BOSSA. -
Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali.
- Per sapere - premesso che:
dal 1
o gennaio 2012 è entrato in vigore il nuovo sistema per il contrasto alla pesca illegale che prevede l'istituzione di una licenza a punti per i pescatori;
il nuovo sistema, simile ma non uguale a quello della patente a punti per gli automobilisti, prevede che ogni volta che un soggetto titolare di licenza di pesca commetta un'infrazione riceva dei punti di demerito sulla licenza, fino al raggiungimento di alcune soglie che faranno scattare sanzioni gravi, che si aggiungono a quelle già previste in sede pecuniaria e amministrativa;
le circostanze che determinano assegnazione dei punti di demerito sono dodici; tra le più importanti c'è il divieto di pescare esemplari sottotaglia (5 punti); mancato rispetto della distanza minima dalla costa (6 punti); divieto di utilizzare reti o attrezzi non regolamentari (4 punti);
a quota 18 punti la licenza viene sospesa per 2 mesi, mentre se si raggiunge quota 90 la licenza di pesca verrà ritirata definitivamente e inderogabilmente, con la successiva cancellazione del peschereccio dall'archivio licenze;
il sistema va sicuramente nella direzione di una maggiore serietà dei controlli, a favore degli stessi pescatori onesti, che rispettano le regole, e che così non devono subire la concorrenza di chi commette abusi e illegalità; tuttavia, agire sulla licenza, e non sulla patente, mette a rischio più l'attività economica, il suo valore, i posti di lavoro che non chi commette materialmente l'infrazione; questo dato crea apprensione e preoccupazione nel settore;
gli oltre 13 mila pescherecci della flotta italiana sono chiamati, del resto, già al rispetto di molte norme, spesso onerose, come uno stringente regolamento che per i pescherecci superiori ai quindici metri prevede un doppio sistema di controllo, come il controllo satellitare (blue box) e un sistema di identificazione automatica (A.I.S.); due sistemi che hanno le medesime funzioni e che però determinano un doppio carico di oneri finanziari a carico dei pescatori;
per i pescherecci superiori ai 12 metri, inoltre, è previsto l'obbligo di trasmettere con cadenza giornaliera determinate informazioni (giornale di bordo elettronico), prima dell'ingresso in porto. Operazione particolarmente gravosa per le imbarcazioni sotto i 15 metri che difficilmente possono tenere a bordo computer. Inoltre c'è il problema di notificare preventivamente, quattro ore prima dell'ingresso in porto, il proprio arrivo. Ciò, per le imbarcazioni impegnate in zone poco distanti dalla costa, significherebbe il doversi fermare in prossimità dei porti per attendere che trascorrano le quattro ore di tempo dall'invio dei dati. Inoltre il regolamento moltiplica inutilmente gli adempimenti con l'obbligo di notificare più volte le stesse informazioni ai medesimi soggetti;
a fronte di norme così stringenti manca da tempo una strategia di rilancio dell'intero comparto, con un progetto di conversione, di misure di sostegno, di pulizia del mare, di valorizzazione di nuovi segmenti come il pesca turismo;
mancano da molti anni investimenti e politiche mirate per sostenere un settore che crea lavoro e ricchezza -:
se sia a conoscenza delle problematiche esposte in premessa;
se, e come, intenda intervenire in merito;
se e come il Governo intenda affrontare i nodi strutturali che rallentano la crescita del settore pesca nel nostro Paese, e mettono a rischio il lavoro e le attività dei 13mila pescherecci della flotta italiana.
(4-14661)