuotare. Si ritiene che una combinazione di fattori, quali il mare agitato, la comprensibile condizione di forte stress e il buio della notte, abbiano condotto al tragico epilogo.
Dalle risultanze degli esami autoptici è risultato in modo inequivocabile che entrambi i connazionali sono deceduti a seguito di annegamento e che le escoriazioni pur presenti su entrambi i corpi erano da attribuire ad urti avvenuti sul fondale e sulla battigia. Al momento del ritrovamento dei corpi, il polso sinistro del signor Di Pietro era ammanettato.
Nessuno dei due coniugi era mai stato, in precedenza, vittima di sequestro e l'unico atto delittuoso subito si riferisce ad una rapina a danno della loro attività commerciale circa quindici anni prima.
L'esperto antisequestri presso l'ambasciata a Caracas, nell'ambito della propria accurata attività professionale, ha pertanto escluso, da parte sua, qualunque lato oscuro sulla triste vicenda.
Anche gli atti redatti dalla polizia giudiziaria venezuelana confermano il sequestro a scopo di estorsione e la morte per annegamento.
Le indagini sin qui condotte hanno permesso di identificare alcuni degli autori del sequestro, contro i quali è stato spiccato dal giudice investito del caso mandato di cattura per sequestro di persona e omicidio. Ciononostante, nessuno di loro è stato sinora assicurato alla giustizia.
Conformemente alle previsioni di legge, la rappresentanza consolare competente ha provveduto a dare notizia del reato alla procura della Repubblica di Roma.
È pertanto certamente triste ed esecrabile che il rapimento dei due connazionali si sia concluso con il loro decesso. È tuttavia altrettanto certo che l'ambasciata, il consolato a Maracaibo e l'esperto antisequestro hanno fatto e continuano a fare tutto il possibile, in coordinamento con le autorità venezuelane, per accertare la verità in questa tragica vicenda.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Marta Dassù.