ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16205

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 636 del 22/05/2012
Firmatari
Primo firmatario: PATARINO CARMINE SANTO
Gruppo: FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
Data firma: 22/05/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 22/05/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16205
presentata da
CARMINE SANTO PATARINO
martedì 22 maggio 2012, seduta n.636

PATARINO. -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:


la legge finanziaria del 2007 n. 296 del 27 dicembre 2006, all'articolo 1, comma 796, lettera o) stabilisce che al fine della remunerazione delle prestazioni rese per il servizio sanitario nazionale dalle strutture private accreditate viene praticato uno sconto del 20 per cento degli importi indicati per le prestazioni di diagnostica di laboratorio dal decreto del Ministero della sanità 22 luglio 1996, pubblicato nel supplemento ordinario n. 150 alla Gazzetta Ufficiale n. 216 del 14 settembre 1996, e pari al 2 per cento degli importi indicati nel medesimo decreto per la radiologia;



la stessa finanziaria prevedeva anche il riordino dei laboratori accreditati che si basava esclusivamente su una soglia minima di prestazioni erogate annualmente per l'accreditamento istituzionale. Tale soglia era individuata a livello nazionale in 500.000 prestazioni/anno poi ridotta (per la regione Lazio) anche con il parere delle società scientifiche, a 200.000 prestazioni/anno. Il 23 marzo 2011 la Conferenza Stato-regioni emanava un parere nel quale venivano fornite indicazioni per il riordino delle strutture di laboratorio;


è in itinere a livello nazionale un nuovo tariffario che ha avuto il parere favorevole sia dell'Agenzia nazionale dei servizi sanitari sia dal Ministero dell'economia e delle finanze che prevede sostanzialmente le tariffe del nomenclatore del 1996 (tariffario Bindi già dichiarato illegittimo dal Consiglio di Stato) per tutte le prestazioni specialistiche ambulatoriali ad esclusione delle tariffe del laboratorio che vedono un ulteriore abbattimento delle stesse. Presumibilmente le tariffe individuate non si basano, come previsto dalla norma tenendo conto dei costi effettivi delle prestazioni di laboratorio ma esclusivamente sulle compatibilità economiche. Appare quindi all'interrogante del tutto evidente che una tale procedura rivesta carattere di profonda illegittimità e vedrebbe nuovamente la bocciatura da parte dei tribunali amministrativi;


come è noto solo nel 1997 la regione Lazio con la delibera 1165 ha previsto il passaggio dalla vecchia convenzione all'accreditamento provvisorio come era previsto dal decreto n. 502 del 1992;


l'accreditamento però è stato sempre parziale in quanto la regione Lazio, non ha equiparato il nomenclatore fra pubblico e privato per cui le strutture accreditate erogano in convenzione solo un terzo delle prestazioni previste dal nomenclatore nazionale;


non solo ma nel corso degli anni la regione ha voluto sempre contingentare non solo la tipologia delle prestazioni erogabili ma anche il numero delle prestazioni erogate imponendo ai soli privati accreditati un budget dapprima di comparto e poi per ogni singolo erogatore;


le procedure previste dalla legge per l'accreditamento definitivo nella regione Lazio non si sono ancora completate. La regione nel corso degli anni ha più volte cambiato la struttura che avrebbe dovuto gestire praticamente le domande di l'autorizzazione e di accreditamento definitivo;



finalmente nel 2011 è stata individuata Lazio LAIT quale struttura deputata alla gestione informatica delle domande di autorizzazione e accreditamento e le strutture hanno dovuto inserire sulla piattaforma informatica all'uopo predisposta tutta la documentazione;


dal mese di aprile/maggio 2011 sono quindi iniziate le visite ispettive delle ASL (fra l'altro alcune ancora non si sono attivate) per la verifica dei requisiti minimi delle strutture e degli ulteriori requisiti dell'accreditamento e della congruenza dei dati inseriti;


le ASL hanno provveduto a trasmettere i relativi verbali alle regione che solo in questi giorni ha cominciato a chiamare le strutture per ritirare i decreti autorizzativi e di accreditamento. Illegittimamente, i decreti di accreditamento definitivo delle strutture di laboratorio sono condizionati al riordino degli stessi;


le strutture sanitarie provvisoriamente accreditate della regione Lazio sottoscrivono annualmente con le singole ASL il contratto per l'erogazione delle prestazioni sanitarie. La clausole contrattuali e il budget di ciascuna struttura vengono previsti in apposito decreto regionale emanato a seguito di trattativa con le associazioni di categoria;


contrariamente a quanto logicamente deve accadere tale contratto non è stato mai firmato prima dell'inizio dell'anno ma verso il mese di marzo/aprile e fino ad allora le strutture hanno erogato le prestazioni con semplici proroghe dell'attività con budget analogo all'anno precedente;


nell'anno in corso la trattativa precontrattuale si è conclusa rapidamente e in data 2 marzo 2012 si è proceduto alla firma del protocollo di intesa con le associazioni di categoria che prevede per ogni singola struttura il budget del 2011 decurtato del 3 per cento;


l'organo competente, alla firma dei contratti con gli erogatori, non ha inteso procedere con l'emanazione del relativo decreto e ha continuato a fare circolari di proroga mensilizzando il budget per dodicesimi del budget annuale. È del tutto evidente che il lavoro espresso dalle strutture si diversifica nelle varie mensilità; la mensilizzazione quindi non tenendo conto delle variazioni di fatturato fra le varie mensilità penalizza fortemente gli erogatori -:



se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto sopra segnalato;


se intenda attivarsi affinché il riordino dei laboratori di analisi cliniche di cui alla legge finanziaria 2007 tenga conto delle nuove realtà e dell'indirizzo del Governo che privilegia la concorrenza, considerato che la soglia prevista creerebbe di fatto situazioni di oligopolio, in particolare nella regione Lazio, posto che le strutture accreditate provvisoriamente da anni erogano solo parte delle prestazioni e qualsiasi soglia sarebbe irreale anche perché la rigidità dei budget impedisce il miglioramento e la crescita in contrasto con il principio della qualità che si vuol far valere;


se intenda attivarsi per rivedere il nuovo tariffario nazionale in elaborazione tenendo conto dei costi effettivi e non insistendo sui flussi e sulla compatibilità economica come attualmente previsto cosa che comporterebbe passività di bilancio;


se intenda assumere le iniziative di competenza anche per il tramite del commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario, affinché vengano rispettati dalla regione Lazio i termini per l'accreditamento definitivo, evitando di violare i diritti delle strutture accreditate nonché superando gli ingiustificabili ritardi alla firma dei contratti annuali nella regione Lazio eliminando di conseguenza la divisione dei budget in mensilità. (4-16205)