ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02658

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 733 del 12/12/2012
Firmatari
Primo firmatario: CARFAGNA MARIA ROSARIA
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 12/12/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 12/12/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-02658
presentata da
MARIA ROSARIA CARFAGNA
mercoledì 12 dicembre 2012, seduta n.733

CARFAGNA. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:

in Italia dall'inizio del 2012 sono state uccise più di 100 donne, una ogni due giorni. Il 7 dicembre il signor Vincenzo Manduca, di Santa Sofia (Forlì), ha ucciso a coltellate Lisa Puzzoli di 22 anni, ex convivente e madre di suo figlio, in una frazione del comune di Basiliano (Udine);

l'avvocato della famiglia Puzzoli, Enrica Lucchin, aveva depositato in procura il 10 ottobre la proposta di applicazione di una misura cautelare nei confronti di Manduca, affinché gli fosse impedito di avvicinarsi alla casa di Lisa «ma l'ordinanza - aveva precisato l'avvocato - non risulta ancora emessa e ora è troppo tardi». A partire dal 2010 Manduca era stato denunciato dall'ex fidanzata per stalking, lesioni e violenza privata. Un fascicolo precedente, risalente al 2010, relativo a tanti messaggi inviati da Manduca alla ragazza, era già stato archiviato. Il gip aveva ritenuto che questi «non fossero atti persecutori, ma giustificati da questioni relative alla gravidanza»;

«in agosto - riferisce ancora l'avvocato Lucchin - Manduca aveva colpito Lisa Puzzoli allo sterno procurandole la frattura di alcune costole. In settembre si era avvicinato a Lisa e alla bimba e aveva chiuso nell'abitacolo della macchina la piccola per due ore. Erano dovuti intervenire i carabinieri per fargli aprire l'auto, mentre la figlioletta piangeva disperatamente»;

il procuratore capo di Udine, Antonio Biancardi, ricorda che ogni settimana sul suo tavolo arrivano decine di denunce di questo tipo affermando che: «Non possiamo mettere la scorta a tutti. L'unica misura efficace sarebbe la custodia in carcere, ma bisogna fare i conti con i poteri e i mezzi a disposizione di giudici e pubblici ministeri. Al più si ottiene un divieto di avvicinamento, ma se uno vuole uccidere non basta di certo. Le vittime devono stare attente e tutelarsi. In casi del genere non bisogna avvicinarsi o comunque non è bene farlo da soli» -:

se il Ministro non ritenga opportuno avvalersi dei propri poteri disponendo un'attività ispettiva nei confronti dei magistrati titolari del fascicolo relativo alla vicenda di cui in premessa. (3-02658)