ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13705

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 541 del 25/10/2011
Firmatari
Primo firmatario: DI BIAGIO ALDO
Gruppo: FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
Data firma: 25/10/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 25/10/2011
Stato iter:
13/11/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 13/11/2012
DE STEFANO CARLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 13/11/2012

CONCLUSO IL 13/11/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13705
presentata da
ALDO DI BIAGIO
martedì 25 ottobre 2011, seduta n.541

DI BIAGIO. -
Al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:

negli ultimi tre anni il Governo ha adottato dei tagli lineari nel comparto sicurezza che ammontano a ben tre miliardi di euro, pari al 10 per cento del bilancio complessivo del Ministero dell'interno ed in particolare le risorse della divisione investigativa antimafia sono state ridotte di 13 milioni di euro;

il disegno di legge di stabilità prevede importanti riduzioni di stanziamenti economici alle forze di polizia. Il taglio dei fondi destinati alla direzione investigativa antimafia, comporterà la chiusura di tre sedi, quali Lecce, Trapani e Trieste ed in prospettiva di altre quattro sedi, quali Agrigento, Catanzaro, Salerno e Messina, presidi della lotta alla criminalità organizzata di stampo mafioso;

tra le misure che saranno adottate nel disegno di legge di stabilità, figura la decurtazione stipendiale per gli appartenenti alla divisione investigativa antimafia, relativamente al T.E.A. - trattamento economico aggiuntivo - previsto normativamente sin dal 1992 quando è stata istituita la DIA. Per il grado di ispettore, il TEA ammonta a 320 euro al mese;

la misura segue una previsione di risparmio per 13,1 milioni dal 2012. La decurtazione stipendiale, anche oltre il 20 per cento della retribuzione mensile - uno stipendio di un ispettore con 32 anni di servizio è di circa 2000 euro - non è stata attuata nei confronti di alcuna categoria. Essa sarebbe percepita come una chiaro accanimento nei confronti di poliziotti, carabinieri e finanzieri della DIA;

va ricordato che gli stessi operatori DIA sono già stati colpiti dal decreto-legge n. 78 del 2010, che prevede gli stipendi bloccati fino al 31 dicembre 2014, nessun riconoscimento stipendiale relativo al compimento dell'anzianità di servizio (cosiddetto assegno di funzione), nessun riconoscimento stipendiale per avanzamento di grado, riduzione del premio produttività e contempla ulteriori tagli sugli straordinari e sulla tredicesima;

si tratta di tagli che non tengono nella debita considerazione, anzi vanno in direzione di un assoluto dispregio, la peculiarità e l'importanza dell'attività svolta da questi servitori dello Stato che, con i risultati conseguiti nella lotta alle mafie, hanno permesso al Ministro dell'interno di affermare che con questo Governo è stato messo in campo il più grande sistema di contrasto alla mafia mai attuato;

ci troviamo dinanzi ad una scelta irragionevole: alla divisione investigativa antimafia, creata nel 1991 con la legge n. 410 e fortemente voluta da Giovanni Falcone al fine di allineare il sistema di contrasto italiano a modelli organizzativi già efficacemente collaudati in altri Paesi, si tagliano i fondi in modo radicale, mentre sono profondamente carenti le misure di potenziamento richieste dal contesto temporale che evidenzia uno stato di piena emergenza mafiosa, come testimonia il fatturato delle organizzazioni criminali, che ammonta a 200 miliardi di euro;

illuminanti sul tema sono le parole che il magistrato Antonino Caponnetto scrisse nel libro «I miei giorni a Palermo»: «Non vorrei che a qualcuno fosse venuto in mente di comprimere o limitare i poteri di un organismo che già lavora in condizioni difficili... il mio auspicio è che si pensi a potenziarla, piuttosto che a inventare nuove figure...» -:

se corrispondano al vero le notizie circa l'intenzione del Governo di ridurre le risorse alla DIA con la conseguente chiusura anche di alcune sedi della direzione investigativa antimafia;

se corrisponda al vero che il Governo intenda cancellare il trattamento economico aggiuntivo corrisposto a tutto il personale in servizio presso le sedi della DIA, che quotidianamente ottiene ottimi risultati nella lotta alla criminalità, nonostante i tagli;

cosa il Ministro interrogato intenda fare per scongiurare la chiusura delle sedi della direzione investigativa antimafia e i tagli stipendiali per gli appartenenti alla direzione investigativa antimafia affinché non siano i cittadini a dover pagare, ancora una volta, il prezzo più alto di una razionalizzazione di risorse che, così postulata, porterebbe a lasciare scoperta la lotta alla criminalità organizzata di stampo mafioso.(4-13705)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata martedì 13 novembre 2012
nell'allegato B della seduta n. 717
All'Interrogazione 4-13705 presentata da
ALDO DI BIAGIO

Risposta. - A vent'anni dalla sua costituzione, la Dia mantiene il suo ruolo strategico per il contrasto alla criminalità organizzata, sia sul versante delle investigazioni preventive, sia su quello delle investigazioni giudiziarie su disposizione della Direzione Nazionale antimafia.
Per un'analisi dell'attuale situazione occorre tener conto delle modalità con le quali la normativa intervenuta in materia, in particolare dal 2008, ha inciso sulle competenze della Dia, anche con riferimento ai rapporti con le forze di polizia, nonché delle concrete strategie adottate e delle azioni di contrasto della criminalità nel settori di specifica competenza.
La Dia ha uno spazio operativo di significativa valenza in settori specifici: oltre all'aggressione dei patrimoni di mafia, si evidenzia il ruolo propulsivo e propositivo nella conduzione di investigazioni giudiziarie che hanno consentito di incidere sui beni illecitamente accumulati dalla criminalità organizzata.
Peraltro, la nuova piattaforma normativa antimafia, la cui disciplina è confluita nel cosiddetto «codice antimafia», ha ulteriormente formalizzato, con norme primarie, la missione prioritaria affidata alla Dia di aggressione di patrimoni mafiosi attraverso le «investigazioni preventive finalizzate ai sequestri dei patrimoni illeciti, lo sviluppo delle operazioni finanziarie sospette ed i monitoraggi degli appalti pubblici». Tale finalità viene perseguita anche grazie all'attività del consiglio generale per la lotta alla criminalità organizzata, cui è deputata l'elaborazione delle strategie di contrasto alla criminalità, la razionalizzazione delle risorse impiegate, nonché la periodica verifica dei risultati conseguiti.
Proprio per le considerazioni sin qui esposte appare evidente come non rientri nelle intenzioni del Governo procedere a un ridimensionamento della Dia anzi è stato potenziato il dispositivo territoriale attraverso l'istituzione di una sezione operativa a Bologna.
Nonostante le difficoltà economiche, verrà garantita l'operatività della nuova struttura, almeno in una prima fase ad invarianza della forza organica della Dia con una manovra delle risorse a disposizione.
Il Governo è ben consapevole del ruolo strategicamente rilevante svolto dagli uomini delladella necessità di migliorare la funzionalità e l'operatività della struttura, nonché tutelare la posizione dei dipendenti compatibilmente con le esigenze della finanza pubblica.
Pur in una fase di contenimento della spesa pubblica e di limitazione al turnover anche per il personale delle forze di polizia, non è stata prevista alcuna riduzione dell'organico della Dia. Di fronte all'urgente necessità di contenimento della spesa, il Governo con la legge di stabilità 2012 (legge n. 183 del 2011) ha preferito intervenire sul trattamento economico aggiuntivo ristabilendo così un principio di equità tra gli operatori di polizia. Gli appartenenti alle strutture territoriali delle Forze di polizia, infatti, non godono del trattamento economico accessorio percepito dal personale interforze della Dia. E ciò anche quando il personale dell'Arma dei carabinieri, della Guardia di finanza, del Corpo forestale dello Stato è chiamato a far parte di settoriali gruppi di lavoro che effettuano controlli antimafia sul territorio.
Occorre, tuttavia, evidenziare - rispetto a questa previsione - che è stato istituito un fondo volto al finanziamento di misure perequative per il personale appartenente al comparto sicurezza e difesa e al Corpo nazionale dei vigili del fuoco, che interessa anche il personale appartenente alla Dia.
Rispetto all'originario disegno della Dia vi è stato un parziale scostamento nell'attuazione pratica dell'iniziale progetto.
È da escludere, tuttavia, che tale struttura abbia finito per sovrapporsi nell'ambito operativo e funzionale delle altre componenti del sistema della sicurezza. Il suo sviluppo nel tempo, è stato piuttosto orientato a farne emergere la vocazione specialistica, che non sembra aver sofferto, in maniera particolare, della mancanza di un'attribuzione esclusiva di compiti in materia di lotta alle mafie.
In tale contesto sono ovviamente indispensabili forme di raccordo che scongiurino sovrapposizioni disfunzionali per l'andamento e il buon esito delle indagini.
Fino ad oggi i risultati ottenuti nella lotta alla criminalità organizzata costituiscono un sintomo di un'efficace sinergia - anche sul piano dell'attività di investigazione delegata - tra le varie specialità costituite nell'ambito delle varie Forze di polizia.
Il patrimonio di professionalità espresso dagli operatori della sicurezza è indispensabile nelle attività di polizia giudiziaria che presentano un grado elevatissimo di complessità anche in ragione delle proiezioni internazionali e delle alleanze transnazionali che connotano la minaccia globale rappresentata dalle organizzazioni criminali.
La conoscenza del fenomeno, i successi investigativi degli ultimi anni, di cui è prova la cattura di pericolosi latitanti, e l'impegno costante nella ricerca di nuovi strumenti operativi hanno, infatti, portato all'adozione di progetti di contrasto sempre più flessibili ed adeguati.
In questo senso, riveste assoluta priorità il coordinamento investigativo, soprattutto nel corso delle indagini che si proiettano oltre i confini nazionali, in una piena condivisione del patrimonio informativo ed anche attraverso un convinto rafforzamento della cooperazione internazionale.
In questo ambito è stata realizzata una mappatura completa, a livello nazionale, dei sodalizi criminali e dei singoli affiliati operanti sul territorio, attraverso un progetto informatico denominato «M.A.CR.O.» (mappe della criminalità organizzata). Già avviato, nei mesi scorsi, nelle province di Salerno, Benevento ed Avellino, il progetto sarà esteso, in prospettiva, a tutto il territorio nazionale, consentendo la condivisione delle informazioni acquisite nonché la quantificazione dei sodalizi e dei rispettivi affiliati.

Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Carlo De Stefano.