ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15509

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 613 del 28/03/2012
Firmatari
Primo firmatario: MANCUSO GIANNI
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 28/03/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GIRLANDA ROCCO POPOLO DELLA LIBERTA' 28/03/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 28/03/2012
Stato iter:
22/01/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/01/2013
BALDUZZI RENATO MINISTRO - (SALUTE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/01/2013

CONCLUSO IL 22/01/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15509
presentata da
GIANNI MANCUSO
mercoledì 28 marzo 2012, seduta n.613

MANCUSO e GIRLANDA. -
Al Ministro della salute, al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:

il farmaco è un bene primario;

ricorrere a farmaci contraffatti significa incontrare altissimi danni per la salute e rischi economici per il Sistema sanitario nazionale;

la rete di distribuzione farmaceutica italiana è considerata unanimemente, nel panorama internazionale, tra le più sicure;

la protezione garantita dal sistema di tracciatura che permette di seguire i farmaci in tutto il loro percorso, dal produttore alla farmacia, fa sì che i farmaci contraffatti possano raggiungere il consumatore italiano solo quando questi ricorra a canali non autorizzati;

le farmacie illegali presenti sulla rete rappresentano oggi uno dei principali canali di distribuzione dei farmaci contraffatti;

secondo il servizio di verifica statunitense Legiscript, il 99 per cento delle farmacie on line non rispetta gli standard di legge;

dagli studi effettuati indipendentemente da diverse istituzioni - tra le altre, l'European federation of pharmaceutical industries and associations (EFPIA), l'Agenzia italiana del farmaco (ALFA) e la World Health Organization (WHO) - emerge che la percentuale di siti illegali che spediscono farmaci di scarsa qualità, non autorizzati o contraffatti, supera il 50 per cento;

il ricorso a farmacie on line in Italia è illegale e tuttora abbastanza limitato: la sicurezza della rete legale, la rimborsabilità dei farmaci essenziali e la scarsa propensione all'uso di internet e all'e-commerce hanno sicuramente contribuito, finora, ad arginare il problema;

la recente dilagante alfabetizzazione informatica ha, però, facilitato l'accesso a siti pericolosi e il conseguente aumento del rischio di acquisti illeciti;

purtroppo, la recente cronaca riporta il caso della morte di una giovane ragazza di Barletta, per l'assunzione di nitrito di sodio, anziché sorbitolo, durante un test per le intolleranze in una clinica privata -:

se il Governo intenda promuovere iniziative normative sul punto, onde stringere la vigilanza informatica sui siti internet di vendita di farmaci o di integratori. (4-15509)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata martedì 22 gennaio 2013
nell'allegato B della seduta n. 739
All'Interrogazione 4-15509 presentata da
GIANNI MANCUSO

Risposta. - Si risponde all'interrogazione parlamentare in oggetto sulla base degli elementi acquisiti presso l'Agenzia italiana del farmaco (AIFA).
L'Aifa dedica da tempo particolare attenzione al problema della contraffazione farmaceutica, anche riferito alle farmacie on-line illegali, che spesso sono responsabili della diffusione di prodotti contraffatti, non fabbricati in conformità alle norme GMP (Good manufacturing practice) riconosciute a livello mondiale.
I risultati ottenuti fino ad oggi hanno permesso di tenere sotto controllo il mercato nazionale e, inoltre, l'Italia è considerata tra i Paesi guida nella lotta alla contraffazione farmaceutica, come è testimoniato, tra l'altro, dal ruolo di coordinamento o presidenza ricoperto dall'Aifa nei principali gruppi di lavoro internazionali che si occupano del contrasto al fenomeno, come quelli che hanno contribuito allo sviluppo di due recenti strumenti normativi: la direttiva 2011/62/UE, che introduce modifiche in chiave anticontraffattiva al codice farmaceutico europeo e la convenzione mediCrime del Consiglio d'Europa che introduce norme di diritto penale applicabili nei casi di falsificazione di prodotti sanitari.
Nello specifico, sebbene non sia possibile impedire, sistematicamente, il ricorso da parte dei pazienti a canali di approvvigionamento illeciti, sono state predisposte, tuttavia, attività continuative di investigazione, informazione al pubblico e formazione degli operatori che hanno permesso di ridurre la portata del fenomeno e di procedere, altresì, a sequestri di farmaci illegali e alla chiusura di siti internet dediti a questo commercio pericoloso.
In generale, l'attenzione dedicata al fenomeno della contraffazione è testimoniata dall'istituzione, con determinazione Aifa del 2007, della task-force nazionale Impact Italia, della quale fanno parte, oltre all'Aifa, anche il Ministero della salute, il comando carabinieri per la tutela della salute-NAS, l'istituto superiore di sanità (ISS), l'agenzia delle dogane, il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell'interno attraverso la polizia criminale.
La struttura della task-force consente inoltre la partecipazione, per progetti mirati, anche di attori privati del settore e di associazioni non direttamente coinvolte.
Impact Italia ha promosso, e promuove tuttora, una serie di iniziative divulgative di formazione e informazione, finalizzate a contrastare il fenomeno.
Con riferimento al legame esistente tra Internet e la contraffazione farmaceutica, è opportuno sottolineare che, attualmente, la legislazione italiana vieta ogni possibile forma di compravendita di farmaci on-line. Si richiama, in tal senso, l'articolo 122 del testo unico delle leggi sanitarie (regio decreto 27 luglio 1934 n. 1265) il quale stabilisce che «la vendita al pubblico di medicinali a dose o forma di medicamento non è permessa che ai farmacisti e deve essere effettuata nella farmacia sotto la responsabilità del titolare della medesima».
Pertanto, per poter acquistare un farmaco, la vendita deve essere effettuata da parte di un farmacista e l'acquisto deve avvenire presso un esercizio individuato (la farmacia), sotto la responsabilità del suo titolare.
A completare il quadro, si aggiungono le previsioni contenute nell'articolo 5 del decreto-legge n. 223 del 2006, convertito con modificazioni dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, recante interventi urgenti nel campo della distribuzione di farmaci, il quale dispone che gli esercizi commerciali di piccola, media e grande struttura (cosiddetto «parafarmacie») possono effettuare attività di vendita al pubblico dei farmaci da banco o di automedicazione e che la vendita deve essere effettuata nell'ambito di un apposito reparto, con l'assistenza di uno o più farmacisti abilitati all'esercizio della professione ed iscritti al relativo ordine.
La ratio di tali disposizioni si rinviene, sostanzialmente, nella necessità di fornire al cliente-paziente un'assistenza qualificata nell'acquisto del farmaco, come espressamente previsto in diverse disposizioni del decreto legislativo n. 219 del 2006 (articolo 77 comma 1, lettera d) punto 8; articolo 96, comma 2 e articolo 121, comma 2).
L'esistenza di un quadro normativo comunque consolidato non è di per sé un deterrente sufficiente contro il ricorso dei pazienti italiani a farmacie on-line estere, e le attività di contrasto diretto ai siti illegali incontrano difficoltà anche in considerazione dei problemi connessi alla localizzazione territoriale dei siti web e, conseguentemente, della legislazione applicabile alle transazioni tramite questi operate (spesso il luogo di ubicazione del server non coincide con la sede legale del venditore) e dei vincoli che non consentono di effettuare controlli approfonditi sulle transazioni commerciali. Ciò rende di fatto possibile portare a termine l'acquisto di un farmaco on line, sia dall'Europa che da Paesi terzi - ove la vendita potrebbe a tutti gli effetti essere legale.
Occorre, inoltre, rilevare che in Italia e in molti altri paesi esiste una lacuna normativa in questo specifico settore rispetto alla legalizzazione delle farmacie on line e alle conseguenti azioni per contrastare quelle non autorizzate: tra gli elementi che rendono complesse tali attività, vanno citati la «volatilità» delle farmacie on-line e l'assenza di confini precisi (un farmaco contraffatto è acquistato attraverso internet da utenti di un determinato Paese, è prodotto in altri Paesi e transita attraverso altri Paesi ancora).
La difficoltà nel disciplinare tale situazione rimarca l'esigenza di un approccio multisettoriale e cooperativo a livello internazionale.
Una soluzione a tale carenza sarà presto rappresentata, almeno in parte, dal recepimento, da parte degli Stati membri, delle modifiche apportate alla direttiva 2001/83/CE dalla successiva direttiva 2011/62/UE, che prevede una maggior regolamentazione delle farmacie on-line; l'Aifa ritiene che, in prima applicazione, le misure delineate nella nuova direttiva rappresentino già un apparato sufficiente alla regolazione del settore, che potrà essere reso più stringente una volta effettuata la valutazione dell'efficacia della stessa direttiva, che risulta prevista anche nell'atto normativo in questione.
Tra le iniziative promosse dall'Aifa, si segnala un primo studio, finalizzato ad approfondire il fenomeno della vendita di medicinali attraverso internet, realizzato nel 2007 in collaborazione tra Aifa e World health organization (WHO). I risultati emersi dagli acquisti di controllo, effettuati da siti precedentemente individuati, hanno confermato che, nella grande maggioranza dei casi, i farmaci venduti attraverso il web sono contraffatti. Gli esiti di tale studio hanno, inoltre, consentito di caratterizzare meglio il fenomeno emergente, portando alla luce le diverse tipologie di farmacie presenti su internet.
Successivamente, sono stati sviluppati due ulteriori approfondimenti:

il primo, realizzato dall'Aifa; in collaborazione con un'agenzia di intelligence informatica (IT), finalizzato a caratterizzare ulteriormente il fenomeno delle farmacie on-line. Sulla base dei risultati conseguiti, è stato possibile delineare tre diverse tipologie di farmacie on-line, indicate come:

legali, autorizzate e controllate;

illegali, prive di autorizzazione e certificazione;

false, dedicate alla mera truffa;

il secondo, realizzato sempre dall'Aifa, in collaborazione con un'altra agenzia di intelligence informatica (IT), mirato ad indagare le tecniche di promozione e diffusione di anabolizzanti e steroidi attraverso la rete dei social network.
È utile ricordare che, nonostante l'ampia diffusione del mercato elettronico, la propensione agli acquisti on-line da parte della popolazione italiana è inferiore rispetto a quella di altri Paesi.
Nel settembre 2010, l'Aifa, al fine di approfondire tale questione, ha realizzato in collaborazione con un istituto privato una ricerca su «l'acquisto on-line di farmaci in Italia: conoscenza, giudizi e diffusione», finalizzata a definire un quadro reale del problema.
Oltre alle attività sopra menzionate, sono state poste in essere dall'Aifa le ulteriori iniziative elencate di seguito:

la campagna di informazione, realizzata a livello nazionale da Impact Italia, allo scopo di informare il pubblico sui rischi legati all'acquisto di farmaci attraverso internet;

la realizzazione di un volume interamente dedicato al fenomeno della contraffazione farmaceutica, disponibile in versione italiana e inglese;

la gestione di eventi formativi «ad hoc» per gli operatori di forze di polizia e dogane che quotidianamente si confrontano con casi sospetti di contraffazione e/o importazione illegale.
Nel maggio 2011, l'Agenzia ha, inoltre, siglato un memorandum d'intesa con il servizio privato statunitense di verifica e controllo delle farmacie on-line «LegitScript», l'unico riconosciuto ufficialmente dalle federazioni dei farmacisti, al fine di definire un insieme uniforme di regole operative. Tale collaborazione ha già dato, nel breve tempo, importanti risultati, come testimoniato dalla chiusura di una serie di siti illegali localizzati negli Stati Uniti, ma realizzati con pagine in italiano e destinati, chiaramente, a fornire il nostro mercato.
Inoltre, in data 26 marzo 2012, è stato pubblicato nel sito dell'Aifa il comunicato stampa n. 228, da cui emergono dati decisamente confortanti.
Infatti, il fenomeno della contraffazione appare pressoché inesistente in Italia: la percentuale dei farmaci contraffatti presenti nel nostro mercato è pari allo 0,1 per cento, grazie principalmente al sistema di tracciabilità del farmaco, che consente il monitoraggio, attraverso il bollino a lettura ottica, di ogni singola confezione nonché alle attività di prevenzione e contrasto portate avanti, ormai da diversi anni, dalla task-force Impact Italia.
Pertanto, si assicura che si stanno compiendo tutti gli sforzi necessari affinché episodi come quello oggetto della presente interrogazione siano gestiti con la massima efficacia, riducendo al minimo ogni possibile rischio per la salute pubblica.

Il Ministro della salute: Renato Balduzzi.