ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15910

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 627 del 03/05/2012
Firmatari
Primo firmatario: ROSATO ETTORE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 03/05/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BARETTA PIER PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 03/05/2012
SBROLLINI DANIELA PARTITO DEMOCRATICO 03/05/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO PER GLI AFFARI EUROPEI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER GLI AFFARI EUROPEI delegato in data 03/05/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15910
presentata da
ETTORE ROSATO
giovedì 3 maggio 2012, seduta n.627

ROSATO, BARETTA e SBROLLINI. -
Al Ministro per gli affari europei.
- Per sapere - premesso che:

la gravissima crisi che ha investito l'Italia ha colpito soprattutto le piccole e medie imprese;

la situazione di stallo delle aziende italiane è dovuto anche alla concorrenza dei prodotti d'importazione;

questi, talvolta, nonostante siano stati lavorati all'estero, riportano la dicitura Made in Italy in ragione di alcune lavorazioni residuali e di scarso impatto sul prodotto, svolte nel territorio nazionale;

in una condizione di concorrenza sleale le aziende dell'autentico Made in Italy si trovano ad affrontare difficoltà di natura economica e commerciale che per lo più comportano fallimenti e predite della capacità lavorativa nel settore manifatturiero; sebbene vi siano importanti iniziative di salvaguardia della produzione interna, la normativa europea ad oggi è facilmente eludibile e mal tutela da queste prassi le imprese nostrane;

tra queste iniziative vi è quella di un regolamento europeo che impone la dicitura del paese di origine su taluni prodotti finiti provenienti da paesi terzi;
è importante per il sistema produttivo italiano ed europeo che la proposta di regolamento venga approvato dal Consiglio e diventi eseguibile, ma è altrettanto essenziale che lo Stato italiano intervenga, nei limiti concessi dalla nostra adesione all'Unione europea, a tutela e salvaguardia di quei settori che, non ripresi nel testo del regolamento, rimarrebbero sprovvisti di tutela anche dopo l'approvazione della normativa;

l'importazione di prodotto finiti qualificati come Made in Italy ma lavorati principalmente all'estero richiede una risposta dalle istituzioni che affronti l'emergenza, contenga le conseguenze economiche negative ed anzi rilanci quei settori produttivi;

il Partito democratico ritiene, infatti, che l'azione di sostegno ai settori produttivi debba essere parte di una più generale strategia di politica per l'innovazione, che punti a superare i tradizionali limiti italiani legati al basso livello degli investimenti in ricerca e sviluppo, alla scarsa capacità di integrare e valorizzare risorse umane fortemente qualificate, alla bassa propensione del nostro sistema finanziario ad investire in progetti fortemente innovativi, all'assenza di un circuito virtuoso tra sistema della ricerca e mondo della produzione;

tra i settori colpiti da questo tipo di importazioni, e che non è inserito nella proposta di regolamento di cui sopra, è quello dell'occhialeria, vera eccellenza italiana, portata avanti da molte imprese soprattutto del nordest (in Veneto operano l'80,4 per cento delle imprese - grazie la presenza del distretto dell'occhiale nelle province di Belluno e Treviso - in Friuli Venezia Giulia oltre il 4 per cento) e di medie dimensioni (il 94 per cento di esse hanno meno di 20 dipendenti);

il settore dell'occhialeria è una produzione da 2.650 milioni di euro l'anno, ed ha un valore importante anche in termini occupazionali in quanto vede occupati oltre 16.000 addetti nelle circa 900 aziende italiane;

la produzione italiana in questo settore è concentrata su manufatti di qualità medio alta, che hanno consentito alle quattro principali società italiane di essere leader internazionali: Luxottica, Sàfilo, Marcolin e De Rigo;

nel mercato della produzioni di occhiali e lenti i maggiori competitori mondiali appaiono essere paesi terzi rispetto l'Unione europea: Cina e Stati Uniti, ma nonostante questo dato il settore non è inserito tra quelli difesi dalla bozza di regolamento europeo;

il rilancio economico del Paese si potrà avere solo quando gli investimenti economici delle nostre imprese non saranno resi vani dalla concorrenza di prodotti realizzati all'estero a basso costo del lavoro, che riportano la dicitura Made in Italy a fronte di lavorazioni solo marginali nel territorio nazionale;

la difesa dei posti di lavoro presuppone, in prima battuta, la difesa del mercato nazionale ed europeo -:

quali iniziative il Governo intenda attivare presso il Consiglio dell'Unione europea al fine di sollecitare una pronta approvazione del regolamento europeo sul Made in;

se il Governo ritenga che ci siano margini per modificare la proposta di Regolamento restituendole un contenuto più ampio che copra tutta la produzione europea e non si limiti ad alcuni prodotti;

se e come il Governo intenda arginare la concorrenza sleale di Paesi terzi rispetto all'Unione europea dei prodotti nei settori non inseriti nella proposta di regolamento, e più nel dettaglio, quello dell'occhialeria, vera eccellenza italiana nel mondo;

se e quali misure il Governo intenda assumere per favorire una strategia di investimenti pubblici e privati nell'innovazione, nella tecnologia e nella ricerca e sviluppo, unica uscita dalla crisi prospettabile per il Paese dalla crisi.(4-15910)