ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14129

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 556 del 01/12/2011
Firmatari
Primo firmatario: JANNONE GIORGIO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 01/12/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 01/12/2011
Stato iter:
25/06/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 25/06/2012
PASSERA CORRADO MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 25/06/2012

CONCLUSO IL 25/06/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14129
presentata da
GIORGIO JANNONE
giovedì 1 dicembre 2011, seduta n.556

JANNONE. -
Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
- Per sapere - premesso che:

ben il 24 per cento delle imprese italiane punta sulla sostenibilità ambientale, seppur in uno scenario economico di crisi, e il 38 per cento delle assunzioni fatte nel 2011 riguarda professionisti della green economy; l'economia verde in Italia interessa un'azienda su 4, cioè 370 mila imprese che, dal 2008 a oggi, hanno investito in prodotti e tecnologie a basso impatto ambientale. Addirittura, l'Italia risulta al primo posto in Europa, con il 55 per cento delle risorse totali impegnate nella green economy. Sono questi i dati principali del rapporto GreenItaly 2011, che Symbola e Unioncamere hanno presentato a Milano, alla presenza, tra gli altri di Stefano Boeri, assessore alla Cultura del comune di Milano, Alberto Meomartini, presidente di Assolombarda e Giuseppe Sala, amministratore delegato dell'Expo di Milano, a sottolineare come l'evento del 2015 ambisce a contraddistinguersi per pratiche di sostenibilità;

secondo i relatori, questa crisi si può vincere continuando a puntare su innovazione, qualità e sostenibilità. «Tre valori che, coniugati tra loro - ha spiegato Claudio Gagliardi, segretario generale di Unioncamere - consentono alle nostre imprese di intercettare le preferenze dei consumatori del mondo, di rendere i propri prodotti unici e non riproducibili, di fare efficienza puntando sulla creatività delle risorse umane e sull'uso responsabile delle risorse naturali». L'Italia ha forse saputo interpretare in maniera originale la green economy: nel nostro Paese, infatti, la vera forza delle imprese «green» non è solo nel prodotto finito, ma nella capacità delle singole aziende di integrare territorio e produzione, comprendendo tutte le fasi del processo produttivo, dalle risorse primarie alle emissioni finali. In pratica, in Italia si assisterebbe soprattutto - secondo il rapporto - alla riconversione in chiave ecosostenibile di comparti tradizionali dell'industria, più che allo sviluppo di settori innovativi legati alle rinnovabili o ad altri settori chiave. A testimoniarlo ci sono i numeri: oltre un terzo delle imprese che investono in tecnologie per la riduzione dell'impatto ambientale (il 34,8 per cento) opera all'estero - quota quasi doppia rispetto a quella rilevata per le aziende che non puntano sulla sostenibilità ambientale (meno di 2 su 5, pari al 18,6 per cento). Tanto che, entro la fine del 2011, queste imprese prevedono nuove assunzioni, addirittura al Sud. Ma c'è un altro dato che lascia positivamente sorpresi: la classifica regionale per incidenza delle imprese «green» sul totale, infatti, vede in testa il Trentino Alto Adige, seguito da Valle d'Aosta, Molise, Abruzzo e Basilicata. Segno che dalla sostenibilità può anche arrivare un rilancio per l'economia del Mezzogiorno;

dati alla mano, sono state soprattutto le medie imprese (quelle dai 20 ai 499 dipendenti) a investire su prodotti e tecnologie a maggior risparmio energetico e a minor impatto ambientale. La parte più importante la fa il settore manifatturiero, dove la quota di imprese che realizzano investimenti in sostenibilità sfiora il 28 per cento. Per quanto riguarda l'agricoltura, invece, basti ricordare che l'Italia è il Paese al primo posto in Europa per numero di aziende che hanno scelto il metodo di produzione biologico ed è anche il maggior esportatore mondiale di prodotti biologici. Esempi positivi emergono tuttavia in tutti i maggiori settori produttivi: la concia, la carta, la ceramica, il legno-arredo, la nautica, l'edilizia, il tessile. Una crescita dunque che si collega alle eccellenze del made in Italy che offre prospettive concrete, come quelle legate all'Expo, «momento di traguardo - sintetizza Boeri - di una conversione ecologica di Milano e dell'intero paese». Proprio durante il periodo dell'Expo, verranno realizzati progetti di sostenibilità ambientale ed energetica per promuovere quei primati imprenditoriali italiani che «nonostante il periodo di crisi non sono in declino, soprattutto in Lombardia»;

la green economy si, conferma dunque un fattore propulsivo della competività: in tempi di cassa integrazione e di licenziamenti, le 116 mila imprese che investono in tecnologie green prevedono, entro la fine dell'anno, 344 mila nuove assunzioni, per lo più a tempo indeterminato, nei settori della bioedilizia e delle costruzioni. Ciò vuol anche dire che bisogna ripensare la formazione professionale perché, nonostante l'offerta appaia ricca (soprattutto per il numero di strutture e atenei che propongono corsi e master in green economy), in realtà si evidenzia un disallineamento tra i bisogni professionali delle imprese e le competenze disponibili. Un gap che lascia intravedere il rischio di guadagni facili e pochi risultati;

«La green economy - puntualizza Marco Frey, docente di economia alla Scuola Superiore S. Anna di Pisa - è un campo in cui c'è bisogno di sistematicità: il rischio, altrimenti, è che rimanga soltanto uno slogan, mentre è necessario che i business models si trasformino in un'ottica di impresa». Un concetto che anche Legambiente condivide, confermando come, almeno nello scenario della green economy, voci differenti e spesso opposte convergano tutte all'unisono. «La green economy - precisa Andrea Poggio, vicedirettore nazionale di Legambiente - non è un settore di nicchia, c'è la capacità del sistema Italia di rispondere positivamente anche a fronte di una carenza di incentivi. Servono però politiche industriali per valorizzare le eccellenze, fare rete e riuscire a competere nel mondo». Un campo nel quale l'Italia ha le potenzialità per farcela, anche in un momento critico come quello attuale -:

quali interventi i Ministri intendano adottare al fine di incentivare le imprese italiane ad adottare una policy aziendale volta alle esigenze e ai dettami delle green economy.(4-14129)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata lunedì 25 giugno 2012
nell'allegato B della seduta n. 655
All'Interrogazione 4-14129 presentata da
GIORGIO JANNONE

Risposta. - L'interrogante evidenzia l'importanza della green economy e delle politiche volte ad incentivarla tanto ai fini occupazionali, quanto per la realizzazione di un equilibrato sistema produttivo nazionale.
In particolare, sottolinea come, secondo il rapporto GreenItaly 2011, presentato da Unioncamere e Symbola, in Italia si assisterebbe alla riconversione in chiave ecosostenibile del made in Italy soprattutto in comparti tradizionali dell'industria come il settore manifatturiero, con opportunità di sviluppo di nuovi processi e nuovi prodotti e ricadute positive, in termini di quantità e qualità, sull'occupazione anche nel Mezzogiorno.
Inoltre, osservata l'importanza di continuare a puntare su innovazione, qualità e sostenibilità, l'interrogante rileva la carenza di incentivi a favore del settore e segnala la necessità di politiche industriali per valorizzare le eccellenze, fare rete e sviluppare la competitività delle imprese.
Alla luce di tali premesse, si chiede di conoscere quali interventi il Ministro dello sviluppo economico intenda adottare al fine di incentivare le imprese italiane ad adottare una policy aziendale volta alle esigenze e ai dettami delle green economy.
Le politiche nazionali attuate fino ad oggi, volte allo sviluppo sostenibile, all'innovazione, allo sviluppo delle fonti rinnovabili e all'efficienza energetica hanno consentito il miglioramento della performance italiana a livello europeo e mondiale, complice anche il rallentamento della crescita economica, permettendo di avviare la riconversione del sistema produttivo e dei servizi energetici attraverso l'adozione di tecnologie più innovative.
Con riguardo agli strumenti incentivanti, il Ministero dello sviluppo economico sta accentuando l'attenzione che finora è stata dedicata alle ricadute industriali e produttive delle politiche di sostegno a favore delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica, nella convinzione che siano settori strategici per rilanciare crescita sostenibile.
Con specifico riguardo al Mezzogiorno, il Ministero partecipa al programma comunitario sulle energie da fonti rinnovabili «Poi energia» e ha competenze sulle attività di cui ai punti 1.1, 1.2 e 2.1 del predetto programma, indirizzate in modo specifico alle imprese.
Tali attività vengono descritte come segue.

Attività 1.1: «interventi di attivazione di filiere produttive che integrino obiettivi energetici e obiettivi di salvaguardia dell'ambiente e sviluppo del territorio».

L'attività si esplica attraverso la realizzazione di impianti per la produzione di energia elettrica e termica utilizzando la biomassa. Gli interventi riguarderanno progetti che introducono modelli organizzativi e gestionali di tipo innovativo e ricomprendendo l'intera filiera delle biomasse.
A tale prima linea di attività è stata data recentemente attivazione con il decreto del 13 dicembre 2011, che prevede una dotazione finanziaria pari a 100 milioni di euro.
Dal 19 marzo 2012 è possibile presentare le domande di agevolazione per il bando biomasse. Dal monitoraggio della procedura telematica di inoltro risulta che le domande in corso di rilevazione sono circa 120.
Inoltre è in corso di registrazione un provvedimento di modifica del sopra citato decreto, destinato a favorire una maggiore accessibilità del bando; da un parte, si abbassa la potenza nominale minima da > 1 a > di 0,65 MWT elettrici, dall'altra, si consente di accedere anche alle società cooperative.

Attività 1.2: «interventi a sostegno dello sviluppo dell'imprenditoria collegata alla ricerca e approvazione di tecnologie innovative nel settore delle fonti rinnovabili».

Gli interventi ricompresi in questo ambito sono rivolti alla realizzazione di componenti per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Con il decreto del Ministro dello sviluppo economico del 6 agosto 2010 è stato attivato tale intervento, con una dotazione finanziaria pari a 200 milioni di euro.

Attività 2.1: «interventi a sostegno dell'imprenditorialità collegata al risparmio energetico con particolare riferimento alla creazione di imprese e alle reti».

Gli interventi consistono nello sviluppo di tecnologie per l'efficienza energetica, materiali e componentistica per l'edilizia che concorrono a ridurre i consumi nei settori residenziali e terziario in modo da innalzare gli standard di qualità.
Con il sopra citato decreto è stato attivato anche il bando relativo all'attività 2.1, con una dotazione finanziaria pari a 100 milioni di euro.
Sempre in relazione alle medesime attività, è stata anche incrementata la dotazione del Fondo di garanzia di cui all'articolo 2, comma 100, lettera a) della legge 23 dicembre 1996, n. 662, per un importo complessivo di 45 milioni di euro.
Si segnala, inoltre, che nell'ambito del programma «Industria 2015» è stato emanato, con decreto ministeriale del 5 marzo 2008, il bando relativo al Piano efficienza energetica, finalizzato allo sviluppo di prodotti e/o servizi innovativi in aree tecnologiche ad alto potenziale innovativo e applicativo, mediante l'utilizzo anche di fonti rinnovabili, nell'ottica del risparmio energetico e della sostenibilità ambientale.
A seguito del predetto bando sono stati agevolati n. 37 progetti, con il coinvolgimento di 241 imprese e 89 organismi di ricerca, per un ammontare complessivo di investimenti pari a circa 605 milioni di euro, a fronte dei quali sono previste agevolazioni per circa 253 milioni di euro.
Con riguardo alle tecnologie delle fonti energetiche rinnovabili, si segnala il Grande progetto 3Sun per la produzione di celle fotovoltaiche nello stabilimento M6 di Catania (già oggetto del programma di investimento di STM per la produzione di memorie in silicio nella versione originaria del contratto di programma). Tale progetto è stato approvato dalla Commissione europea il 5 aprile 2011 (Aiuto 405/2010) e le risorse stanziate consistono in circa 50 milioni di euro di fondi Poi energia, anche se in merito alla effettiva possibilità di rendicontare il progetto sul Poi è tuttora in corso l'interlocuzione con la Direzione generale per la politica regionale della Commissione, che ha da ultimo sollevato dubbi sulla necessità dell'aiuto.
Infine, in materia energie rinnovabili, sono stati varati, di concerto col Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e delle politiche agricole alimentari e forestali, due schemi di decreti ministeriali, attualmente all'esame dell'Autorità dell'energia e della Conferenza unificata, che definiscono i nuovi incentivi per l'energia fotovoltaica (quinto conto energia) e per le rinnovabili elettriche non fotovoltaiche (idroelettrico, geotermico, eolico, biomasse, biogas).
Il Ministero dello sviluppo economico intende continuare a supportare le imprese nazionali che si stanno sviluppando nel settore, incentivando le tecnologie «virtuose» (esempio filiera nazionale, innovazione, impatto ambientale) con un approccio alla crescita basato sull'efficienza dei costi e sulla massimizzazione del ritorno economico e ambientale per il Paese.
Ulteriore obiettivo è quello di favorire le condizioni per la creazione e lo sviluppo di nuovi progetti imprenditoriali. A tale scopo, è stata costituita una Task force che avrà il compito di analizzare e individuare in tempi brevi le misure da attuare per creare nel nostro Paese un ambiente favorevole alle start up innovative, tra le quali ci sono quelle legate a temi energetici e ambientali.
In raccordo con tali priorità, il Ministero lavora attivamente, inoltre, su altri interventi complementari, come il riordino del sistema degli incentivi, l'accesso al credito, una nuova politica di sostegno all'internazionalizzazione.

Il Ministro dello sviluppo economico: Corrado Passera.