ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11900

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 473 del 17/05/2011
Firmatari
Primo firmatario: PALAGIANO ANTONIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 16/05/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 16/05/2011
Stato iter:
26/07/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 26/07/2012
CARDINALE ADELFIO ELIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 05/10/2011

SOLLECITO IL 18/04/2012

RISPOSTA PUBBLICATA IL 26/07/2012

CONCLUSO IL 26/07/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11900
presentata da
ANTONIO PALAGIANO
martedì 17 maggio 2011, seduta n.473

PALAGIANO. -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:

a Catania, il 7 febbraio del 2006, dopo aver ingerito una polpetta adulterata da una concertazione altissima di solfiti, una ragazza di 22 anni è entrata in coma in seguito ad uno shock anafilattico. Oggi, purtroppo, si trova in stato vegetativo permanente;

i solfiti, usati nei cibi come conservanti, su alimenti come la carne, hanno un effetto subdolo: non bloccano il processo di putrefazione, ma mantengono il colorito delle carni fresche per un periodo più lungo. Queste carni si presentano, quindi, di aspetto più invitante, ingannando i consumatori sulla loro qualità;

in Sicilia, i campioni sospettati di adulterazione pervengono, da tutte le aziende sanitarie provinciali, all'Istituto zooprofilattico di Palermo - Area Chimica e tecnologie alimentari - per essere sottoposti alle necessarie analisi;

l'IZS di Palermo, così come tutti gli altri istituti zooprofilattici sperimentali italiani, ha il compito, tra gli altri, di assicurare puntuali verifiche per la salute degli alimenti e dell'ambiente, al fine di tutelare la salute dell'uomo;

a seguito del grave episodio del 2006 e di alcune denunce da parte della famiglia, i consulenti tecnici della procura di Catania hanno appurato che presso l'istituto zooprofilattico sperimentale di Palermo si utilizzava, per la ricerca dei solfiti nelle carni, un metodo obsoleto e non idoneo;

in particolare, essi riferivano che «laddove invece l'IZS (Istituto Zooprofilattico Sperimentale) di Palermo era pervenuto ad esiti negativi quanto alla presenza di solfiti, i consulenti del P.M. spiegavano ciò con il fatto che gli operatori dell'IZS avevano utilizzato un metodo non idoneo (cromatografia ionica, secondo il rapporto di prova n. 12374 del 14.2.06), che operando in fase acquosa ed alla presenza di aria, consente il passaggio del solfito di sodio ad anidride solforosa, con la conseguenza che l'anidride solforosa - volatile già in fase di estrazione - tende a disperdersi senza che le apparecchiature siano in grado di rilevare i solfiti»;

secondo i consulenti tecnici dell'università di Catania che hanno effettuato gli approfondimenti del caso, nella carne ingerita dalla giovane donna i solfiti erano presenti in grande quantità: circa 10.700 mg/chilogrammo e cioè un valore oltre mille volte superiore alla soglia critica di 10 mg/chilogrammo che scatena la reazione allergica. Il caso si è chiuso con la condanna del macellaio;

i solfiti, dunque, non sono stati rilevati nelle carni a causa dell'inadeguatezza dei metodi utilizzati dall'IZS, nonostante fossero realmente presenti, ed anche in notevoli quantità, nei campioni analizzati;

dal 2006, inoltre, la giovane donna, vittima dell'avvelenamento, è assistita esclusivamente dalla sua famiglia presso il proprio domicilio, a causa della mancanza di posti letto nelle, già poche, strutture presenti nella regione, che siano in grado di garantire assistenza ai pazienti che si trovano in stato vegetativo permanente e alle loro famiglie. Una mancanza, questa, che colpisce maggiormente le regioni del Sud rispetto al Nord, ma che di certo interessa tutto il sistema sanitario nazionale, il quale, per lo più a causa dell'assenza di fondi adeguati e di continui tagli, non riesce a garantire assistenza a chi ne avrebbe più bisogno -:

se il Ministro sia a conoscenza dei fatti suesposti e se non intenda verificare, al fine di tutelare la salute dei cittadini e per quanto nelle sue competenze, se il metodo per l'analisi delle carni utilizzato dall'IZS di Palermo sia stato modificato a seguito del grave episodio del 2006, al fine di svolgere adeguatamente quel controllo della salute e qualità degli alimenti di origine animale di cui è responsabile nel Sistema sanitario nazionale.(4-11900)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata giovedì 26 luglio 2012
nell'allegato B della seduta n. 673
All'Interrogazione 4-11900 presentata da
ANTONIO PALAGIANO

Risposta. - Gli Istituti zooprofilattici sperimentali (II.ZZ.SS.) rappresentano importante strumento operativo dello Stato e del Servizio sanitario nazionale per assicurare la sorveglianza epidemiologica, la ricerca sperimentale, la formazione del personale, il supporto di laboratorio e la diagnostica nell'ambito del controllo ufficiale degli alimenti, garantendo con la loro attività la salute del consumatore.
Detti istituti sono enti sanitari di diritto pubblico e operano quale strumento tecnico scientifico del Servizio sanitario nazionale e, in particolare, del Servizio veterinario. Inoltre, hanno laboratori di eccellenza chiamati Centri di referenza nazionale (decreto legislativo 30 giugno 1993, n. 270) che, per aree specialistiche ben definite, sono al servizio del Ministero della salute e delle più importanti organizzazioni internazionali.
In particolare, l'istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia «A. Mirri» dispone di un laboratorio di chimica analitica, che effettua analisi per la determinazione di solfiti nei prodotti carnei dal 1999, con metodica accreditata e validata secondo la norma UNI CEI EN ISO IEC 17025.
Il metodo attualmente utilizzato, identificato come POS CHIM 52 «Determinazione dei solfiti negli alimenti carnei», è stato aggiornato in data 10 febbraio 2010.
Inoltre, si segnala che con il decreto interministeriale 22 dicembre 2009, l'Associazione senza scopo di lucro «Accredia» è stata designata quale organismo nazionale italiano di accreditamento, in applicazione del Regolamento (CE) n. 765 del 2008. Come tale, ad «Accredia» spetta l'accreditamento dei laboratori di prova e degli organismi di certificazione e ispezione, fermo restando che i laboratori già accreditati non hanno bisogno di un ulteriore accreditamento.
Per quanto riguarda la presenza di solfiti negli alimenti, la vigente normativa comunitaria sugli additivi consente l'uso dei solfiti in diverse tipologie di prodotti e tale uso deve essere riportato in etichetta, nella lista degli ingredienti.
Al contempo, anche le attuali disposizioni in materia di etichettatura degli alimenti hanno inserito l'anidride solforosa ed i solfiti nell'elenco degli allergeni alimentari che devono essere obbligatoriamente indicati in etichetta, proprio al fine di evitare potenziali reazioni allergiche.
Il Ministero della salute avrà cura di sensibilizzare gli assessorati alla sanità delle regioni ad intensificare il monitoraggio concernente i solfiti nell'ambito dei piani di controllo organizzati da ciascuna regione, in quanto, ai sensi del decreto legislativo 6 novembre 2007, n. 193 «Attuazione della direttiva 2004/41/CE relativa ai controlli in materia di sicurezza alimentare e applicazione dei regolamenti comunitari nel medesimo settore, ai fini dell'applicazione dei regolamenti (CE) 852 del 2004, 853 del 2004, 854 del 2004 e 882 del 2004, le autorità individuate sono il Ministero della salute, le regioni, le province autonome di Trento e di Bolzano e le aziende unità sanitarie locali, nell'ambito delle rispettive competenze.
Per quanto concerne la particolare vicenda oggetto dell'interrogazione in esame, si risponde sulla base degli elementi pervenuti a questo Ministero dalla prefettura - ufficio territoriale del Governo di Catania.
Essa è maturata nel mese di febbraio del 2006, ed era già nota al dipartimento regionale per le attività sanitarie e osservatorio epidemiologico servizio 4 «Igiene degli alimenti», essendo stata trattata nel corso del 2010.
In quella occasione erano state richieste informazioni alla Azienda sanitaria provinciale di Catania con l'acquisizione della documentazione concernente il caso.
Successivamente, a seguito dell'inoltro da parte di uno studio legale ragusano di una richiesta di indennizzo per i danni patiti dalla paziente, erano stati sentiti i vertici dell'istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia e anche in quella occasione venivano acquisiti ulteriori documenti che arricchivano il dossier già formato in precedenza.
La prefettura di Catania ha precisato che la richiesta di indennizzo muove dagli esiti del procedimento giudiziario a suo tempo avviato dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Catania e dalle considerazioni espresse dai consulenti tecnici nominati da quella procura.
In merito alla problematica era stato investito l'istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia in relazione, anche, all'interessamento della Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del servizio sanitario nazionale. Ed a tale proposito era stata elaborata, da parte del medesimo istituto, una relazione che il citato dipartimento ha acquisito nel corso di una apposita riunione tenutasi in data 2 maggio 2010.
Nella relazione, l'istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia descrive la metodica utilizzata, confermando che la stessa, sin dal 1999, risulta accreditata e validata secondo la norma UNI CEI EN ISO IEC 17025, rispettando, quindi, i requisiti previsti dagli articoli 11 e 12 del Regolamento (CE) n. 882 del 2004 per ciò che concerne anche le modalità di caratterizzazione del metodo secondo i criteri previsti per il controllo ufficiale, allorquando questo si basa sul controllo materiale con campionamenti per le analisi.
Con riferimento alla necessità di garantire adeguata assistenza ai pazienti in stato vegetativo permanente, la prefettura di Catania ha segnalato che il competente servizio del dipartimento per la pianificazione strategica ha in corso l'avanzata definizione del processo di costruzione della rete regionale siciliana delle unità di stato vegetativo e delle speciali unità di accoglienza permanente.

Il Sottosegretario di Stato per la salute: Adelfio Elio Cardinale.