ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02621

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 723 del 26/11/2012
Firmatari
Primo firmatario: FORMISANO ANNA TERESA
Gruppo: UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Data firma: 23/11/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DIONISI ARMANDO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 23/11/2012
CARRA ENZO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 23/11/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 23/11/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-02621
presentata da
ANNA TERESA FORMISANO
lunedì 26 novembre 2012, seduta n.723

ANNA TERESA FORMISANO, DIONISI e ENZO CARRA. -
Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
- Per sapere - premesso che:

oltre 180 dipendenti, di cui oltre la metà donne, dello stabilimento Schneider di Rieti starebbero per essere sottoposti a procedura di licenziamento collettivo;

se confermata, la procedura di licenziamento produrrebbe effetti devastanti per tutto il tessuto produttivo e sociale del nucleo industriale di Rieti, già provato da altre gravi crisi aziendali;

tale decisione sarebbe stata comunicata improvvisamente il giorno 9 novembre 2012 nell'ambito della riunione dell'osservatorio nazionale presso l'industria Lazio;

è opportuno rilevare che la Schneider Italia è presente con numerosi siti produttivi in Italia; con circa 3000 addetti e con un fatturato di ben oltre 600 milioni di euro/annui, dei quali circa 1/3 derivanti da contratti quadro con ENEL e altre aziende;

lo stabilimento di Rieti è per linee produttive e automazione e relativa produttività tra i più avanzati del gruppo a livello mondiale;

l'eventuale riconversione di detti impianti, nell'ottica dei prodotti del gruppo maggiormente richiesti dal mercato, risulta essere assolutamente agevole e di scarsa entità economica, (circa 500.000 euro);

lo stabilimento di Rieti, infatti, ha un processo produttivo, tutto con linee automatiche, che consente l'adattamento di qualsiasi tipo di interruttore, in quanto la struttura elettromeccanica e la larghezza è sempre la stessa;

la decisione dell'azienda, in verità, preluderebbe ad una delocalizzazione di tale produzione in Romania e Francia con la relativa chiusura del sito di Rieti;

tale iniziativa potrebbe essere solo la prima di altre chiusure del gruppo in Italia -:

se il Governo sia a conoscenza dei fatti suesposti e se non ritenga di intervenire al fine di scongiurare tale epilogo che avrebbe pesanti ricadute economiche ed occupazionali su tutto il territorio reatino. (3-02621)