ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14062

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 555 del 30/11/2011
Firmatari
Primo firmatario: BITONCI MASSIMO
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 30/11/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 30/11/2011
Stato iter:
18/06/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 18/06/2012
PASSERA CORRADO MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 18/06/2012

CONCLUSO IL 18/06/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14062
presentata da
MASSIMO BITONCI
mercoledì 30 novembre 2011, seduta n.555

BITONCI. -
Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:

il settore dell'agroalimentare è per il nostro Paese una ricchezza significativa, sia come patrimonio di tradizioni e cultura, sia dal punto di vista economico, in ragione soprattutto del fatto che il settore rappresenta, nel suo insieme, quasi il 16 per cento del PIL prodotto ogni anno in Italia;

i numerosi primati detenuti dagli operatori del settore, come quello relativo alla quantità di vino prodotto annualmente o la qualità degli stessi, fanno della Italia il leader mondiale indiscusso nell'agroalimentare, e la valenza del settore è tale che in questi ultimi anni si sono diffuse in tutto il territorio nazionale dei specifici eventi e delle manifestazioni finalizzati a sostenere i prodotti tipici di un territorio e denominati «prodotti a chilometro zero»;

la concorrenza contro le tipicità italiane si evidenzia molto spesso in modo illegale con la commercializzazione di prodotti che sottolineano un luogo di origine e di produzione del prodotto non veritiero, traendo così in inganno il consumatore e danneggiando in modo rilevante sia l'immagine del prodotto originale, sia i livelli economici degli operatori italiani;

al fine di salvaguardare il settore e i suoi prodotti, il 4 agosto 2011, tutte le parti sociali, da Confindustria a rete imprese Italia, da Coldiretti a Confagricoltura, oltre ad Abi e alle principali sigle sindacali, Cgil, Cisl e Uil, hanno sottoscritto un documento unitario per la definizione delle priorità sulle quali operare per rilanciare la crescita del settore, ponendo l'attenzione, in particolar modo, sulla attuazione di «politiche incisive finalizzate alla promozione e difesa del made in Italy di qualità quale leva competitiva del Paese, in grado di valorizzare il lavoro, il capitale ed il territorio italiano, sfruttando il potenziale di penetrazione commerciale all'estero delle imprese italiane»;

in più occasioni, il Governo si è impegnato a dare una piena e formale attuazione ad una serie di disposizioni, come la legge n. 4 del 2011, in materia di introduzione del principio di obbligatorietà dell'indicazione in etichetta dei prodotti alimentari del luogo di origine della materia prima agricola, o come in relazione al finanziamento dei progetti all'estero in grado di scongiurare appropriazioni indebite delle denominazioni protette e impropri richiami all'origine italiana dei prodotti commercializzati;

la tutela e la valorizzazione dei prodotti agroalimentari, peraltro, era stata espressa e messa in evidenza a più riprese anche dal precedente Ministro, il dottor Zaia che si era tanto impegnato contro la lotta alla contraffazione e il potenziamento del made in Italy arrivando anche a sottoscrivere specifici accordi con le autorità cinesi;

è notizia delle ultime settimane che SIMEST spa, società finanziaria di sviluppo e promozione delle imprese italiane all'estero e controllata dal Ministero dello sviluppo economico, destini parte delle proprie risorse, di natura pubblica, alla promozione e alla valorizzazione di prodotti alimentari assolutamente non italiani, determinando un blocco della crescita delle imprese italiane a causa della saturazione del mercato con prodotti non italiani ma e che inducono all'errore in fase di scelta dell'acquisto il consumatore -:

non ritenga opportuno assumere iniziative nell'ambito delle proprie competenze allo scopo di porre fine alla promozione da parte di SIMEST spa di prodotti non italiani valorizzando invece, coerentemente con le linee strategiche assunte dal Governo precedente e in linea con le disposizioni previste in materia di made in Italy, prodotti tipici e le peculiarità agroalimentari regionali. (4-14062)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata lunedì 18 giugno 2012
nell'allegato B della seduta n. 651
All'Interrogazione 4-14062 presentata da
MASSIMO BITONCI

Risposta. - Si risponde congiuntamente alle interrogazioni in esame essendo le stesse di analogo contenuto.
L'Italian sounding rappresenta la forma più diffusa di concorrenza sleale e falso Made in Italy nel settore agroalimentare.
Sempre più spesso vengono utilizzati denominazioni geografiche, immagini e marchi che si richiamano all'Italia per reclamizzare e commercializzare prodotti che nulla hanno a che fare con la nostra realtà nazionale. Le aziende estere che utilizzano impropriamente tali segni distintivi adottano tecniche di mercato che inducono il consumatore ad attribuire ai prodotti commercializzati caratteristiche di qualità di cui in realtà sono privi, se confrontati con i veri prodotti. Tali comportamenti forniscono, pertanto, alle imprese estere un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza, associando indebitamente ai propri prodotti valori riconosciuti ed apprezzati dai consumatori stranieri e deprimendo le capacità di export delle imprese italiane.
I problemi economici e di immagine alla produzione e all'esportazione italiana di prodotti agroalimentari sono enormi. A livello mondiale si stima che il giro d'affari dell'Italian sounding sia di un valore di circa 60 miliardi di euro l'anno, superiore di 2,6 volte a quello delle esportazioni italiane di prodotti agroalimentari pari a circa 23,3 miliardi di euro stimati nel 2009. Negli Stati Uniti e nel Canada la commercializzazione di prodotti falsi ha generato nel 2009 un fatturato di 24 miliardi di euro circa, nella proporzione di 1 prodotto falso su 9.
Il Ministero dello sviluppo economico, alla luce di queste evidenze e a tutela dell'export italiano dalla concorrenza sleale, si è impegnata per la costituzione di un'apposita Task Force, con la partecipazione sia della principale associazione di categoria di riferimento - Federalimentare -, sia delle altre Amministrazioni centrali competenti - Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e Ministero degli affari esteri - e gli enti ad esse collegati - Unioncamere, Assocamerestero e Ice -. Dal luglio 2010, data di costituzione della suddetta Task Force, sono state, infatti, avviate una serie di iniziative ed eventi, sia in Italia sia all'estero, al fine di valorizzare la qualità peculiare della produzione alimentare nazionale, guidare i consumatori nei mercati rilevanti per il settore, nonché promuovere i prodotti autentici italiani presso gli operatori specializzati locali, al fine di attivare un volano in grado di innestare la successiva diffusione del vero «Made in Italy».
Per quanto concerne il ruolo della Simest, si premette che nel processo di internazionalizzazione le imprese italiane possono avvalersi del sostegno offerto dalla temporanea partecipazione di detta società, nonché di fondi pubblici da essa gestiti, al capitale di imprese estere costituite da imprenditori italiani per lo sviluppo di progetti di investimento che possono comprendere anche la produzione in loco.
Per una maggiore tutela del settore agroalimentare, nel mese di marzo 2012, è stata emanata una dettagliata direttiva alla Simest Spa. Tale direttiva è incentrata ad evitare che le aziende destinatarie di tali azioni di sostegno possano attuare sui mercati esteri pratiche sleali o ingannevoli, comunque riconducibili all'italian sounding e ad assicurare una corretta e trasparente informazione al consumatore circa l'origine delle produzione estere. Ciò al fine di evitare che elementi specifici dei prodotti o del relativo packaging, possano trarre in inganno il consumatore circa l'origine italiana dei medesimi.
Al fine, quindi, di tutelare la trasparenza dei mercati, tale direttiva prevede che la Simest, mediante opportuni interventi di carattere ordinamentale ovvero organizzativo, revochi gli atti relativi a partecipazioni deliberate a favore delle imprese operanti nel settore agroalimentare nel caso in cui quest'ultime pongano in essere pratiche commerciali tali da indurre in errore i consumatori sull'origine o sulla provenienza dei prodotti commercializzati, ai sensi dell'articolo 21 del decreto legislativo n. 206 del 2005. Allo stesso orientamento dovranno conformarsi gli organi di gestione dei fondi pubblici di intervento, la cui gestione è affidata alla stessa Società in relazione alla problematica sopradescritta.
A tutto ciò si aggiunge il costante impegno del Ministero ad intensificare le politiche di internazionalizzazione e di tutela del Made in Italy, nonché a promuovere iniziative condivise anche con altre Amministrazioni per rafforzare l'export del settore agroalimentare.

Il Ministro dello sviluppo economico: Corrado Passera.