ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05237

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 254 del 01/12/2009
Firmatari
Primo firmatario: FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 30/11/2009
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 30/11/2009
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 30/11/2009
BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 30/11/2009
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 30/11/2009
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 30/11/2009


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI delegato in data 30/11/2009
Stato iter:
03/12/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 03/12/2012
ORNAGHI LORENZO MINISTRO - (BENI E ATTIVITA' CULTURALI)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 27/01/2010

SOLLECITO IL 08/02/2010

SOLLECITO IL 04/03/2010

SOLLECITO IL 23/03/2010

SOLLECITO IL 12/04/2010

SOLLECITO IL 12/10/2010

SOLLECITO IL 01/12/2010

SOLLECITO IL 12/01/2011

SOLLECITO IL 03/02/2011

SOLLECITO IL 03/03/2011

SOLLECITO IL 06/04/2011

SOLLECITO IL 15/04/2011

SOLLECITO IL 23/05/2011

SOLLECITO IL 06/07/2011

SOLLECITO IL 21/09/2011

SOLLECITO IL 16/11/2011

SOLLECITO IL 15/02/2012

SOLLECITO IL 28/05/2012

SOLLECITO IL 04/07/2012

SOLLECITO IL 27/07/2012

SOLLECITO IL 22/10/2012

RISPOSTA PUBBLICATA IL 03/12/2012

CONCLUSO IL 03/12/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05237
presentata da
MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI
martedì 1 dicembre 2009, seduta n.254

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro per i beni e le attività culturali.
- Per sapere - premesso che:

il quotidiano Il Mattino, nella sua edizione del 28 novembre 2009 pubblicava un articolo intitolato «Museo, sale negate e pavimenti a pezzi», del giornalista Paolo Barbuto; nel citato articolo si riferisce delle incredibili e avvilenti condizioni in cui versa il tempio si Iside di Pompei;

la situazione viene descritta dal giornalista nel seguente modo: «...un piccolo inferno di degrado e abbandono che stona terribilmente con la magnificenza del luogo. Pavimenti spaccati e ridotti a un mucchio di cocci, sale chiuse perché le lampadine sono fulminate, collezioni vietate per mancanza di personale, reperti blindati per motivi «ambientali». E nel mezzo di questa situazione, un duello sindacale a colpi di comunicati, proteste e rivendicazioni (...). Al centro dello scalone monumentale la statua di Ferdinando primo, scolpita dal Canova, è la stessa che sta nella terza pagina della guida. Solo che in quella foto la statua è completamente bianca. Questa qui è ricoperta da tre dita di polvere su testa, spalle e braccio proteso: «Sorry, mi dispiace», si difende un addetto, e prova a spiegare che le pulizie su quel gigantesco monumento non possono essere eseguite dalla ditta ufficiale che non è tenuta a spolverare fin lassù (...) Per dare uno sguardo ai reperti del tempio di Iside di Pompei, bisogna fare in fretta. La giornata grigia promette poca luce e da quella sala, quando il sole va via, devono andare via anche i turisti. Non c'è illuminazione elettrica. Anzi, ci sarebbe, ma le decine di faretti che pendono dal soffitto sono tutti fulminati. «Forse - ipotizza un addetto del piano - c'è un problema su tutta la linea elettrica. Ma comunque anche per cambiare le lampadine occorre una procedura speciale. L'elettricista che si occupa del museo non sale oltre il metro e mezzo senza le strutture adeguate. Ma qui dentro i soffitti sono alti cinque metri». Nel grande salone della meridiana è in allestimento una mostra d'arte moderna. Il vetro che protegge la meridiana è ancora in parte scheggiato: ricordo di una cena durante la quale a un invitato scivolò una bottiglia. Come in tutte le strutture museali del mondo, si organizzano manifestazioni che producano introiti. Gli incidenti possono accadere, le assicurazioni pagano, ma questa vicenda risale a quaranta giorni fa, e quel vetro scheggiato doveva essere già stato sostituito. La sezione degli affreschi è bella e, per la maggior parte, rifatta di fresco. Ma sul fondo, quando la parte appena rinnovata s'interseca con quella preesistente, bisogna prestare attenzione. Il pavimento in cotto rosso s'è prima gonfiato e poi si è spaccato. Adesso c'è una montagnella di pezzi di cotto, come un mosaico da rimettere insieme. La zona disastrata, al centro della sala, è protetta da cordoni rossi, di quelli che si usano per tenere lontano il pubblico dalle opere più importanti. Più avanti c'è un'altra spaccatura, si trova all'ingresso di una sala che, naturalmente, è vietata al pubblico. E qui si apre un capitolo delicato, quello del museo vietato. È chiusa al pubblico tutta la zona dedicata all'antico Egitto. Reperti e mummie sono blindati da un paio d'anni: in quelle sale c'è un forte odore chimico che probabilmente proviene dai pannelli sistemati sui muri. Quando un paio di dipendenti e un visitatore sono svenuti, è stato deciso di chiudere tutto per capire cosa fare. In due anni non s'è ancora capito. Anche la sala dei vasi Greci è chiusa a tempo indeterminato. La zona della preistoria, invece, apre di tanto in tanto, così come l'ala numismatica e quella della collezione di Napoli antica. E qui si spalanca un altro capitolo, quello della carenza di personale, che ha scatenato le polemiche degli ultimi giorni. Gli ex assistenti tecnici museali, dal primo gennaio 2008 trasformati in Ava, addetti all'accoglienza dei visitatori, hanno denunciato la sospensione delle attività didattiche. S'è scatenata una bagarre sindacale in cui da un lato la Uil sostiene che c'è una manovra di impoverimento dei contenuti o di ridimensionamento di una parte del personale, dall'altra la Soprintendente Salvatore spiega che il provvedimento è legato alla necessità di rendere più funzionale il museo, dall'altra ancora la Cgil che chiede di rasserenare i toni:

«L'interesse di tutti è un museo che accolga bene i visitatori - spiega il rappresentante Cgil Eduardo Tammaro - i dipendenti, soprattutto quando hanno tutti la stessa qualifica e le stesse mansioni, dovrebbero essere uniti per avere maggiore tutela e garantire servizi migliori» -:

se quanto riportato in premessa sia vero e, in caso affermativo, quali iniziative si intendano assumere per far fronte alla grave situazione descritta in premessa. (4-05237)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata lunedì 3 dicembre 2012
nell'allegato B della seduta n. 727
All'Interrogazione 4-05237 presentata da
MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI

Risposta. - In riferimento all'interrogazione in esame, volta a conoscere quali provvedimenti il Ministero per i beni e le attività culturali intenda assumere in relazione allo stato di degrado di alcuni ambienti del Museo nazionale archeologico di Napoli, come riportato da un articolo di stampa apparso sul quotidiano «Il Mattino», in data 28 novembre 2009, si rappresenta quanto segue.
Il Museo archeologico nazionale di Napoli, tra la fine del 2008 ed il 2009, ha quasi raddoppiato e rinnovato, rispetto agli anni precedenti, l'offerta di superfici espositive con le seguenti iniziative:

la grande Mostra «Ercolano. Tre secoli di scoperte» (Ottobre 2008-maggio 2009) dalla quale è scaturita (dopo il suo disallestimento) una rinnovata esposizione del complesso di sculture in marmo e bronzo della Villa dei Papiri di Ercolano nelle sale alla stessa già dedicate;

la riapertura della Collezione degli Affreschi (10 sale chiuse dal 2001 a causa di lavori strutturali all'ala est dell'edificio);

la riapertura della Collezione Farnese (circa 300 sculture, alcune delle quali non più esposte dal 2001 a causa di lavori nella suddetta ala est dell'edificio).
Successivamente a tali interventi, compatibilmente con i mutamenti di organizzazione dovuti all'accorpamento dell'allora Soprintendenza di Napoli con quella speciale di Pompei ed alle risorse economiche disponibili, si è provveduto a sanare gran parte dei guasti e disservizi rilevati dal giornalista e ben conosciuti anche a chi opera all'interno del museo.
Si è, pertanto, provveduto alla riparazione dell'impianto elettrico delle sale del Tempio di Iside, i cui lavori sono terminati lo scorso mese di maggio.
Per quanto attiene, poi, alla collezione egizia, dopo un monitoraggio ambientale durato dodici mesi, che ha permesso di individuare le cause della permanenza degli effluvi fenoli, la Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei ha comunicato che è in corso la redazione di un progetto definitivo per la realizzazione dell'impianto di ventilazione, da realizzarsi con gli interventi del «Progetto pilota poli museali di eccellenza nel Mezzogiorno».
Infine, sono stati eseguiti i lavori di adeguamento degli impianti elettrici e di videosorveglianza nelle sale dei mosaici (riaperta nel dicembre 2010) ed è stata rimossa la struttura in cristallo che copriva la meridiana del Gran salone, danneggiata dalla caduta di un componente di un dissuasore che si stava collocando proprio a protezione dei cristalli medesimi (e non per la caduta di una bottiglia come riportato nell'articolo di stampa citato nell'interrogazione).
Per quanto concerne, poi, il ben noto problema della carenza di personale di vigilanza, che non consente di tenere aperte contemporaneamente tutte le sale del museo, va detto che lo stesso è stato in parte affrontato con aperture «ad orario» delle collezioni meno richieste, quali la Preistoria, la Numismatica o Napoli Antica. L'apertura al pubblico di tali collezioni è, pertanto, avvenuta sulla base di una precisa e meditata programmazione e non sulla base di scelte arbitrarie e/o lasciate all'improvvisazione.

Il Ministro per i beni e le attività culturali: Lorenzo Ornaghi.
Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

POMPEI, NAPOLI - Prov, CAMPANIA

EUROVOC :

museo

opera d'arte

rete energetica

vetro