ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14065

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 555 del 30/11/2011
Firmatari
Primo firmatario: DI STANISLAO AUGUSTO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 30/11/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 30/11/2011
Stato iter:
22/01/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/01/2013
BALDUZZI RENATO MINISTRO - (SALUTE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/01/2013

CONCLUSO IL 22/01/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14065
presentata da
AUGUSTO DI STANISLAO
mercoledì 30 novembre 2011, seduta n.555

DI STANISLAO. -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:

una recente indagine condotta da Altroconsumo (associazione italiana per la tutela e difesa dei consumatori in collaborazione con il «Q-tech Research and study Centre» dell'università degli studi di Brescia ha evidenziato le conseguenze degli acquisti nel web di farmaci;

l'indagine è consistita in 64 prove d'acquisto online di un farmaco a base di fluoxetina, il generico del Prozac, un noto antidepressivo che agisce sul sistema nervoso centrale e la cui somministrazione deve avvenire sotto il controllo di un medico. È illegale venderlo senza ricetta del medico;

le analisi chimiche effettuate sulle pillole acquistate sul web hanno dato risultati molto preoccupanti, in particolare per la presenza di impurezze, oltre che di solventi e metalli inattesi (seppure in tracce);

l'indagine ha portato all'acquisto, con carta prepagata, del farmaco in 64 farmacie online facilmente rintracciate sul motore di ricerca google.it. L'acquisto è riuscito in 19 casi. E con successo, ovvero con reperimento del farmaco a un indirizzo di casella postale, solo in 13. Tra questi, si evidenziano anche un caso di doppio rinvio e uno di fermo in dogana;

oltre ai rischi, acquistare un farmaco online risulta essere spesso una perdita di tempo e denaro. Nel 31 per cento dei casi, infatti, dopo l'acquisto e il pagamento il farmaco non viene recapitato. E non sono previste modalità di rimborso. Il prezzo-affare, fra l'altro, che potrebbe tentare all'acquisto, molto spesso, secondo l'indagine, è un prezzo «civetta» dato che per una pillola che in farmacia costa 30 centesimi si arriva a pagare online anche 1 euro e 70 centesimi con le spese di spedizione;

i siti che vendono farmaci puntano su confidenzialità, rispetto della privacy, prezzi più bassi, qualità del prodotto, spedizione con tracciabilità, consegna in pochi giorni. Alcuni con spudoratezza rassicurano circa la legalità dell'acquisto di farmaci online e la possibilità di evitare il «filtro» del medico. Sono slogan che non resistono alla prova dei fatti. L'inchiesta dimostra che è un tipo di acquisto che offre zero garanzie. E che i consumatori potrebbero rimetterci soldi e salute. I farmaci venduti online sono risultati quattro volte più cari rispetto alla farmacia e di scarsa qualità;

la vendita di farmaci online è illegale e che nella maggior parte dei casi si punta sull'inganno del minor costo e sulla qualità dei prodotti;

con molta probabilità possono incappare in tali acquisti persone in condizioni di difficoltà e di fragilità facilmente influenzabili -:

se il Governo non ritenga di dover avviare una capillare azione di controllo e monitoraggio dei siti e delle farmacie online che vendono illegalmente farmaci, oltretutto scadenti, e provvedere al loro ritiro al fine di tutelare i consumatori e la loro salute. (4-14065)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata martedì 22 gennaio 2013
nell'allegato B della seduta n. 739
All'Interrogazione 4-14065 presentata da
AUGUSTO DI STANISLAO

Risposta. - In merito alla problematica delineata nell'interrogazione in esame, l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha garantito di dedicare da tempo particolare attenzione alla contraffazione dei medicinali e alle farmacie on-line illegali, che spesso sono responsabili della diffusione di prodotti contraffatti, non fabbricati in conformità alle norme Gmp (Good manufacturing practice) riconosciute a livello mondiale.
I risultati ottenuti fino ad oggi hanno permesso di tenere sotto controllo il mercato nazionale; inoltre, l'Italia è considerata tra i Paesi guida nella lotta alla contraffazione farmaceutica, come è testimoniato, tra l'altro, dal ruolo ricoperto dall'Aifa nei principali enti internazionali che si occupano del contrasto al fenomeno.
Nello specifico, sebbene non sia possibile impedire, sistematicamente, il ricorso da parte dei pazienti a canali di approvvigionamento illeciti, sono state predisposte, tuttavia, attività continuative di investigazione, informazione al pubblico e formazione degli operatori, che hanno permesso di ridurre la portata del fenomeno e di procedere, altresì, a sequestri di farmaci illegali e alla chiusura di siti internet dediti a questo commercio pericoloso.
L'attenzione dedicata al fenomeno della contraffazione è testimoniata anche dall'istituzione di una «task-force» nazionale, denominata Impact Italia, della quale fanno parte, oltre all'Aifa, il Ministero della salute, il Comando carabinieri per la tutela della salute (Ccts-Nas), l'istituto superiore di sanità, l'agenzia delle dogane, il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero dell'interno attraverso la Polizia criminale ed altri soggetti privati.
La «task-force» ha promosso e promuove continuamente una serie di iniziative divulgative di formazione e informazione, finalizzate a contrastare il fenomeno in esame.
In particolare, per quanto riguarda il legame esistente tra internet e la contraffazione dei medicinali, è opportuno sottolineare che, attualmente, la legislazione italiana vieta la creazione di farmacie on-line, ma ciò non riesce ad impedire del tutto il ricorso dei pazienti italiani a farmacie on-line, estere.
Occorre, inoltre, rilevare che in Italia e in molti altri Paesi esiste una lacuna normativa in questo specifico settore. Si ritiene che tale lacuna sia dovuta alla «volatilità» delle farmacie on-line, all'assenza di confini precisi (un farmaco contraffatto è acquistato attraverso internet da utenti di un determinato Paese, è prodotto in altri Paesi e transita attraverso altri Paesi ancora) e alla conseguente difficoltà nel disciplinare tale situazione, nonché all'esigenza di un approccio multisettoriale e cooperativo a livello internazionale.
Una soluzione a tale carenza sarà presto offerta, almeno in parte, dal recepimento, da parte degli Stati membri, delle modifiche apportate alla direttiva 2001/83/CE, che prevede una maggior regolamentazione delle farmacie on-line.
Un primo studio, finalizzato ad approfondire il fenomeno della vendita di medicinali attraverso internet, è stato realizzato nel 2007 in collaborazione tra Aifa e World health organization (Who). I risultati emersi dagli acquisti di controllo, effettuati presso siti precedentemente individuati, hanno confermato che, nella grande maggioranza dei casi, i farmaci venduti attraverso il web sono contraffatti. Gli esiti di tale studio hanno, inoltre, consentito di caratterizzare meglio il fenomeno emergente, portando alla luce le diverse tipologie di farmacie presenti su internet.
Successivamente, sono stati realizzati ulteriori approfondimenti:

il primo, realizzato dall'Aifa, in collaborazione con un'agenzia di intelligence informatica (It), finalizzato a caratterizzare ulteriormente il fenomeno delle farmacie on-line. Sulla base dei risultati conseguiti, è stato possibile delineare tre diverse tipologie di farmacie on-line, indicate come:

legali, autorizzate e controllate;

illegali, prive di autorizzazione e certificazione;

false, dedicate alla mera truffa;

il secondo, realizzato sempre dall'Aifa, in collaborazione con un'altra agenzia di intelligence informatica (It), mirato ad indagare le tecniche di promozione e diffusione di anabolizzanti e steroidi attraverso la rete dei social network.
Nel maggio 2011, l'Aifa ha, inoltre, siglato un memorandum d'intesa con il servizio privato statunitense «LegitScript», al fine di definire degli approcci operativi standard. Tale collaborazione ha già dato, nel breve tempo, importanti risultati, come è testimoniato dalla chiusura di una serie di siti illegali localizzati negli Stati Uniti, ma realizzati con pagine in italiano e destinati, chiaramente, a fornire il nostro mercato.
È utile ricordare che, nonostante l'ampia diffusione del mercato elettronico, la propensione agli acquisti on-line da parte della popolazione italiana è inferiore rispetto a quella di altri Paesi.
Nel settembre 2010, l'Aifa, al fine di approfondire tale questione, ha realizzato, in collaborazione con un istituto privato, una ricerca su «L'acquisto on-line di farmaci in Italia: conoscenza, giudizi e diffusione», per definire un quadro reale del problema.
Da ultimo, l'Aifa ha precisato che, oltre alle attività sopra menzionate, sono state poste in essere ulteriori iniziative:

la campagna di informazione, realizzata a livello nazionale dalla «Task-force» Impact Italia, allo scopo di informare il pubblico sui rischi legati all'acquisto di farmaci attraverso internet;

la realizzazione di un volume interamente dedicato al fenomeno della contraffazione farmaceutica, disponibile in versione italiana e inglese;

la gestione di eventi formativi «ad hoc» per gli operatori di forze di polizia e dogane che quotidianamente si confrontano con casi sospetti di contraffazione e/o importazione illegale.
Peraltro, in Italia il fenomeno della contraffazione appare pressoché inesistente: la percentuale dei farmaci contraffatti presenti sul nostro mercato è pari allo 0,1 per cento, grazie principalmente al sistema di tracciabilità del farmaco, che consente il monitoraggio, attraverso il bollino a lettura ottica, di ogni singola confezione, nonché in virtù delle riferite attività di prevenzione e contrasto sviluppate da diversi anni.
Si ritiene utile allegare il comunicato stampa Aifa n. 228 del 26 marzo 2012 (disponibile presso il Servizio Assemblea) da cui emergono dati confortanti in merito al fenomeno dei farmaci contraffatti nel nostro Paese.

Il Ministro della salute: Renato Balduzzi.