ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14613

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 575 del 24/01/2012
Firmatari
Primo firmatario: TORRISI SALVATORE
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 24/01/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 24/01/2012
Stato iter:
26/04/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 26/04/2012
DE STEFANO CARLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 26/04/2012

CONCLUSO IL 26/04/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14613
presentata da
SALVATORE TORRISI
martedì 24 gennaio 2012, seduta n.575

TORRISI. -
Al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:

nei giorni scorsi il territorio della Sicilia ha visto una serie di manifestazioni di protesta legate allo sciopero organizzato dai cosiddetti movimenti «forza d'urto» e «dei forconi». I manifestanti hanno agito anche attraverso blocchi stradali, non solo lungo le principali arterie viarie statali, ma anche nelle strade secondarie e, in diversi casi, anche in strade urbane. Come nel caso di Paternò, città di cinquantamila abitanti in provincia di Catania, dove i diversi presidi di manifestanti hanno bloccato per giorni, e senza alcuna interruzione, ogni via di accesso da e verso il centro abitato, non consentendo il passaggio veicolare dei cittadini che dovevano spostarsi per recarsi al lavoro o per altri motivi, e chiedendo agli stessi addirittura le motivazioni per cui stavano andando fuori città. In questi casi, si è assistito a forme coercitive da parte dei manifestanti verso la popolazione, la quale ha dovuto subire impotente, e senza alcun aiuto esterno, la volontà dei manifestanti. Gli stessi cittadini di Paternò hanno osservato, tra l'altro, che tra i manifestanti che hanno creato i blocchi, erano presenti persone non appartenenti alle categorie di coloro che hanno aderito allo sciopero, e addirittura soggetti infiltrati con precedenti penali. Oltre alla violenza psicologica con la quale i cittadini si sono visti «ostaggio» all'interno della propria città, a giudizio dell'interrogante «sequestrati» nella loro libertà di movimento e nelle mani di pochi individui, il blocco del transito di tutti i mezzi di trasporto ha generato gravi disagi allo svolgimento delle attività quotidiane;

tutto si è bloccato, la normale vita dei cittadini ha subito una battuta d'arresto come mai si era visto, con danni e ripercussioni anche sull'economia. Oltre al blocco delle attività lavorative, sono mancati gli approvvigionamenti dei carburanti, dei generi alimentari e di altri beni, e in molti casi la chiusura delle attività di esercizi commerciali è stata obbligata; pertanto, la manifestazione è degenerata, ad avviso dell'interrogante, in forme in cui il limite tra il lecito e l'illecito è stato più volte superato, e dove gli altrui diritti alla libertà personale e collettiva sono stati violati. Fermo restando che, le motivazioni generali dello sciopero indetto possano essere state valide, le forme di manifestazioni attuate hanno rischiato di mettere a repentaglio lo stesso ordine pubblico con pericoli per la sicurezza -:

quali siano i motivi per cui in tale situazione di forti disagi e pericoli per la popolazione non sono state adottate tutte le misure necessarie per riportare la situazione alla normalità, e perché i cittadini oggetto di azioni, anche illegali, sono stati lasciati in balia degli eventi dettati dai suddetti manifestanti. (4-14613)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata giovedì 26 aprile 2012
nell'allegato B della seduta n. 626
All'Interrogazione 4-14613 presentata da
SALVATORE TORRISI

Risposta. - Le manifestazioni poste in essere dagli autotrasportatori siciliani, sono state indette in segno di protesta contro la grave crisi che attraversa il comparto.
Su questi fatti il Ministro dell'interno ha reso un'informativa in aula Senato il 24 gennaio 2012.
Come ha riferito il Ministro in quell'occasione, l'intervento dei prefetti, dei questori, dei responsabili di tutte le forze dell'ordine, che hanno curato e coordinato gli interventi, e l'attenta azione di mediazione posta in essere hanno scongiurato ripercussioni ancor più pesanti sul piano dell'ordine e della sicurezza pubblica e per l'incolumità dei cittadini.
L'adozione delle misure di prevenzione ha garantito l'ordine e la sicurezza pubblica, nel rispetto sia del diritto ad esprimere la protesta nelle forme costituzionalmente corrette da parte dei manifestanti, sia del diritto alla mobilità e ad usufruire dei servizi essenziali da parte dei cittadini.
Il 19 dicembre scorso l'associazione imprese autotrasportatori siciliani (Aias) ha comunicato alla commissione di garanzia sul diritto di sciopero di aver indetto il fermo del settore autotrasporto dal 16 al 20 gennaio, con la creazione di punti di sensibilizzazione presso snodi viari, porti e insediamenti industriali. Al riguardo la predetta commissione ha richiamato il codice di autoregolamentazione dell'esercizio del diritto di sciopero nel settore dell'autotrasporto per conto terzi del 20 giugno 2001.
Più in generale, le manifestazioni di protesta sono state espressione della mobilitazione posta in essere, anche in forma estemporanea, dalle varie sigle sindacali del settore, nonché dal movimento «forza d'urto» (composto dagli autotrasportatori dell'Aias, presieduto dal signor Giuseppe Richichi, e da pescatori, produttori e agricoltori aderenti al cosiddetto movimento dei forconi), unitamente ad altre associazioni di categoria del mondo produttivo regionale, con l'adesione, in taluni casi, di gruppi di studenti.
Si sono uniti alle dimostrazioni anche le marinerie di Santa Flavia (Palermo), di Sant'Agata di Militello (Messina) e di Catania; gli edili dell'agrigentino, in particolare a Licata; i tassisti palermitani e catanesi, oltre a numerosi comitati «spontanei» di sostegno, cui aderiscono comuni cittadini, per esprimere il malcontento per l'andamento generale dell'economia e l'aumento di prezzi e tariffe.
A dare appoggio alle iniziative dei «forconi» si sono aggiunti anche esponenti dei movimenti indipendenti siciliani, che hanno chiesto l'adozione di agevolazioni fiscali per l'isola.
A Palermo, peraltro, è stata notata la concomitante presenza alle manifestazioni di appartenenti a sodalizi extraparlamentari di opposta tendenza politica.
Nei giorni precedenti l'inizio della protesta, presso le singole prefetture siciliane e in raccordo con quelle di Palermo e Catania, si sono svolte riunioni delle autorità provinciali di pubblica sicurezza e dei rappresentanti delle forze dell'ordine, allargate alla partecipazione dei rappresentanti dei vigili del fuoco, della protezione civile, della sanità e della polizia stradale.
Nell'occasione sono stati predisposti piani volti a garantire il diritto di manifestare, senza pregiudicare oltremodo il regolare svolgimento delle ordinarie attività cittadine. Sono stati altresì programmati mirati e specifici servizi da parte delle forze di polizia, in costante raccordo operativo, con il fine di prevenire azioni illegali nello svolgimento delle manifestazioni e garantire la continuità dei servizi essenziali.
Le proteste si sono articolate, per la quasi totalità, in forma di presidio in prossimità dei principali porti e di numerosi svincoli stradali e autostradali siciliani, nonché davanti ad alcune aree industriali, con la presenza anche di camion e mezzi agricoli, che hanno provocato il rallentamento del traffico veicolare e, in taluni casi, l'impedimento del transito dei mezzi pesanti.
La protesta non ha mancato di provocare disagio alla libera circolazione delle persone e delle merci, con problemi nell'approvvigionamento di carburante e di generi alimentari. In particolare, i depositi costieri di carburante sono risultati adeguatamente forniti, ma la consegna ai distributori è stata effettuata solo grazie alla scorta delle forze di polizia. Questa situazione ha provocato preoccupazione nella collettività per le difficoltà di approvvigionamento.
L'accorto intervento degli operatori delle forze di polizia e dei comandi delle polizie locali ha tuttavia consentito di superare momenti di eccessiva tensione.
La situazione è stata attentamente monitorata dalle prefetture della Sicilia, che si sono mantenute in costante e reciproco contatto ed hanno garantito la tempestiva ed efficace comunicazione di notizie fra tutti i soggetti coinvolti.
Per arrivare ad una cessazione anticipata della protesta, il 19 gennaio, presso la sede della Regione siciliana, si è svolto un incontro, presieduto dall'onorevole Lombardo, con i rappresentanti del comitato «Forza d'urto», gli assessori regionali alle risorse agricole e alimentari e all'energia e servizi di pubblica utilità, e i prefetti di Palermo e Catania.
Per affrontare le difficoltà il Ministero dell'interno ha posto in essere alcuni interventi operativi.
È stata programmata un'intera serie di servizi preventivi coordinati dal centro situazioni della segreteria del dipartimento della pubblica sicurezza dove è stata attivata la sala ordine pubblico - con la partecipazione di rappresentanti dei comandi generali dell'Arma dei carabinieri e della guardia di finanza - con il compito di seguire le manifestazioni di protesta.
È stata costituita, inoltre, un'unità dedicata, all'interno della sala operativa del servizio Polizia stradale, per il costante monitoraggio delle criticità su strade e autostrade, ed è stato preallertato, presso il dipartimento della pubblica sicurezza, allorquando le manifestazioni hanno assunto un contesto nazionale, il centro di coordinamento nazionale «Viabilità Italia».
Presso le prefetture della regione sono state attivate unità di crisi per il monitoraggio degli eventi ai fini della predisposizione di ogni intervento utile ad evitare situazioni pregiudizievoli. Le iniziative intraprese hanno assicurato i rifornimenti di carburante volti a garantire i servizi pubblici essenziali, la raccolta dei rifiuti solidi urbani, l'approvvigionamento per i presidi ospedalieri e gli aeroporti.
In ragione delle tensioni createsi nei luoghi di distribuzione del carburante tra i cittadini in coda per il rifornimento delle proprie autovetture nonché dei timori manifestati dai gestori dei distributori, è stato altresì garantito, con presidi delle polizie municipali, lo svolgimento pacifico delle operazioni di approvvigionamento.
Particolare attenzione è stata rivolta alla sicurezza delle industrie a rischio, soprattutto con riguardo al polo petrolchimico di Siracusa e alle raffinerie di Gela, dove, comunque, si sono verificati ritardi nei cambi turno dei dipendenti che hanno determinato notevoli disagi per le direzioni degli stabilimenti.
È stata, anche, intensificata l'attività antisciacallaggio a tutela dei consumatori per prevenire eventuali ingiustificati aumenti dei prezzi e per impedire l'immissione in commercio di prodotti alimentari alterati o non più idonei al consumo. È stata, inoltre, potenziata l'attività di vigilanza sui tentativi intimidatori nei confronti degli esercizi commerciali che non intendevano aderire alla manifestazione.
A partire dal 21 gennaio, anche grazie all'attività delle forze dell'ordine, si è via via registrato uno sfaldamento del fronte della protesta con la conseguente decisione del rappresentante del movimento dei forconi di sospendere le manifestazioni.
Per garantire la circolazione dei mezzi pesanti, su richiesta del prefetto di Catania, il presidente della camera di commercio ha adottato una delibera per la deroga ai turni e agli orari dei rifornimenti di carburante. A Palermo, il prefetto e il questore sono intervenuti nei confronti dei manifestanti presso il presidio attivo al varco portuale, consentendo pacificamente l'uscita di tutti i mezzi pesanti carichi di derrate dirette alla distribuzione commerciale.
Dalla notte del 22 gennaio è iniziato il fermo su scala nazionale degli autotrasportatori, con presìdi effettuati in varie province.
La protesta si è estesa ad altre Regioni italiane dando luogo a presidi estemporanei, con maggiori criticità in Campania.
Per fronteggiare la situazione sono state impiegate dalle forze di polizia, su tutto il territorio nazionale, 1.160 unità di rinforzo.
La mirata attività di mediazione svolta nell'occasione ha avuto un ruolo fondamentale nella gestione della protesta, riuscendo ad evitare l'innalzamento del livello delle contestazioni e ulteriori disagi per la popolazione.

Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Carlo De Stefano.