ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16131

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 634 del 17/05/2012
Firmatari
Primo firmatario: BELTRANDI MARCO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 17/05/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 17/05/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 17/05/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 17/05/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 17/05/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 17/05/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 17/05/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 04/07/2012

SOLLECITO IL 27/07/2012

SOLLECITO IL 22/10/2012

SOLLECITO IL 06/12/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16131
presentata da
MARCO BELTRANDI
giovedì 17 maggio 2012, seduta n.634

BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:

dopo la nota indagine condotta da due avvocati tedeschi per verificare la situazione in cui vivono i richiedenti asilo e i beneficiari di protezione internazionale nel nostro Paese, quella condotta dalla più seguita televisione tedesca per lo stesso motivo, la redazione di un rapporto di due organizzazioni non governative, una svizzera, l'altra norvegese, sullo stesso tema, anche in Italia, grazie a un censimento, è stata verificata la condizione dei rifugiati. I risultati confermano una situazione di disagio, degrado, dolore e soprattutto indifferenza dei rifugiati con regolare permesso di soggiorno;

il censimento dei rifugiati che vivono in condizioni di disagio a Roma è stato condotto da una fondazione nata nel dicembre 2010. I risultati di questo conteggio dei disperati sono contenuti in un documento intitolato «I rifugiati invisibili»;

secondo il rapporto, a Roma, sono almeno 1.700 i rifugiati politici con regolare permesso di soggiorno che abitano in luoghi fatiscenti, grandi occupazioni con centinaia di uomini e donne in condizioni abitative precarie e che sopravvivono come possono;

queste - commenta la Fondazione - «rappresentano solo la punta dell'iceberg di una realtà molto più vasta e frammentata. Situazioni degradanti e marginali, cui si aggiungono centinaia di centri d'accoglienza informale che popolano gli angoli più remoti della Capitale. Lontano dagli occhi e dall'attenzione dell'opinione pubblica, si nascondono migliaia di rifugiati che sopravvivono in baracche, in scatole di cartone, sotto coperte e fogli di giornale»;

in ogni caso, il rapporto conferma l'inadeguatezza dello Sprar, il sistema di accoglienza italiano. Sulle oltre 6.000 presenze di titolari di protezione internazionale nella Capitale, solo 2.000 trovano un posto vivibile, mentre altrettanti vivono un'attesa interminabile nella lista dell'ufficio immigrazione del comune. Il quadro che ne esce - si legge nel testo - «conferma come la spinta ai margini della società e all'invisibilità senza possibilità d'uscita, sia in costante crescita»;

il comune di Roma oggi riesce a garantire complessivamente 2.200 posti. La fetta più grossa è rappresentata dai 19 centri d'accoglienza gestiti dal privato sociale in convenzione diretta con il comune, per un totale di circa 1.250 posti letto. A questi si aggiungono altri 250 posti letto, in strutture sorte per fronteggiare l'emergenza abitativa, ma prestate all'accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati. Il centro polifunzionale Enea di seconda accoglienza completa il quadro con i suoi 700 posti circa, suscettibili di diventare 800 nei prossimi mesi;

l'Associazione Medu (Medici per i diritti umani) con le sue unità di strada incrocia in un anno circa 1.000 rifugiati «senza fissa dimora» nella Capitale. Il direttore del Cir (Consiglio italiano rifugiati) parla di almeno 2.000 richiedenti asilo che vivono a Roma «in condizione alloggiative e sanitarie drammatiche». Soltanto la lista d'attesa per avere un posto d'accoglienza presso l'ufficio immigrazione del comune di Roma è arrivata ad aprile 2012 ad oltre 1.900 richieste inevase;

soltanto nel 2011, nella capitale il Cir ha assistito ben 5.179 rifugiati (rispetto ai 1.835 del 2010), e ben 6.250 persone hanno richiesto di ottenere la residenza al Centro Astalli. Dati che confermano la stima dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), che calcola in 8.000 persone i richiedenti asilo, rifugiati e beneficiari di protezione internazionale che vivono nella Capitale;

tra loro ci sono moltissimi rifugiati di ritorno, rifugiati che costituiscono la maggior parte dei richiedenti asilo, presenti in massa nelle occupazioni e nelle baraccopoli. Ci si rifugia nella precarietà abitativa e quindi di vita proprio per sfuggire all'identificazione, per la necessità di non lasciar traccia in Italia, se si vuole sperare in un futuro altrove e non far ritorno nel primo Paese europeo d'approdo. I cosiddetti «casi Dublino» nel 2011 sono praticamente raddoppiati. All'ufficio preposto dall'Unità Dublino, presso l'aeroporto di Roma Fiumicino, arrivano circa 20 casi al giorno, contro i dieci degli scorsi anni. Per quantificare il flusso di richiedenti «di ritorno» cui l'Italia è sottoposta, ci si può riferire a titolo esemplificativo a due Paesi: nel 2011 sono rientrati dalla Svizzera 1.654 richiedenti asilo, e 457 dalla Norvegia;

va ricordato, poi, che, a seguito dello stato di emergenza dichiarato con i decreti del Presidente del Consiglio dei ministri del 12 febbraio e 7 aprile 2011, nota come emergenza Nord Africa, sono nati nuovi centri d'accoglienza per ospitare oltre 1.000 nuovi richiedenti asilo. Una situazione drammatica, insomma, che rischia di esplodere se chiuderanno i centri d'accoglienza aperti con la dichiarazione dello stato d'emergenza umanitaria e in scadenza il 31 dicembre 2012. Si tratta di un esercito di altri 2.170 rifugiati solo nel Lazio, che si troverebbe di nuovo in condizioni di totale abbandono -:

se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, nell'eventualità positiva, quali iniziative urgenti intenda assumere per dare soluzione agli stessi. (4-16131)