BITONCI. -
Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:
il settore dell'agroalimentare è per il nostro Paese una ricchezza significativa, sia come patrimonio di tradizioni e cultura, sia dal punto di vista economico, in ragione soprattutto del fatto che il settore rappresenta, nel suo insieme, quasi il 16 per cento del prodotto interno lordo annuale in Italia;
i numerosi primati detenuti dagli operatori del settore, come quello relativo alla quantità di vino prodotto annualmente o la qualità degli stessi, fanno dell'Italia il leader mondiale indiscusso nell'agroalimentare, e la valenza del settore è tale che in questi ultimi anni si sono diffuse in tutto il territorio nazionale degli specifici eventi e delle manifestazioni finalizzati a sostenere i prodotti tipici di un territorio e denominati «prodotti a km zero»;
la concorrenza contro le tipicità italiane si evidenzia molto spesso in modo illegale con la commercializzazione di prodotti che sottolineano un luogo di origine e di produzione del prodotto non veritiero, traendo così in inganno il consumatore e danneggiando in modo rilevante sia l'immagine del prodotto originale, sia i livelli economici degli operatori italiani;
al fine di salvaguardare il settore e i suoi prodotti, il 4 agosto 2011 tutte le parti sociali, da Confindustria a Rete imprese Italia, da Coldiretti a Confagricoltura, oltre ad Abi e alle principali sigle sindacali, Cgil, Cisl e UIL, hanno sottoscritto un documento unitario per la definizione delle priorità sulle quali operare per rilanciare la crescita del settore, ponendo l'attenzione, in particolar modo, sulla attuazione di «politiche incisive finalizzate alla promozione e difesa del made in Italy di qualità quale leva competitiva del Paese, in grado di valorizzare il lavoro, il capitale ed il territorio italiano, sfruttando il potenziale di penetrazione commerciale all'estero delle imprese italiane»;
in più occasioni, il Governo si è impegnato a dare una piena e formale attuazione ad una serie di disposizioni, come quella della legge n. 4 del 2011 in materia di introduzione del principio di obbligatorietà dell'indicazione in etichetta dei prodotti alimentari del luogo di origine della materia prima agricola, o come quelle relative al finanziamento dei progetti all'estero in grado di scongiurare appropriazioni indebite delle denominazioni protette e impropri richiami all'origine italiana dei prodotti commercializzati;
la tutela e la valorizzazione dei prodotti agroalimentari, peraltro, era stata espressa e messa in evidenza a più riprese anche dal precedente Ministro Zaia, che si era tanto impegnato contro la lotta alla contraffazione e il potenziamento del made in Italy arrivando anche a sottoscrivere specifici accordi con le autorità cinesi;
è notizia delle ultime settimane che SIMEST s.p.a, società finanziaria di sviluppo e promozione delle imprese italiane all'estero e controllata dal Ministero dello sviluppo economico, destini parte delle proprie risorse, di natura pubblica, alla promozione e alla valorizzazione di prodotti alimentari assolutamente non italiani, determinando un blocco della crescita delle imprese italiane a causa della saturazione del mercato con prodotti non italiani ma e che inducono in errore il consumatore in fase di scelta dell'acquisto -:
se non ritenga opportuno assumere iniziative, nell'ambito delle proprie competenze, allo scopo di porre fine alla promozione da parte di SIMEST s.p.a. di prodotti non italiani, valorizzando invece, coerentemente con le linee strategiche assunte dal Governo precedente e con le disposizioni previste in malteria di made in Italy, prodotti tipici e le peculiarità agroalimentari regionali. (4-14248)