ANNA TERESA FORMISANO, DIONISI e ENZO CARRA. -
Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
- Per sapere - premesso che:
oltre 180 dipendenti, di cui oltre la metà donne, dello stabilimento Schneider di Rieti starebbero per essere sottoposti a procedura di licenziamento collettivo;
se confermata, la procedura di licenziamento produrrebbe effetti devastanti per tutto il tessuto produttivo e sociale del nucleo industriale di Rieti, già provato da altre gravi crisi aziendali;
tale decisione sarebbe stata comunicata improvvisamente il giorno 9 novembre 2012 nell'ambito della riunione dell'osservatorio nazionale presso l'industria Lazio;
è opportuno rilevare che la Schneider Italia è presente con numerosi siti produttivi in Italia; con circa 3000 addetti e con un fatturato di ben oltre 600 milioni di euro/annui, dei quali circa 1/3 derivanti da contratti quadro con ENEL e altre aziende;
lo stabilimento di Rieti è per linee produttive e automazione e relativa produttività tra i più avanzati del gruppo a livello mondiale;
l'eventuale riconversione di detti impianti, nell'ottica dei prodotti del gruppo maggiormente richiesti dal mercato, risulta essere assolutamente agevole e di scarsa entità economica, (circa 500.000 euro);
lo stabilimento di Rieti, infatti, ha un processo produttivo, tutto con linee automatiche, che consente l'adattamento di qualsiasi tipo di interruttore, in quanto la struttura elettromeccanica e la larghezza è sempre la stessa;
la decisione dell'azienda, in verità, preluderebbe ad una delocalizzazione di tale produzione in Romania e Francia con la relativa chiusura del sito di Rieti;
tale iniziativa potrebbe essere solo la prima di altre chiusure del gruppo in Italia -:
se il Governo sia a conoscenza dei fatti suesposti e se non ritenga di intervenire al fine di scongiurare tale epilogo che avrebbe pesanti ricadute economiche ed occupazionali su tutto il territorio reatino. (3-02621)