ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13817

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 546 del 07/11/2011
Firmatari
Primo firmatario: ZAMPARUTTI ELISABETTA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 07/11/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 07/11/2011
BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 07/11/2011
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 07/11/2011
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 07/11/2011
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 07/11/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 07/11/2011
Stato iter:
06/08/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 06/08/2012
CATANIA MARIO MINISTRO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 15/02/2012

SOLLECITO IL 28/05/2012

SOLLECITO IL 04/07/2012

SOLLECITO IL 27/07/2012

RISPOSTA PUBBLICATA IL 06/08/2012

CONCLUSO IL 06/08/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13817
presentata da
ELISABETTA ZAMPARUTTI
lunedì 7 novembre 2011, seduta n.546

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. -
Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali.
- Per sapere - premesso che:

il Dryocosmus kuriphilus yasumatsu, conosciuto anche come cinipide galligeno del castagno, è un piccolo imenottero considerato tra gli insetti più temibili per il castagno. La specie molto diffusa in Asia e negli Stati Uniti, è stata ritrovata per la prima volta in Piemonte, in provincia di Cuneo, nel 2002. Danni rilevanti, oltre che in Piemonte, sono segnalati nel Lazio e più di recente in Campania;

i danni che compie l'insetto sono molto evidenti: provoca la formazione di galle, cioè ingrossamenti di varie forme e dimensioni, a carico di gemme, foglie e amenti del castagno. Da queste galle nei mesi di giugno e luglio fuoriescono le femmine alate che vanno a depositare le uova nelle gemme presenti. Dalle uova fuoriescono le larve che si sviluppano molto lentamente, sempre all'interno delle gemme, senza che queste presentino sintomi esterni della infestazione. Nella primavera successiva, alla ripresa vegetativa, si ha un rapido sviluppo delle larve che determina la formazione di caratteristiche galle, prima verdastri e poi tendenti al rosso. Le larve stesse spesso determinano un arresto dello sviluppo delle gemme, da cui si sviluppano foglie di dimensioni ridotte;

un forte attacco di quest'insetto determina nel tempo anche un calo della produzione e una riduzione dello sviluppo vegetativo;

al momento la soluzione più efficace al diffondersi del parassita parrebbe essere il ricorso all'insetto antagonista, Torymus Sinensis, che si nutre del Cinipide. I tempi previsti perché la lotta biologica inizi a portare risultati sono però stimati intorno ai 4/5 anni -:

quali provvedimenti si stiano adottando sul piano nazionale per contrastare la diffusione del parassita cinipide galligeno e per aiutare i coltivatori di castagni;

se e quali studi si stiano prendendo in considerazione per combattere il suddetto parassita e se si stiano coinvolgendo esperti di altri Paesi che abbiano saputo debellare il cinipide galligeno;

se non si ritenga utile convocare un tavolo nazionale per trovare le più adeguate soluzioni alla diffusione del parassita e ai danni che può arrecare all'agricoltura.(4-13817)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata lunedì 6 agosto 2012
nell'allegato B della seduta n. 677
All'Interrogazione 4-13817 presentata da
ELISABETTA ZAMPARUTTI

Risposta. - In riferimento all'interrogazione in esame, relativa alle iniziative per contrastare i danni causati dal «cinipide del castagno», ricordo che nel gennaio 2010 il mio Ministero ha già istituito un apposito tavolo di settore per fronteggiare la crisi in cui versa il comparto, purtroppo acuita, in queste ultime campagne di commercializzazione, dalla diffusione del parassita in tutti gli areali di produzione nazionali.
Peraltro, nella seduta della conferenza permanente Stato-regioni del 18 novembre 2010, d'intesa con i rappresentanti della filiera, le comunità montane, le associazioni e le amministrazioni locali, è stato sancito l'accordo sul «piano di settore castanicolo» per tutelare il prodotto «castagna» mediante efficaci azioni sui territori locati. La stessa conferenza permanente, il 7 ottobre 2011, ha dato altresì parere favorevole all'istituzione del «Tavolo di filiera della frutta in guscio» comprendente una specifica sezione per la «castanicoltura», formalizzato con mio decreto n. 4824 del 10 marzo 2011.
Per limitare i danni nei castagneti da frutto, non solo la mia amministrazione ha già previsto un finanziamento di 1 milione di euro per attivare la azioni a supporto del predetto piano, ma è stato altresì istituito, in sede di tavolo di filiera, un «Gruppo di coordinamento tecnico-scientifico» per verificare la costituzione e ubicazione dei centri di moltiplicazione del Torymus sinensys (parassitoide antagonista del cinipide) nei territori regionali vocati alla castanicoltura da frutto per ostacolare il diffondersi della «vespa cinese» e garantire un'autonomia gestionale della problematica a livello territoriale.
Al fine di ottimizzare e coordinare queste azioni, nel febbraio 2012 abbiamo chiesto alle regioni informazioni dettagliate sulle azioni e programmi attivi, finanziati o in corso di finanziamento, per evitare la sovrapposizione degli interventi progettuali.
Le regioni hanno inviato alcune proposte operative che, una volta valutate, potranno essere presentate in forma progettuale definitiva e finanziate in funzione dell'importanza della coltura a livello regionale.
Sebbene le azioni in corso di programmazione presso il mio Ministero, sulla base del piano di settore approvato lo scorso novembre, siano assolutamente necessarie per istituire i «centri di riproduzione» dell'antagonista naturale, non saranno tuttavia sufficienti a risolvere il problema nel breve periodo, poiché la stabilizzazione tra le popolazioni del parassita e dell'antagonista necessità di un processo di riequilibrio di medio-lungo termine.
Pertanto, il mio Ministero sta attivando le azioni previste dal piano di settore nazionale sui territori regionali e, di concerto con le regioni, sta predisponendo nel breve periodo azioni ancora più incisive a salvaguardia del patrimonio castanicolo nazionale, supportate da ulteriori risorse sul piano scientifico.
Vorrei, inoltre, far presente che sono stati stanziati dei fondi per la realizzazione di 15 centri di moltiplicazione regionali di Torymus; 3 workshop formativi (Piemonte, Lazio e Campania) nazionali per i tecnici regionali e le associazioni di categoria (già effettuati), nonché per il potenziamento del centro di moltiplicazione dell'antagonista (Torymus simensis) dell'università di Torino (Di.Va.Pra.), ove produrre il materiale biologico per i costituendi centri regionali e per i lanci sulle aree colpite, a seguito di accordi puntuali con le regioni.
Evidenzio, infine, che sono state valutate positivamente dal tavolo di filiera due specifiche proposte progettuali.
La prima, presentata da Inea, tenendo conto delle indicazioni scaturite dal «tavolo di Filiera della Frutta a Guscio» sezione «Castagne», è indirizzata alle associazioni nazionali del castagno sul territorio al fine di sviluppare analisi economiche, attività di divulgazione ed orientamenti di politica territoriale partecipata, nonché supportare le attività delle regioni per i centri di moltiplicazione del Torymus.
Questo progetto è stato finanziato per un importo pari a 400.000 euro, di durata biennale e dovrebbe essere approvato in tempi brevi.
La seconda proposta, presentata dal consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura secondo quanto previsto dall'azione n. 3 del piano del settore castanicolo 2010-2013, cioè quella relativa alle «linea di ricerca», è articolata in 11 unità operative sul territorio nazionale alle quali aderiscono attivamente le regioni, le università e i centri e gli istituti di ricerca, a carattere biennale, in attesa di finanziamento.

Il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali: Mario Catania.