ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14468

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 569 del 12/01/2012
Firmatari
Primo firmatario: EVANGELISTI FABIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 12/01/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 12/01/2012
Stato iter:
26/04/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 26/04/2012
DASSU' MARTA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 26/04/2012

CONCLUSO IL 26/04/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14468
presentata da
FABIO EVANGELISTI
giovedì 12 gennaio 2012, seduta n.569

EVANGELISTI. -
Al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:

in un interrogazione del 7 settembre 2011 (n. 4-13141), l'interrogante poneva la questione dell'oppressione politica in Ungheria a opera di un Governo - quello presieduto da Viktor Orban - che conculca i diritti delle minoranze politiche ed etniche, con chiare inclinazioni nazi-fasciste e antisemite;

una risposta a tale atto di sindacato ispettivo è pervenuta alla fine del mese di settembre per la firma del sottosegretario pro-tempore Mantica;

la risposta è stata dunque tempestiva ma assolutamente insoddisfacente;

nell'atto di sindacato ispettivo si dava conto dei dubbi sul carattere democratico della situazione politica e sociale ungherese e si sosteneva che da una dittatura della maggioranza si stesse passando a una dittatura tout court, con la persecuzione degli ebrei, dei rom, dei non ungheresi e con l'assoggettamento di tutte le autorità indipendenti;

nella risposta dell'onorevole Mantica si invitava l'interrogato a stare tranquillo, giacché la coalizione nazionalista di destra al Governo ha riportato la maggioranza qualificata dei seggi in Parlamento dopo le elezioni. Anche Mussolini e Hitler avevano vinto un passaggio elettorale e così Fujimori in Perù. Il problema che l'interrogazione poneva era se - dopo le elezioni - si fosse usato il proprio potere per conculcare i diritti delle minoranze e delle persone in genere;

è per questo che il sottoscritto interrogante è dovuto tornare sull'argomento con l'atto (n. 4-14229) per segnalare diversi episodi inquietanti tra cui i funerali tributati con gli onori militari a un criminale di guerra nazista (Sandor Képiro, un ufficiale della gendarmeria ungherese, collaborazionista e assassino di migliaia di ebrei);

a tale atto non è ancora pervenuta risposta;

nel frattempo - oltre all'Economist che da molti mesi fa un'analisi preoccupata delle politiche di Victor Orban, un personaggio dai modi e dalle strategie inquietanti - anche Le Monde dedica da molti giorni (vedi per esempio le edizioni del 30 e del 31 dicembre 2011 e del 3 e 4 gennaio 2012) ampio risalto ai fatti d'Ungheria, con da ultimo la notizia assurda del 4 gennaio 2011: mentre nella piazza antistante al teatro nazionale molte migliaia di persone protestavano e manifestavano il loro dissenso sia contro le novità istituzionali sia contro le concrete politiche, economica e sociale, di Orban che hanno fatto registrare sinora solo un aumento del debito pubblico sia un netto peggioramento del cambio del fiorino ungherese contro l'euro, Orban stesso celebrava grottescamente all'interno del teatro l'entrata in vigore della nuova Costituzione. Tali notizie da qualche giorno fanno finalmente capolino anche sugli organi d'informazione italiani;

la nuova Costituzione altera del tutto l'equilibrio dei poteri: l'ambito di sindacato della Corte costituzionale ungherese è stato ristretto e la nuova legislazione ha anche ristretto l'ambito del controllo contabile delle corti indipendenti. È stato anche cambiato il meccanismo di nomina del membro ungherese del board della Banca centrale europea, tanto che la stessa Banca centrale da Francoforte ha espresso la sua formale preoccupazione;

che recenti sondaggi diano in calo il partito di Orban non tranquillizza affatto i sinceri democratici, che vedono un Paese amico attanagliato dal peggior regime politico dal 1989 a oggi. Tanto più che, per rimediare al calo nei sondaggi, Orban ha fatto approvare una legge elettorale «truffa» per cui gli basterebbe il 30 per cento dei suffragi per ottenere la maggioranza assoluta dei seggi nelle prossime elezioni;

è per questo che finalmente, in data 5 gennaio 2012, i gruppi del Parlamento europeo socialista democratico e liberal-democratico hanno proposto l'adozione di sanzioni nei confronti dell'Ungheria come fu per l'Austria di Haider -:

se risulti che per la precedente risposta all'interrogazione del 7 settembre 2011 siano state compulsate le fonti diplomatiche e, in caso positivo, quali precise notizie queste abbiano fornito sulle persecuzioni degli oppositori;

se il Ministro interrogato intenda svolgere proprie e nuove valutazioni sulla situazione ungherese e quali ulteriori informazioni intenda assumere;

quali iniziative di politica estera e in sede europea intenda il nuovo Ministro promuovere.(4-14468)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata giovedì 26 aprile 2012
nell'allegato B della seduta n. 626
All'Interrogazione 4-14468 presentata da
FABIO EVANGELISTI

Risposta. - Come noto l'approvazione di una nuova legge fondamentale costituiva uno dei punti qualificanti del programma elettorale della coalizione di centrodestra Fidesz-KNDP, che alle elezioni dell'aprile del 2010 ha ottenuto un vasto mandato popolare, conquistando i 2/3 dei seggi dell'assemblea nazionale. La nuova legge fondamentale, entrata in vigore il 1o gennaio 2012, ha sostituito la Costituzione precedente che, sia pure con emendamenti introdotti dopo il 1989, era ancora quella approvata nel 1949, all'inizio del protettorato sovietico e del regime comunista.
Il processo di stesura del testo ha suscitato aspre polemiche con gran parte dell'opposizione che si è ritirata dalla commissione preparatoria.
Il processo costituzionale si compone anche di una serie di «leggi cardinali» (leggi-quadro) volte a regolamentare i settori di maggior importanza: organi costituzionali e di controllo, giustizia, autonomie locali, legislazione in materia elettorale, penale e del lavoro, banca centrale. Molte sono state varate entro la fine del 2011, in vista dell'entrata in vigore della nuova legge fondamentale.
Nella fase di preparazione del nuovo testo costituzionale, il governo magiaro ha mantenuto il dialogo con il Consiglio d'Europa e, segnatamente, con la commissione di Venezia, che ha svolto varie missioni nel Paese. La commissione, su incarico dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, ha emesso un parere in merito alla nuova costituzione ungherese il 20 giugno 2011, a seguito di uno studio realizzato da un gruppo di relatori ad hoc che hanno visitato il Paese a maggio.
Accanto a valutazioni positive, sono state espresse perplessità in termini tanto di metodologia costituzionale, quanto di sostanza giuridica. Più specificamente, la Commissione ha riconosciuto l'esigenza che l'Ungheria si dotasse di una nuova costituzione, traendo ispirazione dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo e dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Tuttavia, sono state confermate le preoccupazioni relative alle modalità di adozione del testo e all'elevato numero di materie da regolarsi tramite leggi-quadro (che richiedono un maggioranza di due terzi), tra cui risultano comprese sia questioni di cardinale importanza, sulle quali la Costituzione stessa dovrebbe contenere norme più specifiche, sia - al contrario - questioni generalmente decise a maggioranza semplice. A questo secondo proposito, la commissione sottolinea che l'uso estensivo della maggioranza «costituzionale» corre il rischio di pregiudicare la funzionalità di un corretto sistema democratico, impedendo (o limitando fortemente) alle future maggioranze la possibilità di regolare diversamente un cospicuo numero di questioni. La commissione di Venezia ha inoltre riscontrato determinati elementi che hanno destato preoccupazione e sui quali ha formulato osservazioni mirate. Tra questi, l'incertezza sulla natura (politica o anche giuridica) del preambolo, l'inclusione in esso di riferimenti storici e valori non unanimemente condivisi, la possibile limitazione di poteri della Corte Costituzionale su questioni tributarie e di bilancio, la formulazione incompleta della definizione del divieto di discriminazione (che non menziona l'orientamento sessuale), l'assenza di un'esplicita menzione dell'abolizione della pena di morte, nonché la previsione dell'ergastolo senza attenuanti.
Anche su impulso del Parlamento europeo, che ha approvato il 5 luglio 2011 una mozione presentata dai gruppi socialista-liberale-verdi-sinistra unita con la richiesta di una revisione della nuova Costituzione, la Commissione europea ha svolto un attento monitoraggio del processo costituzionale e legislativo ungherese, avendo con il governo di Budapest una serie di scambi comprendenti lettere del presidente Barroso e dei vice presidenti Reding (commissario alla giustizia, diritti fondamentali e cittadinanza) e Rehn (commissario agli affari economici e finanziari e all'euro).
Sulla base di questa analisi, il 17 gennaio scorso la Commissione dell'Unione europea ha avviato tre procedure d'infrazione riguardanti specifiche disposizioni contenute nelle leggi-quadro che hanno accompagnato l'entrata in vigore della Costituzione. Le lettere di messa in mora riguardano: l'indipendenza della banca centrale; l'età pensionabile dei magistrati; l'indipendenza dell'autorità garante dei dati personali.
La presidenza danese in esercizio, nel prendere atto delle preoccupazioni suscitate da alcune disposizioni della nuova costituzione ungherese, ha ricordato il dovere degli Stati membri di rispettare e rispondere alla regole dei Trattati. La presidenza ha quindi ribadito il pieno sostegno alle procedure già avviate dalla commissione.
Il primo Ministro Orban, il 18 gennaio, ha inviato una lettera di apertura al Presidente della commissione Barroso ed effettuato un intervento al Parlamento europeo in cui ha ribadito la volontà di voler collaborare per una soluzione.
Il 24 gennaio il presidente Barroso ha incontrato il primo Ministro ungherese a Bruxelles. Il Presidente della commissione ha definito il colloquio costruttivo e ha segnalato la disponibilità di Orban ad affrontare rapidamente le questioni sollevate dalla commissione. I servizi di quest'ultima stanno già lavorando in questo senso con le autorità ungheresi. Il Presidente Barroso ha inoltre ribadito la necessità che gli Stati membri rispettino sia la lettera che lo spirito della legislazione dell'Unione europea, aggiungendo che vi sono più ampie preoccupazioni di ordine politico cui il Governo magiaro è chiamato a rispondere.
Il 17 febbraio, la commissione ha ricevuto risposta alle tre procedure d'infrazione avviate ed ha indicato l'intenzione di condurre un'analisi giuridica per valutare se il Governo ungherese abbia preso misure appropriate e concrete per assicurare la compatibilità della legge ungherese con i Trattati europei.
L'azione della commissione dell'Unione europea continua a essere sostenuta dal Parlamento europeo, che il 16 febbraio ha approvato una nuova mozione presentata dai gruppi socialista-liberale-verdi-sinistra unita con cui s'invita il Governo di Budapest a conformarsi alle raccomandazioni della Commissione europea, oltreché a quelle del Consiglio d'Europa e della commissione di Venezia. La Risoluzione chiede anche di verificare se esistano le condizioni per avviare una procedura ai sensi dell'articolo 7 del Trattato sull'Unione europea.
Circa la condizione delle opposizioni, si tiene a specificare che l'esecutivo guidato da Viktor Orban ha pubblicamente rifiutato i programmi del partito di estrema destra Jobbik, caratterizzato da slogan di aperta avversione contro le minoranze etniche e religiose. È stata approvata una nuova legge contro i reati di associazione paramilitare e incitamento all'odio. La comunità ebraica non è soggetta a discriminazioni. Quale presidente di turno dell'Unione europea (primo semestre del 2011), l'Ungheria, già allora retta dall'attuale esecutivo, è stata promotrice della strategia dell'Unione europea d'integrazione dei rom.
L'Italia, quale membro fondatore dell'Unione europea, è impegnata nella difesa dei principi e dei valori fondamentali su cui è basato l'intero processo d'integrazione europea e si riconosce pienamente nelle decisioni e iniziative promosse dalla commissione e dalla presidenza danese di turno del consiglio.
Nel loro incontro del 16 febbraio, il Ministro Terzi ha ribadito al suo omologo Martonyi l'aspettativa italiana di un costruttivo approccio comunitario come strada maestra per chiarire e risolvere le questioni aperte.
Quindi, il Governo conta che le recenti iniziative della commissione e della presidenza possano condurre a soluzioni condivise, assicurando cioè che la legislazione ungherese e la sua attuazione avvengano secondo modalità in linea con i principi democratici dell'Unione. In questo senso, esprime apprezzamento per l'intenzione, ripetutamente manifestata dal governo ungherese, di cercare il consenso delle Istituzioni europee nell'attuazione delle nuove disposizioni costituzionali, modificando norme in contrasto con la normativa europea.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Marta Dassù.