ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15302

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 602 del 12/03/2012
Firmatari
Primo firmatario: FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 12/03/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 12/03/2012
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 12/03/2012
BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 12/03/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 12/03/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 12/03/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 12/03/2012
Stato iter:
22/01/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/01/2013
BALDUZZI RENATO MINISTRO - (SALUTE)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 28/05/2012

SOLLECITO IL 04/07/2012

SOLLECITO IL 27/07/2012

SOLLECITO IL 22/10/2012

SOLLECITO IL 06/12/2012

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/01/2013

CONCLUSO IL 22/01/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15302
presentata da
MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI
lunedì 12 marzo 2012, seduta n.602

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:

il signor Gaetano Mangiatordi, secondo quanto riferisce la Gazzetta del Mezzogiorno del 5 marzo 2012, ha denunciato quello che non è esagerato definire un vero e proprio calvario patito dal padre Luigi, «malato terminale sballottato per ore, su e giù per l'ospedale. Da un reparto all'altro...In preda ai conati, giallo in volto, i reni in blocco, il polso flebile, la pressione quasi inesistente, non c'era un reparto disposto ad accoglierlo. Se non è malasanità questa...»;

il racconto del signor Mangiatordi, è sconcertante: «Resisi conto delle condizioni critiche del padre, malato oncologico da quattro anni, si sono recati "di corsa in Oncologia all'ospedale Perrino di Brindisi per chiedere se potevamo portarlo. Ci hanno detto che non esisteva alcuna possibilità di ricoverarlo, non c'erano posti letto disponibili. Ci hanno perciò consigliato di tenerlo a casa. "Fategli una flebo", sono state le uniche parole. Abbiamo chiamato un'infermiera che ci ha aiutato. Le ore passavano e papà stava sempre peggio. Tremava, il sacchetto attaccato al catetere era vuoto, il suo corpo era gelato. Dopo una nottata infernale, di buon mattino abbiamo chiamato un'ambulanza e lo abbiamo trasportato subito in ospedale". Sono le 8,30; a questo punto ha inizio una disavventura che, solo a raccontarla vengono i brividi: in Pronto soccorso al signor Luigi viene assegnato un codice giallo. È grave. Non lo visitano, ma le sue condizioni sono più che evidenti. Data la sua storia viene trasferito in Oncologia. "Gli oncologi che lo seguono da quattro anni ci dicono che occorrono le analisi del sangue altrimenti non possono intervenire. Mostriamo quelle eseguite il giorno prima a pagamento, non vanno, si devono ripetere". Per accelerare i tempi degli esami, il signor Luigi viene rispedito in Pronto soccorso. C'è troppa gente, trascorsi tre quarti d'ora, un ausiliario prende in consegna la barella. Tappa successiva: Nefrologia. Qui gli misurano la pressione e attaccano una flebo. Racconta il figlio Gaetano: "Mi sentivo impotente, non potevo fare nulla. Ero disperato. Pieno di collera, tristezza e sdegno. Profondo sdegno. È stato portato da un punto all'altro dell'ospedale come fosse un pacco, come se su quella barella non ci fosse nessuno. Non vedevano un uomo sofferente. Per i medici la barella era vuota". Anche in Nefrologia ci sentiamo ripetere: "Non ci sono posti". Si torna giù. In Pronto soccorso. "Non so nemmeno quanto tempo sia passato, forse quattro ore. Grazie all'intervento di nostri parenti e di un poliziotto lo spostano ancora. Un nuovo girone dell'inferno: Geriatria. Appena varcata la soglia, prima ancora di riuscire a spiegare, ci precedono: "Non c'è posto". Sono le 15. L'odissea non è finita. Di nuovo interminabili corridoi e ascensore: si va in Medicina generale. Il posto non c'è, ma in compenso si avverte finalmente calore e umanità. "Una dottoressa, di cui non ricordo il nome, viste le condizioni disperate di mio padre, dopo sei ore di sali e scendi da un reparto all'altro decide di prendere un lettino, non so dove e come l'abbia trovato, e insieme ai suoi infermieri, ha allestito una stanza temporanea, per potergli somministrare le prime cure. Una stanza che non c'era ma che un medico dal cuore buono ha messo su solo per lui. Niente leggi, niente burocrazie, finalmente. Mio padre sta morendo, ma sono più sereno perché so che è affidato ad un'equipe che ha grande professionalità e che ringrazio» -:

di quali elementi disponga in relazione a quanto esposto in premessa e quali iniziative di competenza intenda promuovere, o adottare al riguardo.(4-15302)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata martedì 22 gennaio 2013
nell'allegato B della seduta n. 739
All'Interrogazione 4-15302 presentata da
MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI

Risposta. - Si risponde all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi pervenuti dalla prefettura - ufficio territoriale del governo di Brindisi, contenuti in una relazione concernente il caso del paziente citato nell'interrogazione, redatta dal dirigente dell'unità operativa di gestione del rischio clinico dell'Asl di Brindisi, presidio ospedaliero «A. Perrino», di seguito sinteticamente illustrata.
Il dirigente in parola ha comunicato di essersi recato presso la direzione sanitaria del presidio ospedaliero di Brindisi e di aver conferito con i sanitari che avevano assistito il paziente e di avere acquisito la documentazione relativa, da cui provengono le informazioni riferite.
Il paziente veniva accompagnato nella mattinata del 23 febbraio 2012 al pronto soccorso dell'ospedale di Brindisi dal servizio 118 in codice rosso; gli veniva effettuato un elettrocardiogramma a causa di una condizione di ipotensione e disidratazione, aggravata dallo stato di recidiva di patologia neoplastica metastatizzata in trattamento chemioterapico palliativo, seguito dall'unità operativa di oncologia del predetto presidio, presso il quale era inoltre programmato un ricovero in regime di day-hospital per il giorno successivo.
Dopo aver visitato il paziente, il medico di pronto soccorso gli ha fatto effettuare esami del sangue in urgenza, successivamente una consulenza oncologica, ulteriori esami del sangue e infine una consulenza nefrologica, il tutto nel tempo di circa due ore.
Gli esami ematici hanno evidenziato una importante condizione di anemia e piastrinopenia, oltre ad uno scompenso metabolico totale.
All'esito di detti accertamenti, il medico di pronto soccorso giudicava il paziente non assistibile al domicilio e, preso atto della mancanza di posti letto in oncologia e nefrologia, ne disponeva il ricovero in ambiente internistico del medesimo ospedale, con la seguente diagnosi: «cachessia neoplastica, pregresso adenocarcinoma in trattamento chemioterapico».
In esito all'espletamento delle valutazioni specialistiche, il paziente, alle ore 14.30 è stato ricoverato e visitato presso l'unità operativa di medicina generale, dove ha ricevuto la terapia del caso, compresa quella trasfusionale.
A partire dal primo pomeriggio del 23 febbraio 2012, ha avuto inizio il ciclo di ulteriori valutazioni effettuate dai vari specialisti, vale a dire il rianimatore, l'internista, il nefrologo in sequenza, ad intervalli di circa 50 minuti l'uno dall'altro, per un totale di 10 visite.
Trascorsa la mezzanotte, è stata avviata una trasfusione di sangue, seguita da una nuova valutazione dell'internista, da un intervento di emogasanalisi e una nuova visita del nefrologo.
All'alba del 24 febbraio il paziente veniva trasportato in sala Tac dove ha avuto un arresto respiratorio. Le manovre di rianimazione, purtroppo, non hanno avuto esito e sopraggiungeva il decesso.
Le cause di morte indicate nella scheda Istat sono: 1. Neoplasia del retto pluritrattata; 2. Metastasi polmonari e pelviche; 3. Disidratazione; 4. Insufficienza multi organo.
Pertanto, non si ritiene di dover intraprendere iniziative.

Il Ministro della salute: Renato Balduzzi.