ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13167

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 516 del 12/09/2011
Firmatari
Primo firmatario: TURCO MAURIZIO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 12/09/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 12/09/2011
BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 12/09/2011
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 12/09/2011
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 12/09/2011
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 12/09/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 12/09/2011
Stato iter:
20/12/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 20/12/2012
DI PAOLA GIAMPAOLO MINISTRO - (DIFESA)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 16/11/2011

SOLLECITO IL 15/02/2012

SOLLECITO IL 28/05/2012

SOLLECITO IL 04/07/2012

SOLLECITO IL 26/07/2012

SOLLECITO IL 26/10/2012

SOLLECITO IL 06/12/2012

RISPOSTA PUBBLICATA IL 20/12/2012

CONCLUSO IL 20/12/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13167
presentata da
MAURIZIO TURCO
lunedì 12 settembre 2011, seduta n.516

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della difesa.
- Per sapere - premesso che:

il giorno 28 agosto 2011 il comandante delle forze operative terrestri, generale di Corpo d'armata Francesco Tarricone ha disposto lo svolgimento di una inchiesta formale disciplinare per l'eventuale comminazione di una sanzione di stato nei confronti del maresciallo capo Maurizio Veneri, al quale il successivo 5 settembre veniva notificato l'atto di avvio della predetta inchiesta a firma dell'ufficiale inquirente appositamente nominato;

l'inchiesta a carico del militare citato è stata disposta per verificare se sussistono responsabilità tali da dover essere sanzionate con provvedimenti disciplinari di stato relativi all'addebito contestato, che, come si legge nell'atto di avvio del procedimento, consiste in ciò: «Nel periodo compreso tra marzo e ottobre 2010 un soggetto, presumibilmente identificabile con il Mar. Ca. VENERI, partecipando ai forum sul sito www.forzearmate.eu col nickname «Maurizio», rilasciava una serie di commenti, riportati nella richiesta di archiviazione, diffamatori rappresentando fatti e situazioni lesivi per l'immagine della Forza Armata. Sottoposto a provvedimento penale per il reato di «diffamazione militare pluriaggravata e continuata (artt. 81 c.p., 47 n. 2 e 227 c.p.m.p.)», la Procura della Repubblica presso il Tribunale Militare di Roma, con decreto di archiviazione 373/10 emesso e depositato in cancelleria il 15 marzo 2011 ed acquisito dall'A.D. il 17 giugno 2011, ha archiviato per infondatezza della notizia di reato. La condotta tenuta nell'occasione, seppure penalmente non rilevante, evidenzia responsabilità sotto il profilo disciplinare che ledono il prestigio dell'istituzione, della categoria di appartenenza e la dignità del grado rivestito»;

agli interroganti, come hanno più volte avuto modo di segnalare al Ministro interrogato, appare ormai chiaro che il codice dell'ordinamento militare trovi scrupolosa applicazione solo ed esclusivamente nei confronti dei gradi più bassi della scala gerarchica. Infatti, non risulta che siano mai stati adottate simili procedure nei confronti del generale Ganzer, condannato alla pena di anni 14 nel giudizio penale di primo grado, o di altri ufficiali sottoposti alla medesima disciplina né, tantomeno, nei confronti di quei delegati della rappresentanza militare sottoposti a procedimento penale, ancorché assolti;

appare agli interroganti anche che l'azione disciplinare disposta dal generale Tarricone finisca per sostituirsi a quella legittimamente svolta dalla competente autorità giudiziaria che certamente ha agito su impulso della medesima amministrazione militare;

apprendere dell'esistenza di simili comportamenti discutibili sul piano della legalità e della funzione di comando che dovrebbe caratterizzare ogni ufficiale delle Forze armate, ancor più se trattasi di generale di vertice, lascia profondamente sconcertati gli interroganti -:

quali immediate iniziative intenda intraprendere il Ministro interrogato per far cessare simili disparità di trattamento tra militari e se non ritenga doveroso far sì che sia disposta l'immediata archiviazione dell'inchiesta a carico del maresciallo Veneri;

se non ritenga di dover assumere iniziative, e quali, nei confronti del generale Tarricone che a giudizio degli interroganti, ha posto in essere un atto ed esercitato la potestà disciplinare per fini diversi da quelli per i quali la legge gli ha in astratto attribuito tale potere. (4-13167)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata giovedì 20 dicembre 2012
nell'allegato B della seduta n. 737
All'Interrogazione 4-13167 presentata da
MAURIZIO TURCO

Risposta. - Il Comandante delle forze operative terrestri ha legittimamente avviato le procedure volte all'esperimento dell'inchiesta formale a carico del militare indicato nell'atto (articolo 1377 e 1378 lettera f) del Codice dell'Ordinamento Militare), in quanto la citata Autorità, titolare, in virtù di norma primaria, della potestà di disporre l'esperimento di tali inchieste, ha ritenuto, prescindendo dagli esiti del procedimento penale, che i fatti, attribuiti al Sottufficiale stesso fossero potenzialmente lesivi di precipui interessi la cui tutela è essenziale,
L'amministrazione ha giudicato, pertanto, necessario accertare se, in relazione ai fatti medesimi, sussistessero, a carico del militare, specifiche responsabilità sanzionabili con provvedimenti disciplinari di stato, la cui applicazione non può prescindere dall'esecuzione dell'inchiesta formale. In tale quadro deve essere correttamente inquadrato l'avvio dell'inchiesta in parola.
Per quanto riguarda, invece, l'asserzione in base alla quale «appare ormai chiaro che il codice dell'ordinamento militare trovi scrupolosa applicazione solo ed esclusivamente nei confronti dei gradì più bassi della scala gerarchica», si osserva che i dati in possesso non suffragano quanto affermato dagli interroganti tenuto conto che l'azione disciplinare coinvolge indistintamente tutte le categorie di personale militare.
In termini, più generali, si osserva, che sussiste un obbligo derivante da legge che impone all'amministrazione di avviare, nei confronti di tutto il personale rimasto coinvolto in vicende penali, il previsto vaglio disciplinare, secondo la tempistica prevista dalle norme vigenti (articolo 1392 del Codice dell'Ordinamento Militare) nei momento in cui la stessa acquisisce la notizia dell'intervenuta irrevocabilità del giudicato penale.
Peraltro, l'attività che il Dicastero svolge in sede disciplinare non si sostituisce né si sovrappone a quella dell'autorità giudiziaria; la disciplina militare, infatti, esplica la propria azione in ambiti completamente diversi, essendo a presidio della tutela di specifici interessi giuridici (coesione ed efficienza) la cui salvaguardia è imprescindibile per l'assolvimento dei compiti istituzionali delle Forze armate.
Nel caso in esame, il magistrato competente ha certamente agito su impulso dell'amministrazione militare, in quanto l'informativa è stata inoltrata dal Direttore del polo di mantenimento delle armi leggere di Terni, Comandante di Corpo del Sottufficiale in argomento. Il Comandante di Corpo, infatti, in qualità di ufficiale di polizia, giudiziaria militare - per quanto concerne i reati militari - e pubblico ufficiale per quelli comuni - ha il dovere di relazionarsi con le competenti autorità giudiziarie. Tuttavia, nell'azione posta in essere dal Comandante delle forze operative terrestri, non sembrano ravvisarsi quei profili di «sviamento di potere» evidenziati nell'atto.
Per quanto concerne, infine, gli asseriti effetti negativi che si rifletterebbero sulla funzione di comando, si rappresenta che è onere di ogni, comandante, a tutti i livelli, vigilare affinché i principi fondanti la disciplina militare trovino sempre e puntuale osservanza ed esercitare, anche, qualora ritenuto opportuno, la potestà sanzionatoria per porre rimedio al vulnus arrecato all'ordinamento giuridico disciplinare.
Pertanto, in considerazione di quanto sopra esposto, non si ritiene possibile porre in essere quanto richiesto dall'interrogante.

Il Ministro della difesa: Giampaolo Di Paola.