ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14798

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 582 del 07/02/2012
Firmatari
Primo firmatario: TURCO MAURIZIO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 07/02/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2012
BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 07/02/2012
Stato iter:
18/12/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 18/12/2012
DI PAOLA GIAMPAOLO MINISTRO - (DIFESA)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 28/05/2012

SOLLECITO IL 04/07/2012

SOLLECITO IL 26/07/2012

SOLLECITO IL 26/10/2012

SOLLECITO IL 06/12/2012

RISPOSTA PUBBLICATA IL 18/12/2012

CONCLUSO IL 18/12/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14798
presentata da
MAURIZIO TURCO
martedì 7 febbraio 2012, seduta n.582

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della difesa.
- Per sapere - premesso che:


una nota di agenzia ha diffuso la notizia «Afghanistan: perizia genitori militare foggiano morto, "investito da blindato" Foggia, 2 feb. (Adnkronos) - Sarebbe stato investito da uno dei blindati del convoglio sul quale viaggiava, il caporal maggiore capo dell'Esercito Francesco Saverio Positano, di San Severo, morto il 23 giugno 2010 durante una missione di perlustrazione nella zona di Herat in Afghanistan: è la conclusione cui è giunta la perizia redatta dall'ingegnere biomedico Gionata Fragomeni e allegata in una denuncia-querela depositata dai parenti dell'alpino alla procura di Roma. Lo hanno reso noto Luigi e Rosa Positano durante una conferenza stampa convocata oggi a Foggia. Secondo la versione ufficiale fornita nella immediatezza del tragico evento, il militare avrebbe avuto un malore e sarebbe caduto dal "Buffalo" durante una manovra. In realtà, già le perizie medico-legali della procura e di parte hanno escluso questa ipotesi, anche in considerazione delle gravi ferite riportate dal militare al cranio e in altre parti del corpo. Scrivono il professor Pietrantonio Ricci, ordinario di medicina legale dell'università della Calabria, e il medico legale Domenico Natale che "l'unica ipotesi che si può escludere con assoluta certezza è appunto la caduta dal mezzo fermo", così come peraltro conviene anche il perito del pubblico ministero. Ora, lo studio cinematico commissionato dai genitori esclude definitivamente l'ipotesi della "caduta accidentale dal mezzo militare fermo" e propende per "una dinamica più complessa quale l'investimento da parte di un veicolo a bassa velocità in fase di manovra. È ragionevole ipotizzare - scrive l'ingegnere biomedico - che l'investimento sia avvenuto durante la fase di manovra di uno dei veicoli del convoglio mentre la vittima era scesa probabilmente per verificare le distanze o la situazione del mezzo". La denuncia e la perizia sono state incluse nel nuovo fascicolo di inchiesta che la procura della Capitale ha aperto con l'ipotesi di omicidio colposo proprio a seguito delle numerose istanze e sollecitazioni rivolte dalla famiglia del militare. Una prima indagine era stata infatti avviata nelle ore immediatamente successive alla morte del caporale ed era stata archiviata. "Quello che ci muove - hanno spiegato i genitori del militare - non è il desiderio di vedere punito qualcuno a tutti i costi, né tanto meno un sentimento di vendetta contro il responsabile o i responsabili della morte di Francesco: vogliamo soltanto sapere la verità sulla morte di nostro figlio, quella verità che finora ci è stata negata e a cui invece riteniamo di avere diritto". "Non ha avuto un malore, nostro figlio - hanno aggiunto - godeva di ottima salute e stava servendo il suo Paese all'estero: qualcuno ha sbagliato e Francesco oggi non c'è più. Agli atti della procura - hanno rilevato gli avvocati Annarita Antonetti e Lucia Frazzano - mancano molti tasselli che sono invece indispensabili per far luce su quanto accaduto: manca un'accurata planimetria del luogo dell'incidente, mancano gli abiti indossati da Positano, manca l'elmetto, per arrivare alle testimonianze, lacunose e per lo più inattendibili". I legali hanno sottolineato che "in quella missione erano impegnati in venti, compreso Francesco. Di questi soltanto sei sono stati ascoltati sommariamente, come testimoni, subito dopo l'incidente. Le loro dichiarazioni sono così inattendibili che neppure il pubblico ministero che ha archiviato la prima inchiesta le ha ritenute utili. Perfino i rilievi fotografici effettuati dai militari che hanno soccorso invano Francesco - hanno sostenuto gli avvocati - sono stati nella materiale disponibilità della procura soltanto otto mesi dopo il fatto, tanto che l'esperto nominato dal pubblico ministero non ha potuto neppure visionarli prima di consegnare la sua perizia". "Elmetto, divisa e equipaggiamento - hanno proseguito - dovevano essere conservati con scrupolo e attenzione proprio perché utili ai fini dell'indagine, e invece a oggi non si sa se, da chi e dove sono stati conservati. Se Francesco Positano è stato investito, ci sono profili di responsabilità colposa che vanno accertati - hanno concluso - così come potrebbero esserci profili di inadempimento alle disposizioni regolamentari dell'ordinamento militare: è questo che abbiamo chiesto alla procura di Roma di accertare" (Pas/Zn/Adnkronos) 02-FEB-12 20:15 NNNN»;

nell'interrogazione n. 4-07795 presentata dagli interroganti il Ministro pro tempore ha affermato «Per quanto riguarda, invece, il decesso del militare i primi elementi d'informazione dei competenti organi tecnico-operativi ipotizzano che lo stesso possa essersi verificato a seguitò dei traumi riportati per effetto della caduta accidentale dal mezzo. Le cause potranno essere meglio chiarite dall'inchiesta sommaria disposta ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 90 (Testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare)» -:

quali siano stati gli esiti dell'inchiesta disposta ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 90;

quali immediate iniziative di competenza intenda intraprendere affinché alle autorità giudiziarie e ai genitori del militare deceduto sia garantita la piena e incondizionata collaborazione ai fini dell'accertamento della verità e quindi anche l'accesso agli atti e ai materiali facenti parte della dotazione personale o di reparto effettivamente utilizzati dal militare di cui in premessa il giorno del suo decesso e certamente custoditi dall'amministrazione militare. (4-14798)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata martedì 18 dicembre 2012
nell'allegato B della seduta n. 735
All'Interrogazione 4-14798 presentata da
MAURIZIO TURCO

Risposta. - In relazione alla questione affrontata con l'interrogazione in esame relativa all'evento nel quale ha perso la vita il 23 giugno 2010 in Afghanistan il caporal maggiore scelto Francesco Saverio Positano, faccio osservare che non sono, nel frattempo, intervenuti elementi di novità rispetto a quanto già rappresentato in risposta all'interrogazione n. 4-11264.
Pertanto, in merito alle questioni sollevate, nel ribadire che sono tuttora in corso le indagini a cura dell'autorità giudiziaria competente, non posso che rimandare alle conclusioni cui la stessa autorità perverrà.

Il Ministro della difesa: Giampaolo Di Paola.