ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14791

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 582 del 07/02/2012
Firmatari
Primo firmatario: ZAMPARUTTI ELISABETTA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 07/02/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2012
BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 07/02/2012
Stato iter:
22/01/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/01/2013
BALDUZZI RENATO MINISTRO - (SALUTE)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 28/05/2012

SOLLECITO IL 04/07/2012

SOLLECITO IL 27/07/2012

SOLLECITO IL 22/10/2012

SOLLECITO IL 06/12/2012

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/01/2013

CONCLUSO IL 22/01/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14791
presentata da
ELISABETTA ZAMPARUTTI
martedì 7 febbraio 2012, seduta n.582

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:


si assiste ormai da anni al proliferare di grandi impianti eolici grazie ad incentivi alla produzione di energia eolica che sono stati tra i più alti d'Europa, al punto che si inizia a parlare di «sindrome da turbina eolica»;


esiste ormai una letteratura sulla materia in base alla quale vi sarebbero determinati disturbi da rumore come disturbi del sonno, cefalee, calo della concentrazione e generale sensazione di malessere;


l'Istituto nazionale per la salute statunitense e l'Accademia nazionale di medicina di Francia, hanno fatto presente come sia necessaria una maggiore conoscenza degli effetti del rumore prodotto da tali impianti sulla salute e hanno quindi prudenzialmente raccomandato l'adozione di distanze minime dalle abitazioni per la realizzazione degli impianti;


in Italia però non esistono studi sugli effetti che tali impianti hanno rispetto alla popolazione che risiede nelle vicinanze nonostante siano necessari proprio in ragione della crescita esponenziale degli stessi a cui si sta assistendo -:


se non ritenga il Ministro di approfondire, per quanto di competenza, la problematica evidenziata in premessa.
(4-14791)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata martedì 22 gennaio 2013
nell'allegato B della seduta n. 739
All'Interrogazione 4-14791 presentata da
ELISABETTA ZAMPARUTTI

Risposta. - In merito alla problematica segnalata nell'interrogazione in esame, che è all'attenzione del Ministero della salute, l'Istituto superiore sanità ha inteso precisare che è noto dalla letteratura scientifica riguardante le esposizioni ad emissioni sonore, che diversi livelli di pressione sonora, per tempi prolungati, possono avere conseguenze sullo stato fisiologico delle persone modificandolo anche in relazione alle caratteristiche della sorgente.
Si veda, ad esempio, quanto riportato dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sul livello di rumorosità associato a determinati disturbi:

soglia dell'interruzione del sonno, pari a 60-70 decibel (A);

comparsa di reazioni neurovegetative durante il sonno, 55 decibel (A);

comparsa di evidenti reazioni neurovegetative durante la veglia, 60 decibel (A);

sensazioni di malessere (soglia di annoyance), 45-55 decibel (A).
Per caratterizzare gli aerogeneratori come sorgente di rumore acustico sono disponibili norme armonizzate dalla Comunità europea della serie CEI EN 61400, che definiscono tecniche di misura dell'emissione di rumore acustico (livelli di pressione sonora) in prossimità di sistemi di generazione a turbina eolica. Queste procedure consentono di caratterizzare le emissioni di rumore di un aerogeneratore in relazione ad una gamma di velocità e direzioni del vento, utilizzando la curva di ponderazione A, la quale pesa i valori misurati di emissione sonora secondo le caratteristiche di sensibilità dell'orecchio umano alle differenti frequenze, ai fini del danno uditivo.
Nel caso di due tipologie di impianto di aerogeneratori presenti in Italia, è stata effettuata una campagna di misure nel 2009 dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), seguendo la normativa sopra indicata; tali rilevazioni dimostrano che, indipendentemente dal tipo di aerogeneratore, esiste una dipendenza lineare tra i livelli sonori misurati e la velocità del vento e, inoltre, che il contributo del vento al rumore complessivo non può essere trascurato, soprattutto nelle condizioni sottovento, che risultano le più critiche. I livelli di emissione sonora sono risultati, a circa 100 metri dall'aerogeneratore e sottovento, dell'ordine dei 50 decibel (A) che l'OMS riconosce in grado di provocare «sensazione di malessere» (annoyance).
In Italia, ai fini della tutela dell'ambiente relativamente al rumore prodotto dall'esercizio degli aerogeneratori, il riferimento è costituito dalla legge 26 ottobre 1995, n. 447 «Legge quadro sull'inquinamento acustico», e da alcuni successivi decreti (come il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 novembre 1997 «Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore»), a cui occorre aggiungere le regolamentazioni regionali.
Tali riferimenti normativi non prevedono le tecnologie in questione così come oggi sviluppate; in particolare l'ISPRA ha evidenziato la non completa attuabilità, per tali tecnologie, delle indicazioni riportate per la misura di impatto ambientale, preferendo l'uso delle indicazioni della norma CEI EN 61400-11 in attesa di future revisioni della normativa vigente.
Organismi internazionali si stanno interessando di definire le qualità spettrali del rumore emesso da aerogeneratori (ad esempio, il Centro di ricerca della NASA di Langley) e nuovi criteri di zonizzazione (ad esempio, nello stabilire una distanza di rispetto dalle abitazioni pari ad almeno 1500 metri per impianti superiori a 2,5 megawatt come proposto dall'accademia della medicina francese). Alcuni rapporti tecnico-scientifici suggeriscono come misura cautelativa una distanza di rispetto pari ad almeno 10-15 volte l'altezza dell'impianto, che può avere dimensioni che sfiorano i 100 metri di altezza.
Ulteriori rapporti scientifici internazionali (ad esempio, la conferenza biennale internazionale «Wind Turbine Noise») riportano l'«annoyance» durante il giorno e il disturbo notturno durante la notte, come gli effetti principali del rumore acustico emesso da aerogeneratori; quest'ultimo presenterebbe un particolare spettro in frequenza (anche con bassissime frequenze) e produrrebbe effetti o danni superiori al rumore acustico emesso da altre sorgenti (ad esempio, traffico da veicoli) con simili livelli misurati.
Le caratteristiche tipiche del rumore generato dagli aerogeneratori, in estrema sintesi, sono: la durata del rumore (24 ore senza interruzioni), la componente spettrale di bassa frequenza che non è contemplata in modo appropriato anche dalle norme che utilizzano la curva di ponderazione A usata per la protezione del solo udito, l'ubicazione di impianti singoli o a schiera in relazione alle caratteristiche delle sorgenti, dell'orografia e del vento, tenuto conto anche dei fenomeni di mascheramento uditivo.
Pertanto, l'Istituto superiore di sanità ritiene che sia necessario produrre evidenze oggettive degli effetti sulla salute dell'esposizione al rumore di aerogeneratori, determinare criteri appropriati di misura del rumore acustico delle sorgenti in oggetto, nonché determinare criteri di zonizzazione aggiornati, che tengano conto della peculiarità orografica del territorio italiano e delle caratteristiche specifiche delle stesse sorgenti.

Il Ministro della salute: Renato Balduzzi.