ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14188

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 560 del 14/12/2011
Firmatari
Primo firmatario: DE POLI ANTONIO
Gruppo: UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Data firma: 12/12/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 12/12/2011
Stato iter:
25/06/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 25/06/2012
PASSERA CORRADO MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 25/06/2012

CONCLUSO IL 25/06/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14188
presentata da
ANTONIO DE POLI
mercoledì 14 dicembre 2011, seduta n.560

DE POLI. -
Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali.
- Per sapere - premesso che:

il Paese si trova a vivere una profonda crisi economica. In molti evidenziano, in particolare, il made in Italy agroalimentare come straordinariamente efficace per accrescere la leva competitiva economica nazionale;

la Coldiretti ha puntualizzato quanto il brand Italia rappresenti una fortissima attrattiva per i consumatori di tutto il mondo e ha evidenziato il fenomeno dell'italian sounding che è in continua crescita tanto che oltre 60 miliardi di euro vengono sottratti ogni anno alla nostra economia. I nostri prodotti agroalimentari si trovano ormai sempre più preda di sofisticazioni e frodi. Pare evidente quanto la circolazione e la spinta diffusione di prodotti ingannevoli circa la vera origine geografica rappresentino un danno all'immagine della produzione agroalimentare nazionale, raggirando i consumatori che non vengono messi in condizione di scegliere in modo consapevole;

si assiste ormai da troppo tempo ad una vera e propria svendita dell'economia e dei nostri territori che ha fatto parlare, attraverso i vari organi di comunicazione, di una vera e propria «contraffazione di Stato». Questo fenomeno rappresenta fonte di grande preoccupazione per i consumatori e per le parti sociali che, attraverso un documento unitario del 4 agosto 2011, hanno chiesto di «attuare politiche incisive volte alla promozione e alla difesa del made in Italy per valorizzare all'Estero il lavoro, il capitale e il territorio italiano;

si rende urgente e necessario attuare il prima possibile una strategia tesa a contrastare questi fenomeni degenerativi denominati, per l'appunto, italian sounding che vanificano ingiustamente il sacrificio dei nostri operatori e abusano della credibilità italiana nei mercati internazionali;

l'italian sounding blocca ogni potenzialità di crescita delle imprese italiane a causa della «saturazione» del mercato con prodotti che richiamano qualità italiane senza essere di origine nazionale;

numerose sono state le manifestazioni di condivisione e di adesione giunte da parte dei rappresentanti di istituzioni, associazioni ed enti economici alla denuncia avanzata da Coldiretti su questa grave mancanza di tutela in un settore strategico italiano come quello agroalimentare, che ad oggi ancora non vede attuata, ad esempio, l'indicazione obbligatoria in etichetta dell'origine delle materie prime;

si è assistito alle iniziative della Coldiretti sul territorio nazionale che hanno sensibilizzato nelle varie realtà regionali, come quella veneta, la difesa, la valorizzazione, la tutela e la promozione all'estero dell'autentico made in Italy;

sono in molti ad attendere che il Governo agisca a tutela dei consumatori e delle imprese nazionali su questa delicata questione del made in Italy in generale e agroalimentare in particolare -:

quali iniziative intenda adottare il Governo per verificare i criteri con cui vengono scelti i progetti da finanziare in campo agroalimentare e se ritenga di porre un blocco agli attuali investimenti statali in attività di delocalizzazione di produzioni agroalimentari fonte di attività di concorrenza sleale;

in che modo si intenda valutare il danno sofferto dalle imprese nazionali a fronte dell'avvenuta occupazione di mercato da parte di imprese imitative dei nostri prodotti locali;

quali iniziative si intendano adottare a difesa delle aziende esportatrici italiane che agiscono in rappresentanza della nostra forza, cultura e tradizione. (4-14188)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata lunedì 25 giugno 2012
nell'allegato B della seduta n. 655
All'Interrogazione 4-14188 presentata da
ANTONIO DE POLI

Risposta. - L'Italian sounding rappresenta la forma più diffusa di concorrenza sleale e falso Made in Italy nel settore agroalimentare.
Sempre più spesso vengono utilizzati denominazioni geografiche, immagini e marchi che si richiamano all'Italia per reclamizzare e commercializzare prodotti che nulla hanno a che fare con la nostra realtà nazionale. Le aziende estere che utilizzano impropriamente tali segni distintivi adottano tecniche di mercato che inducono il consumatore ad attribuire ai prodotti commercializzati caratteristiche di qualità di cui in realtà sono privi, se confrontati con i veri prodotti. Tali comportamenti forniscono, pertanto, alle imprese estere un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza, associando indebitamente ai propri prodotti valori riconosciuti ed apprezzati dai consumatori stranieri e deprimendo le capacità di export delle imprese italiane.
I problemi economici e di immagine alla produzione e all'esportazione italiana di prodotti agroalimentari sono enormi. A livello mondiale si stima che il giro d'affari dell'Italian sounding sia di un valore di circa 60 miliardi di euro l'anno, superiore di 2,6 volte a quello delle esportazioni italiane di prodotti agroalimentari, pari a circa 23,3 miliardi di euro stimati nel 2009. Negli Stati Uniti e nel Canada la commercializzazione di prodotti falsi ha generato nel 2009 un fatturato di 24 miliardi di euro circa, nella proporzione di 1 prodotto falso su 9.
La Direzione generale di questo Ministero competente in materia di contraffazione, pur non trovandosi di fronte a un fenomeno di contraffazione in senso proprio, alla luce di queste evidenze e a tutela dell'export italiano dalla concorrenza sleale, si è impegnata per la costituzione di un'apposita Task Force, con la partecipazione sia dalla principale associazione di categoria di riferimento - Federalimentare -, sia delle altre Amministrazioni centrali competenti - Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Ministero degli affari esteri - sia degli enti ad esse collegati - Unioncamere, Assocamerestero e Ice. Dal luglio 2010, data di costituzione della suddetta Task Force, sono state avviate una serie di iniziative ed eventi, sia in Italia sia all'estero, al fine di valorizzare la qualità peculiare della produzione alimentare nazionale, guidare i consumatori nei mercati rilevanti per il settore, nonché promuovere i prodotti autentici italiani presso gli operatori specializzati locali, al fine di attivare un volano in grado di innestare la successiva diffusione del vero «Made in Italy».
Per l'anno 2011 è stato approvato un progetto ad hoc mirato al mercato canadese, a cui ha fatto seguito la stipula di una specifica convenzione tra il Ministero dello sviluppo economico, l'Ice e Federalimentare, con la finalità di promuovere e valorizzare i prodotti della filiera agroalimentare effettivamente di origine italiana. La scelta del Canada è stata dettata dal recente aumento dell'export dell'industria alimentare nazionale su tale mercato. Da ricordare, tra le varie attività, la partecipazione dell'Italia, quale Paese d'onore alla manifestazione Sial Canada - the north american market place; la realizzazione di seminari tematici, concordata con Federalimentare in base all'interesse manifestato dalle associazioni di settore, su: «Il modello alimentare italiano: i formaggi», «Il modello alimentare italiano: i salumi», «Il modello alimentare italiano: le conserve vegetali».
Per quanto concerne i finanziamenti rivolti alle imprese del settore, in particolare per quelle che intraprendono iniziative all'estero, le stesse possono avvalersi del sostegno offerto dalla temporanea partecipazione della Simest SpA, nonché di fondi pubblici da essa gestiti, al capitale di imprese estere costituite da imprenditori italiani per lo sviluppo di progetti di investimento che possono comprendere anche la produzione in loco.
La Simest SpA, costituita nel 1991, ai sensi della legge n. 100 del 24 aprile 1990, è infatti una società «finanziaria di sviluppo» pubblico-privata, partecipata al 24 per cento dalle principali banche italiane e al 76 per cento dalla Confindustria e dal Ministero dello sviluppo economico. Il suo scopo primario è di affiancare, attraverso l'utilizzo di strumenti tecnici e finanziari, le attività e gli investimenti internazionali delle imprese italiane, rafforzandone le capacità sui mercati internazionali. Ai sensi del decreto legislativo n. 143 del 1998, la società gestisce gli interventi di sostegno finanziario all'internazionalizzazione del sistema produttivo nazionale.
Nell'ambito delle iniziative sostenute attraverso la Simest, si evidenzia che non è prevista alcuna delocalizzazione, tra l'altro non consentita ai sensi dell'articolo 1 della legge n. 80 del 2005, mentre si producono effetti positivi sulla competitività delle aziende italiane e sull'occupazione in Italia. Infatti, in merito al piano di investimenti di detta società, la stessa acquisisce partecipazioni societarie in imprese italiane, al fine di migliorarne l'efficienza nei processi di internazionalizzazione che presentino programmi di sviluppo produttivo e/o di ricerca e di innovazione e che garantiscano il mantenimento delle capacità produttive interne.
Per una maggiore tutela del settore agroalimentare, nel mese di marzo 2012, è stata emanata una dettagliata direttiva alla Simest Spa. Tale direttiva è incentrata ad evitare che le aziende destinatarie di tali azioni di sostegno possano attuare sui mercati esteri pratiche sleali o ingannevoli, comunque riconducibili all'italian sounding, e ad assicurare una corretta e trasparente informazione al consumatore circa l'origine delle produzioni estere. Al fine, quindi, di tutelare la trasparenza dei mercati, tale direttiva prevede che la Simest, mediante opportuni interventi ordinamentali o organizzativi, revochi gli atti relativi a partecipazioni deliberate a favore delle imprese operanti nel settore agroalimentare nel caso in cui le società attivino pratiche commerciali tali da indurre in errore i consumatori sull'origine o sulla provenienza dei prodotti, ai sensi del decreto legislativo n. 206 del 2005. Allo stesso orientamento dovranno conformarsi gli organi di gestione dei fondi pubblici di intervento, la cui gestione è affidata alla stessa Società in relazione alla problematica sopradescritta.
A tutto ciò si aggiunge il costante impegno del Ministero ad intensificare le politiche di internazionalizzazione e di tutela del Made in Italy, nonché a promuovere iniziative condivise anche con altre amministrazioni per rafforzare l'export del settore agroalimentare.

Il Ministro dello sviluppo economico: Corrado Passera.